Internet ospita sempre più spesso filmati che mostrano ragazzi, e, ahinoi ragazze, che umiliano, picchiano, e ridicolizzano coetanei. Grazie alle migliaia di utenti che ogni giorno si collegano con la rete riproducendo all’infinito le sofferenze delle vittime, i bulli di turno diventano dei piccoli “divi” e, a loro modo, acquistano celebrità._ Forse proprio per dare una chance anche alle vittime di lasciare una memoria delle loro sofferenze l’associazione {{Sos Bullismo}} presieduta da Gabriella Cappelletti, ha pensato di mettere a disposizione di quanti e quante hanno subito episodi di bullismo uno strumento per uscire dalla solitudine e per confidare, magari in forma anonima, le angosce che provoca avere ogni giorno il timore di subire nuove violenze senza avere il coraggio/la possibilità di ribellarvisi.
_ Nasce così il sito [www.bullismo.com->http://www.bullismo.com], un portale che ogni mese ospita 15 mila nuovi utenti (numeri che parlano da soli per capire la diffusione del disagio giovanile) gestito da esperti che prestano consulenza a vittime e carnefici consapevoli.

Leggendo i tanti racconti lasciati sul sito si capisce che le vittime preferite – racconta Cappelletti in un’intervista pubblicata sul sito [www.primadanoi.it->http://www.primadanoi.it] – “Sono persone portatrici di valori, cioè dotate di quelle caratteristiche umane che un tempo erano considerate virtù: mitezza, non violenza, amabilità, buon profitto scolastico, disponibilità verso l’altro”, mentre i bulli “sono persone che hanno ricevuto un imprinting deviato e deviante, molto spesso con un’educazione ai valori totalmente assente. Figli di persone che usano la prevaricazione anche in ambiente famigliare dove la comunicazione e la valutazione avviene su basi comportamentali distorte e asociali”.

Tante anche le testimonianze che raccontano di vere e proprie {{persecuzioni psicologiche attuate da ragazze}} (in genere compagne di classe) verso altre ragazze. Eh sì, perché le bambine non sono solo vittime, ma anche protagoniste della violenza e anzi il {{bullismo femminile è in continua crescita}}.
_ {{Silvia Vegetti Finzi}} definisce quest’ultimo fenomeno come un basato più sulla violenza psicologico che fisica.
_ Le bambine sanno essere però più cattive dei maschi, afferma la psicologa, basandosi la loro dinamica su un gioco di derisioni, dicerie, ricatti volti ad allontanare dal gruppo di prescelte la persona non accetta (a volte perché ancora troppo bambina).
_ {{Una soluzione per non rimanere coinvolte in tali soprusi}} può essere, afferma la dottoressa Vegetti Finzi, il “non limitarsi all’amicizia con la compagna di banco, al gruppetto nato a scuola”. È quindi opportuno inserirsi in gruppi di attività extra-scolastici, (sport, scout, coro…) che “permettano di avere varie appartenenze spezzando così la dipendenza dalle bulle”.

Il {{tema della violenza indiretta delle donne}} è al centro della ricerca condotta da Enza Panebiannco sul [suo blog Femminismo a Sud->http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2007/01/09/l-aggressivit-indiretta-delle-donne]
invita a inviare testimonianze e riflessioni sul bullismo femminile, non solo in età adolescenziale.

{{L’associazione Sosbullismo}}, che ha sede a Bulciago in provincia di Lecco, ha tra le sue finalità quella di garantire un punto di appoggio, un centro di ascolto valido e professionale per le vittime del fenomeno e le rispettive famiglie, attraverso un lavoro di rete con avvocati, pedagogisti, psicologi e medici. Diminuire quindi il livello di disagio familiare inteso sia nella sua complessità che rispetto ai singoli componenti della famiglia stessa.