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A ROMA Domenica 20 marzo alle ore 17 nella trasmissione radiofonica I nomi delle cose curata dalla Coordinamenta femminista e lesbica si trasmetterà, in streaming, dalla residenza universitaria di Roma in via Cesare De Lollis 20,  l’incontro con l’autrice Silvia Federici del libro “Calibano e la strega. Donne, corpo e accumulazione primitiva” (Traficantes de sueños, 2010). Per seguire l’iniziativa bisogna sintonizzarsi sulle frequenze di radio onda rossa ( 87 e 90)  Un testo è tra i più gettonati nella rete. Interessante l’intervista   a Silvia Federici su “Infoaut/informazione di parte”, che focalizza i temi da lei approfonditi, in oltre trent’anni di studi, sulle streghe “e sulle vicende storiche che hanno portato allo sfruttamento sociale ed economico delle donne.

Qui vi  proponiamo alcuni stralci dal libro

La scopa che vola

“ L’accusa che queste donne volavano per andare a incontri segreti ha molto a che vedere con, per cominciare, la paura di questi incontri, le assemblee contadine, la riunione di persone, che tramano, che avvenivano di notte perché qualsiasi cosa illecita si collegava con il forte attacco che si svolge in questi momenti, contro la mobilità delle persone”. “Sono incline a vedere l’orrore che provocava l’idea che le donne, volando, coprendo grandi distanze, come un continuo di questa mobilità”.

Gli unguenti

“Qualcuno ha fatto notare anche – ed è un dettaglio interessante – che le immagini di donne coperte di unguenti che ci sono arrivate dal XVI secolo, possano essere state ispirate dalle immagini simili della gente delle colonie americane (“streghe” medici e sciamani del Messico e della regione andina). “Tra la metà e la fine del XVI secolo si ebbe un qualche scambio d’immagini e concetti tra il processo di colonizzazione e la caccia alle streghe in Europa”.

Le congreghe

“I beni comuni non significavano unicamente un mezzo di sussistenza, di attenuazione della diseguaglianza, rappresentavano anche un sistema di organizzazione delle relazioni sociali; erano la base di un tipo di democrazia nella quale la gente prendeva decisioni congiuntamente, mediante assemblee contadine, dove la circolazione della conoscenza era prodotta in modo collettivo. I comuni possedevano un certo potere e per questo il capitalismo doveva eliminarli: non soltanto separare la gente dalla terra, ma distruggere questo tipo di relazioni comunali che comportavano la collettivizzazione del lavoro includendo anche le donne. Le persone decidevano insieme quando piantare e quando raccogliere collettivamente. Questo creava un legame molto profondo, il che spiega perché le lotte fossero molte intense e prolungate”.

Controllo delle nascite

“L’ossessione per l’aumento della popolazione (cioè la forza lavoro) fu uno degli altri motivi che favorì la persecuzione, che demonizzò qualunque forma di controllo della natalità e della sessualità non riproduttiva, accusando le donne di sacrificare i bambini al demonio” L’isteria contro le donne fu alimentata in conformità a tutti i tipi di leggende urbane e rurali. Si diceva che una strega poteva castrare gli uomini o lasciarli impotenti. Alcune addirittura erano in grado di rubare il pene e nasconderlo nei nidi. Un’altra accusa che era ripetuta nei tribunali era quella che le streghe praticavano sesso depravato, come ad esempio, copulare con il diavolo”.
“Se nel Medio Evo, le donne, potevano far uso di metodi contraccettivi e abortivi ed esercitare un controllo incontrastato sul processo del parto, in seguito i loro uteri divennero territorio politico” “ Credo realmente che si esercitò una caccia alle streghe. Alimentata da una campagna ideologica che mirava a controllare la vita delle donne, le loro sessualità, i loro corpi, uno sforzo maggiore per controllare la capacità riproduttiva delle donne” “ Vari Stati criminalizza le donne se possono “provare” che le loro gravidanze pongono a rischio la vita del feto: naturalmente, la questione dell’aborto riveste particolare importanza”.
“ Ci sono molte misure in tutto il mondo adottate per riprendere il controllo sulle donne, perduto dopo appena pochi decenni di apparente libertà (in alcuni paesi). Non è un problema di numero, di quanta gente nasce, perché mentre in alcuni paesi la natalità è limitata, in altri s’incoraggia. Ciò che vuole il sistema è controllare e decidere dove, quando e con quale profilo nascerà nuova manodopera”.
La caccia alle streghe del XX secolo
L’accusa di ‘stregoneria’ riappare alla fine degli anni ’80 inizio ’90 e, ancora oggi, in molti paesi in Africa, India, Nepal. Ci sono stati casi di streghe bruciate di recente in Papua Nuova Guinea, Timor Est. Stiamo parlando di migliaia di donne in Africa, almeno ventimila, e di alcuni uomini soprattutto anziani e bambini.
“Ho un amico che da poco tornato dal Ghana e mi ha spiegato che, di notte, in Tv fanno dei programmi nei quali insegnano come riconoscere una strega. Un documentario molto interessante chiamato The Witches of Gambaga, parla dei campi di streghe appena nel nord Ghana, in cui vivono donne, che hanno dovuto abbandonare i loro villaggi e trasferirsi lì, accusate di essere streghe, per evitare di essere uccise. Questi campi sono finanziati dal governo e, dopo alcuni anni, le lasciano – in alcuni casi- ritornare ai loro villaggi, ma ad altre le uccidono. E questo accade non solo in Ghana, ma in Tanzania, Kenia… “ Le donne sono state espulse dalle terre, dalle compagnie minerarie, di agro carburante, dalle aziende agricole, che si accordano con i capi locali e i governi. Così il sistema delle terre comunali, che ancora prevaleva in Africa, sta per essere distrutto. Questo è il contesto, una situazione molto simile a quella del XVI e XVII secolo “.

“Vi faccio un esempio: la Banca Mondiale ha intrapreso una campagna per dimostrare che l’agricoltura di sussistenza è la causa della povertà.” “L’agricoltura e il commercio di sussistenza fanno la differenza tra la vita e la morte, per centinaia di miliardi di persone”. Per logica capitalistica, però, ” la terra è buona solamente se posta sotto il controllo delle banche e delle relazioni monetarie”.
Questo è ciò che è successo con il microcredito. “ I prestiti sono stati concessi a gruppi di donne – vicine, amiche- che antecedentemente ponevano un sistema di reciproco sostegno. Quando ottengono, quindi, un prestito per il gruppo, ciascuna delle donne è responsabile. Se tu non paghi ed io ti voglio perseguire, io divento il tuo controllore e chi ti perseguiterà. Così si sono trasformate dall’essere un gruppo di mutuo sostegno a un sistema di polizia. Si è dimostrato inoltre che, in molti casi, tutto questo è stato la causa di un aumento della violenza tra le donne, perché quando una non paga, il resto del gruppo andrà a casa sua per criticarla, compreso anche picchiarla. Vi è stata quindi, un aumento della violenza e della violenza tra donne, a seguito del microcredito.”.
“Chiaramente qualsiasi potere possiamo avere, è quello che ci costruiamo, non quello che ci concede lo Stato” “ Il problema è come rivendicare questa ricchezza, senza dare allo Stato il potere di organizzare la nostra vita o convalidarlo come figura protettrice e fonte di coesione e benessere sociale”.

Fonte ed estratti dal libro:

Calibano e la strega. Donne, corpo e accumulazione originaria. Silvia Federici.

Silvia Federici, storica, attivista, scrittrice.