Eva and Franco Mattes
New York, 2015
Photo by Natan Dvir/Haaretz Photo by Natan Dvir/Haaretz

The Blank Contemporary Art*, insieme agli artisti Eva e Franco Mattes*, è  tra i vincitori dellItalian Council*, l’importante progetto della Direzione Generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane del MiBACT che vuole sperimentare una formula di intervento nelle periferie italiane, intese come territori che vivono realtà di fragilità sociale, economica e ambientale, non necessariamente lontani dal centro fisico della città, per coinvolgere diverse espressioni della creatività contemporanea, nella rivitalizzazione urbana e socio-culturale del territorio e delle comunità.

*The Blank Contemporary Art è un’associazione culturale nata a Bergamo nel 2010 con l’intento di diffondere ed ampliare la passione e la curiosità verso l’arte contemporanea.The Blank è un network che riunisce e promuove le realtà culturali del territorio bergamasco: istituzioni pubbliche e private, musei, gallerie, project space, artisti, collezionisti, operatori culturali. The Blank è una residenza che accoglie i più innovativi linguaggi del contemporaneo.nThe Blank è Artdate, Artpassport, Benefit, Conversations, Educational, Kitchen, Residency. Progetti che condividono con pubblici diversi il potere creativo dell’arte. The Blank è una palestra: un campo di formazione per giovani professionisti. The Blank è uno spazio vuoto da riempire.

*Eva e Franco Mattes  sono gli unici artisti italiani citati in Mass Effect (Lauren Cornell e Ed Halter, MIT, Cambridge, MA/New Museum, New York, 2015), l’antologia seminale che indaga l’effetto di Internet e dei linguaggi digitali sulla produzione artistica; e inclusi nella mostra “Electronic Superhighway” (2016) alla Whitechapel Gallery di Londra, che ha esplorato l’impatto del computer sull’arte dagli anni Sessanta a oggi – Eva e Franco Mattes (Brescia, 1979; vivono a New York) seguono la parabola di Internet dai tardi anni Novanta, quando compaiono sulla scena dell’arte come 0100101110101101.org – un nome di dominio che è anche una misteriosa identità artistica, in perfetto allineamento con la mitologia dell’epoca.
Cresciuti sotto l’ala di Luther Blissett (il nome collettivo che ha promosso svariate iniziative culturali volte a smascherare i media come strumenti per la costruzione della realtà) per alcuni anni 0100101110101101.org scombinano le carte: rubano e copiano, usano falsi nomi, impersonano altri soggetti, creano false identità, ma adottano anche strategie di totale trasparenza, senza che queste arrivino a minare la sostanziale opacità della coppia di artisti.
Nell’intervista che segue, Eva e Franco Mattes ripercorrono una pratica ventennale, discutendo come, nel loro lavoro, una forte coerenza tematica si affianchi a una estrema flessibilità formale, e alla capacità di adeguare i linguaggi impiegati al contesto in cui operano, all’evoluzione della rete e dei rapporti tra Internet e la produzione artistica. Eva e Franco Mattes sono stati intervistati da Domenico Quaranta critico, curatore e docente. Autore di Media, New Media, Postmedia (Postmedia Books, Milano, 2010) e direttore artistico del Link Art Center, Brescia. L’intervista può essere letta su  flash art

Insieme a The Blank sono stati premiati i progetti presentati da: Venaria Reale, Museo MAXXI, Van Eyck Academie di Maastricht, Fondazione Merz, Point Centre for Contemporary Art di Cipro,  Fondazione Pistoletto – Città dell’Arte, Fondazione Malvina Menegaz e  Whitechapel Gallery di Londra. The Blank desidera complimentarsi anche con tutti gli altri artisti vincitori, molti dei quali hanno collaborato e sostenuto l’associazione in questi anni: Salvatore Arancio, Stefano Arienti, Rosa Barba, Elisabetta Benassi, Botto & Bruno, Mimmo Paladino, Diego Perrone e Diego Tonus.

E’ stato premiato il progetto My Little Big Data realizzato da Eva e Franco Mattes, una riflessione sulle modalità con cui le informazioni personali  vengono raccolte ed elaborate dalla rete e dall’utilizzo che ne deriva. Attraverso un’indagine “fai-da-te” gli artisti analizzano i propri dati personali  per creare un autoritratto basato sui dati estratti da 70.000 email personali spedite e ricevute negli ultimi 10 anni.

La prima copia del video essay realizzato entrerà a far parte della collezione della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, partner del progetto. L’opera sarà presentata in manifestazioni culturali internazionali, inclusa la partecipazione alla Biennale di Atene, una mostra personale presso il Fotomuseum Winterthur di Zurigo e due conferenze accademiche, alla Goldsmiths University di Londra e alla New School University di New York.

Eva e Franco Mattes (Brescia 1976, vivono e lavorano a New York, USA), è un duo di artisti, inizialmente noti come 0100101110101101.org, che collabora dal 1995. Sono considerati tra i rappresentanti di punta della Net Art. I loro progetti nascono da spiccata capacità di comprensione e utilizzo dei nuovi media. Per più di 20 anni hanno costantemente prodotto lavori che rispondono e sviscerano la nostra condizione di vita iper-connessa, esponendone, spesso con umorismo, le più profonde implicazioni etiche e politiche.

Con il termine Net art, alla quale ci si riferisce anche con Internet art, ci si riferisce ad una disciplina artistica contemporanea volta a creare opere d’arte con, per e nella rete Internet. Tale forma d’arte ha aggirato il tradizionale dominio del circuito di Gallerie e Musei, demandando il ruolo principale dell’esperienza della fruizione estetica ad internet o ad altre reti telematiche. In molti casi, la visione dell’opera è disgregata in particolari specie di interazione con il lavoro artistico. Gli artisti che lavorano in questo modo sono spesso chiamati net artist.

Esistono però diverse tipologie di lavori digitali che seppur creati per la rete non possono essere definiti opere di net art. Per questo motivo è necessario rintracciare alcuni elementi essenziali che rendono riconoscibile un’opera di Net art. Caratteri di un’opera di net.art sono:

  • creati con linguaggio di programmazione e software
  • l’intenzione artistica/estetica e di connessione fra più contenuti multimediali;
  • l’interattività come elemento essenziale ma non sempre necessario;
  • la fruibilità globale -l’accesso ad un’opera di Net.Art deve essere possibile da qualsiasi connessione ad Internet-;
  • l’essere open source -modificabile da chiunque (in alcuni casi)