L’Articolo 3 della Costituzione Italiana, al comma 1, recita
” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso… (di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.)”
Il riconoscimento di un’uguaglianza formale tra donne e uomini è, però, di fatto disatteso nella stessa enunciazione dell’articolo.
L’utilizzo del termine “cittadini” in senso universale, come comprensivo di donne e uomini, è infatti discriminante.

Questo stesso utilizzo di “cittadini” è riscontrabile al comma 2 dell’Articolo 3 che definisce il principio dell’uguaglianza sostanziale e che pertanto dovrebbe garantire la rimozione degli ostacoli alla piena uguaglianza tra i sessi “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Abbiamo deciso di impegnarci a sensibilizzare e provare a coinvolgere donne, gruppi e associazioni che condividano l’obiettivo di revisione (la volontà di modificare) dell’articolo 3, attraverso l’inserimento dell’espressione “cittadine e cittadini” nei due commi, in sostituzione di “cittadini“.
Siamo solo all’inizio della riflessione, sono benvenuti tutti gli interventi ed i suggerimenti!!