La tragedia di Giovanna Reggiani, l’ennesimo femminicidio nel nostro paese, ha legato per sempre nella nostra memoria due donne, lei ed Emilia, la donna migrante che ha tentato di salvarla. Una scomparsa per morte e l’altra per l’oblio e l’irriconoscenza.Noi avremmo voluto raggiungerla, impossibilitate a farlo, perché il canale che viene offerto è sempre quello delle {{rappresentanze patriarcali.}}
Le abbiamo scritto nella convinzione che su questa vicenda è ancora tutto da dire, e non tutto in una lettera.
Abbiamo voluto prima di tutto dirle che le donne tra di loro non possono che accogliersi e riconoscersi, e che il potere di sostenerci lo abbiamo, nonostante i padri.
Sappiamo che molte la pensano come noi e le {{invitiamo a sottoscrivere la lettera che alleghiamo}}

{Udi Nazionale
Pina Nuzzo , Stefania Cantatore}

{{
Cara Emilia,}}

sappiamo che sei una donna e che al nostro paese ha chiesto accoglienza per un futuro migliore.
Lo sappiamo e abbiamo potuto darti nome perché hai compiuto un {{gesto nel quale ci riconosciamo.}}

Hai tentato di salvare la vita a Giovanna Reggiani, brutalizzata ed uccisa da un uomo, come tante e troppe nel nostro paese, che hai poi denunciato.

Dopo questo, di te, si è detto poco e male, come sempre, e sei scomparsa o fuggita sotto una protezione di silenzio. Una {{protezione che è ambigua e che cancella l’importanza della scelta di solidarietà e denuncia che hai compiuto.}} Per farlo ti sei sottratta al controllo morale che clan, famiglie, cattivi padri sempre esercitano sulle donne. Noi non crediamo che silenzio ed oblio proteggano, almeno non te che sei, oltre che donna di valore per noi, la seconda ennesima vittima nascosta di una politica ed una comunicazione che pongono al centro gli esecutori.

Lo abbiamo visto, {{il silenzio sempre simboleggia e sostanzia la scomparsa delle persone dalla coscienza politica e collettiva}}. Il silenzio di protezioni incerte è spesso più utile alla mano che vendica, anche a distanza di tempo.

Noi non vogliamo che gli accordi tra rappresentanze maschili si servano di te per patti che non ti riconoscono e non ti prevedono.

Noi vogliamo esprimerti la nostra solidarietà e la nostra scelta di accoglienza, senza condizioni.

Noi faremo di tutto perché {{sia il tuo gesto e la tua qualità a rappresentarci e a rappresentare il tuo popolo}}, e perché sia quello a determinare il protagonismo di un popolo e non la sua fuga.

Noi lavoreremo e lavoriamo perché l’integrazione sia mediata dalle donne e dai loro bisogni e non dall’interpretazione che ne danno gli uomini.

A partire da te, che ci rappresenti tutte per il potere e la forza che hai espresso, {{nonostante i padri}}, esprimiamo il nostro sdegno per qualunque gesto politico e umano di condanna indiscriminata

{Udi Sede nazionale
Pina Nuzzo, Stefania Cantatore}

Roma 6 dicembre 2007

{UDI – Unione Donne in Italia ,
via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma tel 06 6865884}
udinazionale@tin.it