Martedì 29 maggio 2018  alle ore  18  a Portici Teatro Comunale in Piazza Verdi a  Bologna si parlerà delle nuove produzioni artistiche e tecnologie digitali tra gioco e sperimentazione in un incontro interdisciplinare che mette in dialogo l’arte e le tecnologie digitali per indagare come muta la relazione tra corpi e scienza. Attraverso dibattiti e giochi  si proverà a leggere le trasformazioni che attraversano gli spazi urbani e virtuali da una prospettiva di genere.

Presentazione e proiezioni dal libro Smagliature digitali Corpi, generi e tecnologie.  Stefania Minghini Azzarello discute con le curatrici del libro Carlotta Cossutta, Valentina Greco, Arianna Mainardi, Stefania Voli – Percy Bertolini, visual artist della copertina del volume curerà le proiezioni.

Questo libro è un@ cyborg transfemminista queer che guarda attra verso un caleidoscopio. Come muta la relazione che lega corpi e tecnologie? Come si modificano gli spazi che attraversa? Come leggere da una prospettiva intersezionale e di genere le trasformazioni in atto? Il libro affronta queste domande a partire da tre ambiti distinti ma costantemente intrecciati: spazio inteso come ambito di riflessione intorno al quale sviluppare ragionamenti in tema di autodeterminazione, mobilità, attivismo; bios per affrontare il rapporto tra tecnologie e vita attraverso le forme della sua ri/produzione; media per guardare criticamente i processi di soggettivazione innescati in particolar modo dalle tecnologie digitali. Per scriverlo abbiamo pensato al corpo come a una somateca, un archivio di finzioni politiche vive che in nessun modo possono costituire un unico corpus. Le tecnologie occupano oggi uno spazio molto ampio di questo archivio, per gli ineluttabili (poiché voluti, ma anche subiti) legami che i nostri corpi hanno intessuto con esse. Nelle riflessioni sulla relazione tra corpi e tecnologie si pone spesso l’accento sui processi di disincarnazione, di smaterializzazione, da un lato con i toni dell’entusiasmo, dall’altro con quelli della catastrofe. Questo libro è incarnato, si sottrae al binarismo, si insinua negli spazi in beetween, là dove i margini non sono confini. Gli interventi che proponiamo si muovono tra accademia, esperienza e attivismo, provano a elaborare nuove teorie e pratiche di critica radicale al tecnocapitalismo, discutono tra loro concordando o scontrandosi, uniti da un filo conduttore: smascherare i dispositivi di potere e i loro complicati intrecci.

A seguire sperimenteremo il gioco collettivo Memory femminista, alla scoperta delle vite di scienziate, artiste e attiviste (a cura di Percy Bertolini).

Iniziativa è promossa da U-Lab, un laboratorio che sperimenta nuovi usi e nuove pratiche in Zona Universitaria, finanziato dal progetto ROCK (Regeneration in Knowledge and Creative Cities)