Si inaugura il 26 settembre al Museo del Complesso Monumentale di Santa Maria della Vita la mostra dell’artista bolognese Beatrice M. Serpieri, Dinamiche d’Arte: 25 scatti, uno studio su opere scultoree di grandi artisti italiani quali Niccolò dell’Arca, Antonio Canova, Pietro Tenerani, Adolfo Wildt, reinterpretate attraverso la tecnica della scomposizione della luce e delle immagini applicate su materiale traslucente.

Fulcro centrale della mostra – promossa da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae Musei nella Città – sono le scomposizioni fotografiche dedicate al gruppo del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, gioiello del Quattrocento in terracotta composto da sette statue, custodito alla destra dell’altare maggiore di Santa Maria della Vita. Dopo essersi dedicata alla statuaria marmorea di Canova, Tenerani e Wildt, che tende alla statica perfezione ideale, nel 2018 Beatrice studia Niccolò dell’Arca, uno dei più grandi interpreti della coroplastica Rinascimentale, addentrandosi in un nuovo mondo artistico dove a farla da padrone sono il dinamismo e la forza espressiva delle singole figure. Struggenti sono i particolari tratti dalla scomposizione di elementi: dai più incisivi delle Marie piangenti ai meno esuberanti del San Giovanni, figura centrale che, silenziosa, si dispera nel suo pianto.
I volti, le mani, “l’urlo di pietra” delle Marie “sterminatamente piangenti” di Niccolò, sono indagate – commenta Graziano Campanini, curatore, responsabile di Santa Maria della Vita-  fino ai minimi dettagli fino a mostrarci i denti delle bocche urlanti e la lingua, fino a farci vedere le rughe sul viso di San Giovanni Battista e tutti i suoi ricci arruffati, fino a farci vedere le vesti di Maria Maddalena scomposte dal vento che ricama sui veli e sui mantelli onde di dolore come se si propagassero nell’aria attorno”.
Nel corso degli anni Settanta, Serpieri inizia il suo percorso artistico come ritrattista in bianco e nero, curando personalmente tutto il procedimento fino alla stampa manuale. Artista riconosciuta a livello internazionale per le capacità di introspezione dei soggetti ritratti, ha partecipato ad importanti mostre ed esposizioni come la 56° Biennale di Venezia nel 2015, a diverse edizioni di Arte Fiera a Bologna e Biennali all’estero. Dal 2003 passa intenzionalmente al colore e allo studio della scomposizione della luce indagando in prima analisi le vedute architettoniche – in mostra è presente un’immagine onirica dei portici bolognesi che conducono al Santuario della Madonna di San Luca – per poi approdare alla rilettura della figura umana di grandi artisti del passato.
Le opere dell’artista bolognese, esperta nell’amplificazione descrittiva dei dettagli, visibile soprattutto nella scomposizione dei volti e delle vesti, conquistano il pubblico con una nuova interpretazione dei grandi scultori. Nel suo lavoro l’emergere della luce scomposta mette in evidenza una precisa ricerca mirata allo stravolgimento dell’immagine, suscitando un senso di straniamento. Le opere – realizzate in stampa digitale su pellicola vinilica e applicate su grandi lastre di massello in metacrilato traslucente – diventano vere e proprie foto-sculture che dialogano con il contesto esterno in un continuo divenire e con una visione tridimensionale.      Il catalogo della mostra è edito da Edizioni Pendragon in un volume bilingue corredato da saggi critici del curatore Graziano Campanini, e da Jadranka Bentini e Sandro Parmeggiani, critici d’arte.

 

Beatrice M. Serpieri

Beatrice M. Serpieri nasce a Bologna.  Dopo aver perfezionato gli studi classici e universitari, negli anni ’70 si dedica con passione allo studio della fotografia, diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Roma e alla Libera Università Europea di Macerata, Dipartimento di Arti Visive.

La sua lunga e prestigiosa carriera di ritrattista, perseguendo una poetica da lei stessa definita “Fotogenia dell’Anima”, si distingue per lo studio appassionato e profondo dell’essere umano, rendendo i suoi ritratti in B.N. vere e proprie opere d’arte, al pari della grande tradizione della ritrattistica sia pittorica che fotografica. Attraverso i ritratti di Serpieri si conferma l’affermazione di E. Lévinas: “La faccia è il mezzo attraverso il quale l’invisibile che è nell’uomo si fa visibile ed entra in rapporto di scambio con noi”. Nel suo archivio le grandi famiglie italiane ed europee.

Il suo percorso è scandito da numerosi successi e riconoscimenti personali: nel 1990 è a Roma – Piazza di Spagna e Milano – Piazza Duomo con “Immagine Donna” presenti 37 fotografi di fama internazionale, 1990 ancora Roma “Antologica” – all’Accademia del Superfluo, ed esposizioni in luoghi “simbolo” della cultura, tra cui: 1992 Bologna, Chiostro Monumentale di San Domenico, Antologica “Complicità” in apertura della stagione culturale ; 1995 Firenze, per 40°Pitti Immagine Bimbo – Antologica “Les Portraits des Grandes Familles”. Espone i suoi ritratti in importanti Biennali all’estero: 1996, Barcellona, Spagna, 8 ͣ Biennale Fotografica – Antologica; 1996, Madrid,14°Congresso Internazionale della Fotografia, e in Italia in numerose Gallerie pubbliche e private.
Nel 2001 espone a Parma nella 6 ͣ Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea. Nel 2002 presenta a Bologna il “Calendario 2003” di solidarietà,“Le quattro Stagioni” in Sala Farnese – Palazzo d’Accursio. Prosegue l’attività espositiva partecipando nel frattempo a numerosi convegni, tavole rotonde e trasmissioni televisive sia in Italia che all’estero incontrando consensi e riconoscimenti. L’abilità e la sensibilità di Serpieri svelano la sua capacità di andare “oltre” alla semplice registrazione mimetica della percezione visiva come attesta la nozione di “punctum” barthesiano.

Sollecitata dall’esigenza di approfondire il proprio lavoro di artista strettamente legato alla ricerca del bello assoluto, dal “paesaggio interiore” in B.N. nel 2003 passa intenzionalmente al colore e allo studio della scomposizione della luce, indaga le illusorietà che ci offrono le vedute architettoniche, per poi approdare alla rilettura della statuaria del Canova e del Tenerani in continuità con lo studio del ritratto che tanto l’ha appassionata: un’esperienza artistica che intraprende con passione e rigore. Attraverso un suo particolare procedimento di scomposizione fotografica dei manufatti e della luce, effettuata esclusivamente in fase di ripresa, realizza sorprendenti immagini, presentandole in suggestive installazioni tridimensionali, tralucenti, dinamiche: vere foto-sculture. E’ qui che Serpieri esalta “La vera bellissima carne”, già evidenziata nella lettura critica di Antonio Paolucci.

Catturate e rispedite dall’obbiettivo, traducendosi in immagini quasi fantastiche, troviamo la rilettura dei più grandi capolavori canoviani. Nel 2009 presenta la sua mostra ”Illusioni” a Cortina d’Ampezzo e diviene protagonista nuovamente di esposizioni personali e collettive; importanti Musei Civici d’Arte Antica e Contemporanea la chiamano per l’efficacia innovativa delle sue opere che trova conferma in grandi mostre ed eventi personali: “Illusioni” nel 2010 a Ferrara nei Musei Civici d’Arte Antica Riminaldi – Palazzo Bonacossi e nel Museo Schifanoia, esposizione che riprenderà negli anni successivi 2012 e 2014 con l’opera “Origine”; sempre nel 2010, a Bassano del Grappa, nell’ambito del XI Convegno internazionale di studi Canoviani espone >nel Museo Civico – Ala Canova, spazio dove l’opera “ Aenigma” verrà ripetutamente esposta dal 2012 al 2015. Nel 2011 quindi a Gaeta, al Museo d’Arte Contemporanea Giovanni da Gaeta.

Dice di lei Philippe Daverio, presentando la sua mostra “Illusioni” al Museo Civico di Bassano del Grappa: “Grazie a questa artista ora noi possiamo guardare al grande scultore in modo completamente nuovo, restando stupiti di come anche una caviglia scolpita dal Canova, ammirata innumerevoli volte, ci sembri inedita”. Espone successivamente i suoi studi di scomposizione sulle architetture con un’installazione di grandi dimensioni “Archi Off Light” nel 2011 a Bologna per Arte Fiera; presenta ancora una retrospettiva al “Celeste Prize” nel 2011, a Bologna e partecipa con i suoi studi sul Canova nel 2012 a Ravenna alla “V Biennale delle Chiese Laiche”.

La sua opera “Theoria” è pubblicata nel catalogo“Light Art in Italy” di Gisella Gellini, corrente artistica consolidata a livello internazionale, della quale l’artista fa parte.Tra il 2011 e il 2015 ha tenuto lezioni sul tema“Arte e contemporaneità nella percezione visiva” al Dipartimento di Arti Visive del Politecnico di Milano e al Corso di Psicologia dell’Arte dell’omonimo Dipartimento dell’Università di Bologna, sul tema ”Sinergie tra Istituzioni Museali e iniziativa privata. Culture visive a confronto attraverso la lettura fotografica di Beatrice M. Serpieri”.

Nel 2012 approfondisce la ricerca sulla scomposizione della luce, studia le opere di Wildt, offrendone una rilettura davvero innovativa ed inedita. Nel 2013 intraprende uno studio complesso intorno alle Cere Anatomiche del Museo Luigi Cattaneo in Bologna, in accordo con il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Alma Mater Studiorum dell’Università della medesima città ed espone, nel maggio del 2014, nel Museo Luigi Cattaneo la foto-scultura “Fantastiche apparenze” presentata da Jadranka Bentini in occasione del Simposio Internazionale“ Amazing Models”. Nel novembre dello stesso anno il suo studio intorno alla Cere Anatomiche si realizza con la mostra “De Corporis Fabrica”, a cura di Jadranka Bentini, ambizioso quanto innovativo progetto che coinvolge molteplici realtà bolognesi con l’esposizione delle sue foto-sculture: l’Alma >Mater Studiorum Università di Bologna, il Sistema Museale d’Ateneo, il Museo L.Cattaneo, il Museo di Palazzo Poggi e l’Archiginnasio, oltre a manifestazioni e conferenze, destando un vasto consenso di critica, pubblico, stampa e tv.
Bologna le rende omaggio chiamandola ad esporre nuovamente “De Corporis Fabrica” in maggio 2015 nell’Oratorio del Museo della Vita, accompagnata dalla presentazione del “Libro d’Artista “ piccolo gioiello” con testo critico di Jadranka Bentini, edito in sole 100 copie numerate e firmate dall’artista.
La partecipazione alla Biennale di Venezia 2015 con l’opera “Chimera” conferma il successo di questa particolare ricerca.
Nel novembre 2015 in occasione delle celebrazioni per il 40° anniversario della morte di Pasolini partecipa alla mostra “Perfetta solitudine – in morte di Pier Paolo Pasolini” e al “Libro d’Artista” legato alla mostra stessa.
Affiancata da anni nella sua ricerca da una storica dell’Arte del calibro di Jadranka Bentini, nel 2016 presenta negli spazi di Must Gallery e della Axion Swiss Bank S.A di Lugano la mostra “Fulgor in Signis”- Inganni di senso, compendio di tre grandi progetti-studio di Serpieri intorno all’arte scultorea della lunga tradizione italiana, che apre a future e più ardue prospettive artistiche.

Hanno detto di lei: Franco Basile, Jadranka Bentini, Beatrice Buscaroli, Graziano Campanini, Vittoria Coen, Lanfranco Colombo, Victoria Combalìa, Philippe Daverio, Walter Guadagnini, Paola Barbara Sega, solo per citarne alcuni.

I suoi lavori sono raccolti in molteplici collezioni private, esposti in numerosi Musei Civici d’Arte Antica, tra >cui i Musei Schifanoia e Riminaldi di Ferrara, il Museo Civico A. Canova di Bassano del Grappa e Pinacoteche d’Arte Contemporanea; Serpieri vanta una vasta bibliografia di cataloghi d’arte, preziosi libri d’artista, riviste del settore, periodici e quotidiani.  Attualmente vive a Bologna. www.beatriceserpieri.com
studiobeatriceserpieri@gmail.com

BEATRICE M. SERPIERI, “DINAMICHE D’ARTE”
26 settembre – 25 novembre 2018

Museo del Complesso Monumentale di Santa Maria della Vita, via Clavature, 8, Bologna

Orari: da martedì a domenica ore 10-19 – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
www.genusbononiae.it