Il 14 febbraio è il giorno degli innamorati: per questo ci siamo
chieste se i rapporti amorosi tra giovani e meno giovani siano
tutelati effettivamente con l’accesso a misure preventive
e anticoncezionali.La scorsa notte {{i più grandi ospedali di Roma sono stati oggetto di un blitz-inchiesta da parte di circa 50 studentesse}} (di alcune
scuole di Roma e delle due università La Sapienza e Roma 3)
e precarie.
_ L’obiettivo è quello di {{tracciare una mappa di quegli
ospedali in cui illegalmente si esercita l’obiezione di coscienza}}
sulla contraccezione di emergenza.
Verso le 22.00 piccoli gruppi di donne sono entrati
contemporaneamente nelle sale dei pronto soccorso richiedendo la cosidetta “pillola del giorno dopo”, che deve essere assunta
entro le 72 ore dal rapporto sessuale ma la cui efficacia
diminuisce col passare delle ore.

I dati raccolti la scorsa notte sono i seguenti.

Il {{policlinico Gemelli e l’ospedale S.Pietro Fate Bene Fratelli
non prescrivono la pillola}}.
_ Difronte alle insistenze delle
studentesse,{{ il personale risponde che questi sono ospedali
cattolici}} (come se si fossero dimenticati di essere convenzionati
con lo stato italiano), giustificando, in questo modo l’omissione di soccorso.

{{L’ospedale CTO rifiuta la prescrizione della pillola}} e al momento
di rilasciare la dichiarazione del rifiuto, {{la dottoressa chiede
di pagare il ticket di 25 euro}}, indirizzando poi la richiedente
ad un altro ospedale per avere la prescrizione della pillola,
dopo aver pagato un altro ticket.

I pronto soccorsi degli ospedali {{Policlinico Umberto I, San Filippo
Neri, San Camillo Forlanini, S.Eugenio, Pertini e S.Giovanni
prescrivono la pillola solo dietro pagamento del ticket di 25 euro}}.
_ In particolare l’ospedale {{S.Eugenio}} viene indicato da più ospedali
come{{ il luogo in cui viene prescritta la pillola “senza problemi”}}.
_ Nel pronto soccorso del {{S.Giovanni viene negata in un primo momento}}
a seguito di insistenze da parte delle studentesse, viene prescritta.

Negli ospedali {{S.Andrea, Policlinico Casilino, Policlinico Tor Vergata}} si segnala la {{presenza di obiettori}} ma, allo stesso tempo, la {{possibilità di ottenere la prescrizione della pillola, anche se con tempi di attesa non prevedibili}} e sempre {{dietro il pagamento del ticket}}.

Denunciamo l’omissione di soccorso e l’interruzione di
un {{pubblico servizio degli ospedali, laddove è illegale
che i medici ricorrano all’obiezione di coscienza}}.
_ La contraccezione di emergenza infatti ha un {{effetto
prefertilizzante e non abortivo}}, non prevede restrizioni
d’uso (è un farmaco che rientra nella “classe 1” dell’ OMS)
e {{deve essere prescritta senza diagnosi}}.

Ribadiamo inoltre che {{la salute deve essere un sevizio pubblico
e gratuito per tutti e tutte, migranti e cittadini/e italiani/e}}:
per questo riteniamo {{inaccettabile il costo del ticket
(solo per farsi prescrivere una pillola) pari a 25 euro
che devono essere sommate al costo del farmaco(circa 13 euro)}}.

La nostra azione è volta a {{rimettere al centro del dibattito
pubblico la libertà delle donne nella gestione del proprio corpo}},
troppo spesso utilizzato strumentalmente per dare avvio a
provvedimenti dettati dalla morale cattolica e che limitano
la possibilità di scegliere una sessualità e una maternità
consapevole.

{{Per questo noi obiettiamo gli obiettori.}}

{{Tutte le donne devono avere accesso ad un’informazione laica
e libera su sessualità e prevenzione}}, che agendo prima
dell’emergenza educhi a una sessualità consapevole;
a un{{ sistema di welfare universale che consenta
prestazioni sanitarie gratuite e servizi che ne sostengano
l’autodeterminazione}}, a partire da consultori,
asili pubblici e centri antiviolenza.

La libertà e i diritti delle donne non saranno il prezzo da pagare in questa crisi. Né ora né mai.

– {La foto è tratta dal sito http://stifler84.spaces.live.com/blog}