In un momento in cui agli slogan e alle promesse dei candidati politici le cittadine e i cittadini, disillus@ e stanch@, non credono più, nessuna carta sarebbe mai potuta esser più efficace nell’accaparrar consensi di quella giocata da Ferrara e rilanciata da Berlusconi a seguire. L’appello al mondo dei valori e alla sacralità della vita.Ci troviamo nel bel mezzo di una campagna elettorale a cui non avremmo voluto assistere, contornata dall’antipolitica e dall’ampliarsi dello {{scollamento tra società civile e istituzioni}}.

E’ così che ci si rivolge al “buon cuore” delle persone con ingredienti ben calibrati: una miscela di buonismo, pietosismo e perbenismo. E’ così che Berlusconi appoggia la moratoria ONU sull’aborto, proposta dal direttore de “Il Foglio”. Appellarsi al riconoscimento del diritto alla vita per l’embrione dipingendo come necrofilo chiunque tenti di difendere il diritto all’aborto non è cosa nuova.

Quello che più stupisce e spaventa è il carattere estremamente subdolo della lettera pubblicata ne “Il Foglio”, il 15 gennaio scorso, in cui si chiede una {{moratoria a livello internazionale}} “delle politiche pubbliche che incentivano ogni forma di ingiustificato e selettivo asservimento dell’essere umano durante il suo sviluppo nel grembo materno mediante l’esercizio di un arbitrario potere di annichilimento, in violazione del diritto di nascere e del diritto alla maternità”. Inoltre si chiede di aggiungere all’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo di esplicitare che ogni individuo ha diritto alla vita “dal concepimento fino alla morte naturale” .

Oltre a considerare alla stessa stregua il diritto di nascere e quello alla maternità – il che equivale a mettere insieme capre e cavoli – si cita l’espressione {{“grembo materno” a mo’ di contenitore}}, nel tentativo di dimostrare scientificamente che si tratti solo di una semplice scatola inorganica, in cui l’embrione “è non soltanto un essere umano, ma titolare del diritto a non essere manipolato sperimentalmente”. Quindi, l’appello è contro l’eu-genetica. È così che viene definita la comune diagnostica prenatale sulle possibili disabilità/patologie del nascituro.

Il carattere mistificatorio del testo non consiste solamente nel tingere le proprie parole di uno smalto antirazzista, paragonando i medici che praticano l’aborto ai medici nazisti, ma nel parlare di aborto selettivo e manipolazione selettiva in vitro come violazioni del principio di rispetto per la vita, sancito dalla Dichiarazione di Ginevra.

Infine, gravissimo e fuorviante risulta l’appropriazione indebita da parte di Ferrara e chi per lui, della causa delle donne. E’, infatti, altamente offensivo lo schierarsi ipocrita contro l’abuso dell’aborto, che avviene in paesi Asiatici, come l’India, per via della {{pianificazione demografica e familiare delle nascite}}, in quelle realtà in cui è considerata ancora una disgrazia avere una figlia femmina. Strumentalizzare la lotta contro l’uso di tali pratiche, dal carattere estremamente drammatico, per ergersi a paladini della giustizia, risulterebbe un gesto ridicolo se non si trattasse di un argomento tanto tragico.

Se prima ci hanno fatto credere che questa Moratoria rappresentava la messa in discussione della libertà di coscienza delle donne ora si scopre che è solo un mezzo per contrastare la “ {{selezione sessista}}” che avviene in India, in cui “sono state eliminate prima della nascita milioni di bambine in 20 anni” . Ma veramente le donne dovrebbero credere che la penalizzazione dell’aborto sarebbe finalizzata a combattere le pratiche sessiste dei paesi non Occidentali? Come possono farlo?
Come si può pretendere di far passare un pensiero catto-proibizionista come un pensiero altamente democratico e libertario?

In campagna elettorale, tirare in ballo la sacralità della vita, spostare l’asse del discorso dalle decisioni politiche ai valori etici, ben sapendo che promettendo meno tasse e più posti di lavoro non si ingannerebbe più nessun@ potrà forse servire a guadagnar voti, ma, come disse Abraham Licoln, noto difensore dei nobili principi della libertà e la democrazia, tanto cari ai firmatari della moratoria, “Potrete ingannare tutti per un po’. Potrete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potrete ingannare tutti per sempre”. Ma soprattutto {{non potrete ingannare più nessuna}}.