ANTIGONELLACITTA è un attraversamento in cinque tappe a cura di Archivio Zeta pensato in collaborazione con la Biblioteca Italiana delle Donne e l’Associazione Orlando, per riflettere sulla figura di Antigone e le sue declinazioni contemporanee attraversando filosofia, politica, teatro, cinema, musica, arti visive e poesia.   Il Chiostro di Santa Cristina con la meravigliosa luce del tramonto è diventato e  diverrà il luogo di letture, ascolti, parole e racconti grazie alle/ai numerose/i ospiti che hanno accettato di partecipare. Questa iniziativa si collega all’Antigone di Safocle che verrà messa in scena al Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa dove le 30.000 tombe ricordano i 30.000 annegat* nel Mediterraneo.   Tutto questo accade perché quest’anno  Archivio Zeta compie 15 anni di creazione artistica.

Il 2 luglio  Raffaella Lamberti, Paola Mattioli, Federica Muzzarelli hanno parlato di ilosofia e fotografia in relazione alle lotte politiche e culturali del femminismo.  L’incontro è iniziato con la riflessione di Raffaella Lamberti sul corpo politico, sulla costituzione di uno spazio pubblico e sul confronto paritario. Poi,  Federica Muzzarelli ha letto e interpretato l’opera della fotografa Paola Mattioli, una delle protagoniste del femminismo che ancora oggi si esprime nella Libreria delle donne di Milano.

Louise Michel è nata il 29 maggio 1830 come figlia illegittima di una cameriera, Marianne Michel. È stata cresciuta dai suoi nonni, Charlotte e Charles-Étienne Demahis, nel nord-est della Francia. Trascorse la sua infanzia nel castello di Vroncourt la Cote e ricevette un’educazione libertaria. Quando i suoi nonni morirono, completò la formazione degli insegnanti e lavorò nei villaggi. Nel 1865 Michel aprì una scuola a Parigi che divenne famosa per i suoi metodi moderni e progressisti. Michel ha corrisposto Victor Hugo e ha iniziato a pubblicare poesie. È stata coinvolta nella politica radicale di Parigi. Nel 1869 il gruppo femminista Société pour la Revendication du Droits Civils de la Femme (Società per la domanda di diritti civili per le donne) fu annunciato da André Léo. Tra i membri del gruppo c’erano Michel, Paule Minck, Eliska Vincent, Élie Reclus e sua moglie Néomie, la signora Jules Simon, Caroline de Barrau e Maria Deraismes. A causa della vasta gamma di opinioni, il gruppo ha deciso di concentrarsi sul tema del miglioramento dell’educazione delle ragazze. Comunemente chiamata Revendication des Droits de la Femme (Richiesta per i diritti delle donne), il gruppo aveva stretti legami con la Société Cooperative des Ouriers et Ouvrierés (Società cooperativa di uomini e donne lavoratrici). Il manifesto del luglio 1869 della Revendication des Droits de la Femme fu quindi firmato dalle mogli dei membri della cooperativa militante. Il manifesto era sostenuto anche da Sophie Doctrinal, che firmava con Citroyenne Poirier, che in seguito sarebbe diventato uno stretto collaboratore di Michel nella Comune di Parigi. Nel gennaio del 1870 Michel e Léo assistettero ai funerali di Victor Noir. Michel ha espresso disappunto per il fatto che la morte di Noir non sia stata utilizzata per rovesciare l’Impero. All’inizio dell’assedio di Parigi, nel novembre 1870, Léo in una conferenza dichiarò: “Non è una questione della nostra pratica politica, siamo umani, ecco tutto”

Ieri, 9 luglio abbiamo condiviso poesia e ostinazione nelle parole e nelle azioni di due donne disubbidienti. Il filo conduttore  è stato legato alla frase di Louise Michel : “E’ CHE IL POTERE E’ MALEDETTO E PER QUESTO IO SONO ANARCHICA”. Si è così dipanato un dialogo tra la poeta Anna Maria Farabbi sulla sua opera poetica e su quella di Louise Michel (1830. 1905).  Una donna straordinaria, Louise Michel, che ha attraversato la storia facendola.  Una poeta  che  riuscita a coniugare pensiero, azione, coerenza, tenacia, affiancandosi sempre al proprio fare rivoluzionario in ogni angolo della società. L’opera antologica di Louise Michel, a cui Anna Maria Farabbi, nostra contemporanea, ha lavorato per circa due anni, di lei dice: “Dentro la radiografia della sua acrobatica vita, lampeggiano occhielli fosforescenti  tra la sua scrittura e la sua opera in fatti e scelte, dentro cui i fili della politica si intrecciano con quelli di una po/etica intuitiva, coerente, geniale, irriverente, disubbidiente, scardinanti canoni e retoriche del potere. La sua anarchia femminista ha seminato impronte  indelebili, che irradiano luce ancora oggi, nutrendo e orientando le terre fradice della nostra decadenza. Ho scelto di entrare nella pancia di questa balena anarchica femminista navigante, abitarvi e, dopo gli oceani, tornare a terra per offrire a modo mio  la sua opera”. 

Inoltre durante la serata sono state esposte e narrate le opere frutto delle esperienze lavorate e condivise dagli ospiti di una comunità con grave handicap psichico e tossicodipendenza, con cui Anna Maria Farabbi ha intessuto due anni di poesia.   E, su questa esperienza Farabbi ci dice:Nel mio battito cardiaco canto, cercando il ritmo tra le cellule minerali vegetali animali di un vocabolario organico.  Per questo, oltre gli schizzi del mio inchiostro lasciato qua e là tra le pagine, vivo l’energia primitiva del canto condividendola anche con sordi, ciechi, anoressici, ospiti di comunità psichiatriche, di ospizi, di carceri in fine pena mai. La danza è attorno al fulcro di un fuoco, di un sacro poco, in cui non esistono primi né ultimi, troni autoreferenziali, applausi. Solo l’esperienza del pane e del baratto.  Nella mia disubbidienza congiuntiva, sono una femmina nomade, contadina di montagna, madonnara.”

 

16 luglio continua ANTIGONE DELLE CITTA’

dialogo con Bruno Tognolini, Marco Baliani, Maria Maglietta e Massimo Marino

Rito civile e teatrale per la Strage di Bologna che nel 1991 coinvolse tutta la città.  Il racconto di un importante progetto di teatro collettivo, realizzato con il sostegno del sindaco Renzo Imbeni il 1 agosto 1991 e legato alla sentenza del Processo di Appello in cui furono assolti i mandanti della Strage di Bologna. Ricostruiremo la storia di quella “cerimonia civica e teatrale” e il senso profondo di un’azione necessaria, leggendo poemi scritti per l’occasione: materiali letterari forniti dalle/dai cento attrici/attori e dai cinque drammaturghi e scritture originali di Franco Fortini. Chiamiamo a raccolta tutti coloro che hanno aiutato o partecipato e i cittadini spettatori che fecero parte di quel rito, perché vengano e ricordino con noi.  Avete visto che intreccio di fili si va rivelando? Nessuna sorpresa: quando si muovono le storie profonde questo accade.    E la vicenda della ragazza Antigone, che da millenni gira il mondo per denunciare “l’insepoltura del corpo del fratello” non ha mai avuto riposo. Sembra svanire, di tanto in tanto, travolta da altre vicende in apparenza più urlanti e urgenti al nostro tempo, ma è apparenza: la pietas ribelle per i fratelli male morti non ha mai avuto ragione di estinguersi. La ragazza Antigone pareva scomparsa: era solo impegnata in reami lontani. Ecco che torna.”  Bruno Tognolini

23 luglio THE ARROW OF TIME – OMAGGIO A ANGELA RICCI LUCCHI

dialogo con Rinaldo Censi
, Eva Fabbris, Giovanna Silva

I fotogrammi dissepolti e i taccuini di Gianikian- Ricci Lucchi, cineasti sperimentali.I fotogrammi dissepolti e i taccuini di Gianikian- Ricci Lucchi, cineasti sperimentali.   Un modo per ricordare, a pochi mesi dalla scomparsa, una protagonista fuori dall’ordinario del cinema e delle arti visive. Grande talento sperimentale, Angela Ricci Lucchi ha realizzato in coppia con Yervant Gianikian una serie di opere cinematografiche originalissime, lacerti di archivio, resti e rovine di un tempo remoto. Rinaldo Censi ne parlerà con Eva Fabbris, curatrice del libro sui taccuini russi, finora inediti, dei due film-maker dal titolo The Arrow of Time – Notes from a Russian Journey 1989 – 1990, e con Giovanna Silva, direttore editoriale di Humbodt Books, che ha editato il volume. Il libro contiene la versione fac-simile di diari di Angela, durante il viaggio in Russia. Ci sono le sue annotazioni, i suoi disegni, gli acquerelli, l’effervescenza dei colori, minuscole caricature, asterischi, nomi puntati: una meraviglia dentro cui perdersi. “Abbiamo cominciato entrambi come operatori visivi. Io ho studiato con Kokoschka a Salisburgo e nel 1972 ho fatto una mostra a Ferrara, presentata da Renato Barilli. Ero già molto interessata all’uso dei media e ho iniziato una specie di “inchiesta” che consisteva nel porre a tutti una serie di domande essenziali: che cos’è la rosa per te? L’ho chiesto tra gli altri a Zavattini, che mi mandò una bellissima lettera. E l’ho chiesto anche a Yervant che avevo appena conosciuto. Lui aveva già fatto degli 8 mm. Insieme abbiamo girato, a quattro mani, un film sui “pilastrini”, cioè sui piccoli altari dedicati alla Madonna disseminati nella campagna romagnola. E da lì tutto è cominciato.” Angela Ricci Lucchi

30 luglio ANNA FRANK AD ALTA VOCE

una lettura di Daria Deflorian a cura di Lorenzo Pavolini

Un viaggio sonoro nella scrittura come forma estrema di resistenza.Per la prima volta, dopo la lettura integrale fatta nel 2017 per il programma di Radiotre Ad alta voce, Daria Deflorian legge in pubblico frammenti del Diario in dialogo con Lorenzo Pavolini, che di quello straordinario viaggio sonoro è stato curatore e regista. Affidiamo ad Anna Frank, con la sua ostinata capacità di osservare il mondo e la sua scrittura come forma estrema di resistenza, il compito di evocare la nostra ultima Antigonellacitta.

 

Il progetto è a cura di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni – Archvio Zeta in collaborazione con Simona Brighetti – Biblioteca Italiana delle Donne. Organizzazione Martina Bubba, assistenza tecnica Andrea Sangiovanni.In collaborazione con Centro delle Donne Città di Bologna/Biblioteca Italiana delle Donne/ Associazione Orlando, Libreria delle Donne di Bologna e con Dipartimento delle Arti, Fondazione Federico Zeri – Università di Bologna

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