Dal 16 febbraio al 10 marzo 2019 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna accoglie nello spazio del foyer TYPELINE, una video installazione dedicata alla tipografia dinamica che fa del movimento e del tempo i suoi assi portanti.

L’intervento si compone di una sequenza in loop che presenta i progetti di 8 artist* e designer italian* e internazionali selezionat* attraverso una call nell’ambito di Griffo-la grande festa delle lettere, il vasto programma multidisciplinare ideato per celebrare la figura del bolognese Francesco Griffo, inventore del carattere tipografico corsivo, riconosciuto come la più importante figura nella storia del disegno dei caratteri per la stampa.

I candidati selezionati sono: Gianluca Alla (Italia), Victoria Hanna (Israele), Ivan Miranda (Spagna), Matteo Moretti (Italia), Doretta Rinaldi (Italia), Caroline Sinders (Stati Uniti), Schultzschultz (Germania), Yuri Tartari Pucci (Italia).

Lettere come materia fluida, mutevole e malleabile che trascende la funzione per dare vita ad operazioni complesse in diverse direzioni, dal gioco alla tecnologia, dall’astrazione all’espressione di un tema politico. L’insieme dei progetti visibili in TYPELINE dimostra come la loro materia quotidiana, quasi banale e data per scontata, produca un’ampia varietà di atti, operazioni e mondi, che oscillano tra arte e design.     L’ingresso è libero.

TYPELINE è un progetto di Griffo–la grande festa delle lettere, a cura di Roberto Paci Dalò e Dina&Solomon. Produzione Dina&Solomon, Giardini Pensili. In collaborazione con MAMbo e Unirsm Design – Università degli Studi della Repubblica di San Marino.

photogallery con video still è scaricabile dal link https://we.tl/t-HCU8XlhIaP – Ufficio Stampa Istituzione Bologna Musei – via Don Minzoni 14 – 40121 Bologna – tel. 051 6496653 / 6496620 – ufficiostampabolognamusei@comune.bologna.it

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Francesco Griffo  figlio dell’orefice Cesare, iniziò l’attività di incisore nella città natale, forse presso la bottega di Benedetto Faelli. Nel 1475 si trasferì a Padova, dove rimase fino al 1480.

Si trasferì poi a Venezia, centro tipografico ed editoriale di primaria importanza a livello europeo. Qui forse lavorò per i fratelli Giovanni e Gregorio De Gregori, editori di libri illustrati; anche se non vi sono certezze in proposito, la qualità dei caratteri utilizzati in alcune loro edizioni suggerisce che il loro incisore fosse il Griffo.

A partire dal 1494 Griffo lavorò per Aldo Manuzio, uno dei più importanti stampatori veneziani: per lui disegnò almeno sei serie di caratteri tondi, contraddistinti da grande eleganza e armonia, che rappresentavano un perfezionamento rispetto a quelli di Nicolas Jenson. Tra essi quelli utilizzati per il De Aetna di Pietro Bembo (stampato nel 1495) e per la Hypnerotomachia Poliphili (1499), che sono considerati tra gli esempi più significativi dell’arte tipografica rinascimentale. Per Manuzio, Griffo disegnò anche (a partire dal 1495) quattro serie di caratteri greci (utilizzati, tra le altre, in edizioni di opere di Aristotele e di Sofocle) e una di caratteri ebraici.

Qualche anno più tardi Griffo disegnò il primo corsivo. Questa volta non si trattò di un carattere, bensì di uno stile tipografico: Griffo riuscì ad imitare un tipo di scrittura, la scrittura corsiva, usata dalla cancelleria papale e dagli umanisti dell’epoca. Tale calligrafia era contraddistinta da una lieve inclinazione verso destra.

Il nuovo stile comparve (in due sole righe) in un’edizione delle Epistole di Caterina da Siena (settembre 1500) e fu poi utilizzato pienamente in un’edizione delle Bucoliche di Virgilio del 1501, che fu il primo libro al mondo stampato interamente in corsivo. La sua compattezza permise la riduzione del formato dei libri: Aldo Manuzio riuscì a stampare volumi “in ottavo”, cioè in un formato molto ridotto rispetto ai grandi e maestosi volumi “in folio” (cioè un foglio piegato in due, ossia quattro pagine) o a quelli “in quarto” (cioè di otto pagine). Manuzio lo chiamò enchiridion forma, dall’Encheiridion o Manuale di Epitteto, uno dei primi libri stampati nel nuovo formato, maneggevole, leggero e facilmente trasportabile.

Nello stesso 1501 Aldo Manuzio, desideroso di assicurarsi i vantaggi commerciali che il nuovo carattere prometteva, ottenne dal governo veneziano il monopolio dell’utilizzo del corsivo, e l’anno successivo anche la sua estensione all’uso di tutti i caratteri disegnati dal Griffo. Questo forse contribuì al deteriorarsi dei rapporti tra i due, visto che Griffo non traeva alcun beneficio dai privilegi concessi a Manuzio. Griffo lasciò Venezia alla fine del 1502, dopo circa dodici anni di collaborazione con Manuzio.

Negli anni successivi Griffo fu al servizio di Gershom Soncino (attivo a Fano tra il 1502 e il 1507), di Ottaviano Petrucci e Bernardino Stagnino (1511-1513), e di Filippo Giunti(1513-1515). Poi rientrò a Bologna, dove intraprese l’attività di stampatore in proprio, pubblicando nel 1516-17 sei edizioni di classici italiani e latini in volumi di piccolo formato: il Canzoniere e i Trionfi di Petrarca, l’Arcadia di Sannazzaro, gli Asolani del Bembo, il Labirinto d’amore di Boccaccio, le Epistolae familiares di Cicerone e i Dictorum et factorum memorabilium di Valerio Massimo. Per essi utilizzò un nuovo stile di corsivo, diverso da quelli utilizzati in precedenza. Negli anni successivi lo stile del tipografo bolognese divenne noto in tutta Europa come “italique”, “italic”, “italico” (tranne che in Spagna, dove fu chiamato “letra grifa”).

Griffo morì probabilmente sul patibolo, giustiziato per l’omicidio del genero che egli aveva colpito a morte con una spranga di ferro (o con un punzone incompiuto) durante un alterco insorto dentro l’abitazione bolognese in cui vivevano entrambi. Dopo l’anno 1518 non vi sono più notizie su di lui.