L’accordo vergogna di Mirafiori/Pomigliano toglie diritti e dignità a tutte e a tutti, cancella le libertà
costituzionali, riduce lavoratrici e lavoratori a pura merce.In fabbrica e sulle linee di produzione ci sono molte operaie che già oggi denunciano condizioni di
lavoro al limite della tollerabilità. Intensificare i ritmi, spostare la mensa a fine turno, tagliare le
pause, imporre 120 ore di straordinario obbligatorio, penalizzare le assenze per malattia, significa
imporre un modello di operaio «più forte dell’acciaio» che non si rompe mai, anche se lavora in turni
di 10 ore; che corrisponde ai progetti
di onnipotenza del sig
Marchionne, ma non a misura di
uomini e, figuriamoci, di donne in
carne, ossa e dignità.

La logica del super sfruttamento
imposta col ricatto e
l’autoritarismo, spezza i corpi e le
menti, spinge alla disperazione e all’umiliazione.

La libertà di scegliere è la «modernità» della lotta delle donne
per conquistare spazio e dignità nel lavoro e nella società.

Il diritto di eleggere i/le rappresentanti sindacali ha consentito
l’emergere di tante delegate capaci e forti anche di
un’identità collettiva di genere nel lavoro, che dagli anni 70,
ha permesso di superare il sindacato a sesso unico, con le
donne fiore all’occhiello per politiche fatte dagli uomini.

Lavoro con diritti e scelta della maternità e di una vita
familiare, non possono essere contrapposti: il
tempo di lavoro che mangia il resto della vita, la produttività
a qualunque costo non sono bandiera di
modernità.

Il contratto nazionale, la libertà di scioperare,
di iscriversi al sindacato, il diritto di esprimersi
senza ricatti: questo serve alla vita di oggi e
per un futuro più degno per tutte e tutti.

L’appello della FIOM si firma sul sito
[http://www.firmiamo.it/uniti-ce-la-possiamo-fare->http://www.firmiamo.it/uniti-ce-la-possiamo-fare]