Martedì 2 maggio 2018 alle ore 16 allAuditorium “Giancarlo De Carlo” Monastero dei Benedettini un incontro che si apre con un dibattito su L’antimafia sociale, le esperienze sul territorio (dalle ore 16 alle ore 17) con  Antonio Pioletti che introduce il convegno seguito dagli interventi di Filippo Gravagno responsabile del Laboratorio “I paesaggi delle mafie”, Piero Mancuso – “Briganti di Librino”, Giovanni Caruso – “I giardini di Scidà” – “GAPA”- “Siciliani giovani”

Placido Rizzotto. I vecchietti di Corleone sono diventati detective per un anno. Hanno indicato ai poliziotti una foiba profonda 50 metri a Rocca Busambra, il cimitero di mafia dei corleonesi: «Lì – hanno detto – troverete Rizzotto». È così che gli anziani del paese hanno messo la parola fine ad uno dei più grandi misteri siciliani: il ritrovamento dei resti del sindacalista della Cgil Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia il 10 marzo del 1948. Il Dna estratto da un femore dello scheletro recuperato è stato comparato con quello del padre di Rizzotto, Carmelo, morto nel 1969 e riesumato. Il risultato, per le condizioni dei reperti, è stato sorprendente

Alle ore 17 sarà possibile assistere allo spettacolo OSSA, tratto dal racconto popolare dell’osso  della compagnia Area Teatro – Cunti di e con Alessio Di Modica.

Ogni luogo del mondo ha una parola per indicare il “racconto”. Il racconto è un’arte. Durante il racconto, l’affabulatore vive le immagini, i colori, i sapori, gli odori. E’ quello che succede nello spettacolo di Alessio Di Modica, attore, scrittore, autore teatrale, ma soprattutto narratore. Alessio Di Modica racconta la vita, le sue storie sono storie spesso raccolte in strada, recuperando le antiche memorie affinché non vadano perdute così questo spettacolo racconta due storie di ossa.

La prima è la fiaba dell’osso che canta è un classico dei racconti legati al mondo della pastorizia. Dal nord Europa all’Africa ogni cultura ha la sua versione di questa storia. I temi principali sono il tradimento e la memoria: un fratello ammazza l’altro e tenta di nascondere il suo crimine. Questo racconto veniva tramandato in tutta la crudeltà dell’anima popolare. In questo spettacolo Alessio Di Modica ne presenta una personale versione intrisa della simbologia isolana popolare pastorale.

Ma questa fiaba somiglia tanto a una storia vera, alla storia di Placido Rizzotto: sindacalista siciliano che animò il movimento di occupazione delle terre a Corleone dando vita alla prima forma di antimafia sociale del dopoguerra che in embrione già cominciava a muoversi per tutta l’isola. Rizzotto fu ammazzato dalla mafia e poi fatto sparire nel tentativo dei suoi assassini di occultare il corpo e far scordare l’uomo e l’operato fino a offuscarne il ricordo. Ma le sue ossa ritrovate in una foiba canteranno e riusciranno a far vincere la memoria sulla dimenticanza.

Le due storie vengono cuntate con uno stile narrativo semplice e asciutto, possiamo dire ridotto all’osso, uno stile popolare tra la ricostruzione storica e il fiabesco, dove il vero e l’immaginario si intrecciano indissolubilmente.

L’iniziativa è stata organizzata da:  Laboratorio Mafia e antimafia: storia, legislazione e attualità Dipartimento di Scienze Umanistiche in collaborazione con “Libera Associazioni”, “Fondazione Fava”, “UDI Catania”, “CGIL Catania”