Gli attivisti della Clean Clothes Campaign calcolano per la prima volta quanto vale un salario dignitoso per i lavoratori asiatici. E da oggi chiedono alla grande distribuzione di applicarlo per tutti i loro fornitori in Asia. Di seguito, pubblichiamo il comunicato stampa con cui viene annunciata la campagna in Italia. In 12 paesi d’Europa attivisti e consumatori organizzati parteciperanno alla {{campagna internazionale}} che chiede ai grandi distributori di pagare un salario dignitoso a tutti i lavoratori tessili impiegati nelle filiere di fornitura. Nella settimana che include la Giornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso del 7 ottobre, gli attivisti della [Clean Clothes Campaign->http://www.cleanclothes.org/] saranno impegnati a fare pressione sui grandi gruppi distributivi perché sia assunta e applicata la proposta di un salario minimo dignitoso per tutta l’Asia ([Asia Floor Wage->http://www.asiafloorwage.org/] – AFW).

I gruppi interessati dall’azione di pressione saranno{{ i grandi nomi del retailing mondiale come Carrefour, Tesco, Aldi e Lidl ma anche le imprese leader italiane come Coop, Coin-OViesse, Rinascente e Upim}}.

“I grandi distributori internazionali come Carrefour, Aldi e Lidl non possono continuare ad ignorare le disperate condizioni in cui vivono i lavoratori che producono per loro tessile e abbigliamento,“dichiara {{Jeroen Merk}} del segretariato internazionale della CCC. “L’alleanza per l’Asia Floor Wage unisce sindacati e ONG in Asia intorno ad un’unica proposta di salario dignitoso; è una risposta forte alle pratiche delle imprese che hanno tenuto i salari sotto il livello povertà a livello globale e messo i lavoratori gli uni contro gli altri”

L’Asia Floor Wage, calcolato utilizzando{{ l’indice di Parità del Potere di Acquisto della Banca Mondiale (PPP$)}}, mette sul tavolo un salario mensile pari a 475 dollari PPP al mese, che consentirebbe ai lavoratori di acquistare lo stesso paniere di beni e servizi in tutti i paesi produttori chiave dell’ASIA.

La campagna per l’AFW sarà ufficialmente lanciata con numerosi eventi in tutta l’Asia. L’evento clou è stato {{il 7 ottobre a New Delhi in India}}, quando è stata formalmente consegnata la petizione a {{Gianni Tognoni, segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli,}} presente all’evento fra i testimonial internazionali.

{{In Italia la campagna è sostenuta da [Abiti Puliti->http://www.abitipuliti.org/]}} (membro della CCC) che, in collaborazione con il Tribunale Permenente dei Popoli, intende portare all’attenzione delle delle principali imprese distributive italiane un tema così impotante.
_ “Numerosi economisti hanno messo in evidenza la necessità di incrementare la domanda a livello globale per fare fronte al trend recessivo e spingere le economie nazionali verso il risanamento e la ripresa”, continua {{Deborah Lucchetti,}} presidente di Fair e portavoce della Campagna Abiti Puliti.
_ “Il salario dignitoso è la prima risposta inclusiva per il riequilibrio della domanda globale che può sollevare milioni di lavoratori dalla povertà endemica in cui si trovano.”

Il salario dignitoso è un diritto umano riconosciuto a livello internazionale, eppure esso è regolarmente negato ai lavoratori tessili nell’industria globale. I lavoratori, soprattutto donne,che producono abbigliamento per le catene distributive internazionali vivono in condizioni di estrema povertà, in abitazioni e senza acqua potabile o cibo sufficiente per sostenere loro e le famiglie.

La Clean Clothes Campaign in Europa e le organizzazioni partner presenti nei paesi di produzione tessile chiedono alle imprese della distribuzione di assumere impegni concreti per applicare il salario dignitoso nella filiera di fornitura internazionale del tessile-abbigliamento.

– {La foto è tratta dal sito cleanclothes.org}