Chiara Fumai, Chiara Fumai reads Valerie Solanas, 2013. Videoinstallazione. Courtesy l’artista

La galleria Doppelgaenger di Bari  ha inaugurato, il 29 giugno 2018, un progetto annuale dedicato a Chiara Fumai  Il tesoro della città delle donne: Goldschimed & Chiari “Secret Eyes Only” la mostra durerà fino al 29 luglio.

Articolo di Mariacristina Ferraioli su Artribune

— La galleria Doppelgaenger di Bari ha scelto di omaggiare Chiara Fumai, morta un anno fa proprio all’interno della galleria, con il progetto annuale Il tesoro della Città della Donne, dedicato all’artista scomparsa. Ad inaugurare il ciclo una mostra del duo Goldschmied & Chiari, amiche e colleghe di Chiara…    Omaggiare un artista scomparso non è mai semplice. Il rischio di cadere nella retorica è sempre molto alto. Soprattutto se si tratta di una morte, come quella di Chiara Fumai (Roma, 1978 – Bari, 2017) che ha profondamente toccato il mondo dell’arte. Scomparsa ad agosto 2017 a soli 39 anni, Chiara Fumai è stata una delle artiste più rappresentative della sua generazione. Senza alcun dubbio una delle più interessanti. La galleria Doppelgaenger di Bari, di cui la Fumai era ospite proprio il giorno in cui è morta, inaugura il prossimo 27 giugno la prima edizione del progetto Il tesoro della Città della Donne, dedicato proprio all’artista scomparsa.

L’ORIGINE DEL PROGETTO  “Il tesoro della città delle donne”, si legge nel comunicato diffuso dalla galleria,“è il titolo che Chiara Fumai, artista scomparsa troppo presto, aveva scelto per la sua mostra personale negli spazi di galleria. La mostra era concettualmente conclusa e i progetti delle opere realizzati. La messa in scena sarebbe stata ironica come suo solito, una sorta di retrospettiva, e avrebbe coinvolto tanti fantocci, da Chiara sapientemente realizzati, ciascuno con le sembianze dei tanti personaggi interpretati nel suo infaticabile “s-lavoro”, attorniati dai feticci delle performance a cui si era dedicata. Dare vita al progetto ideale dai bozzetti sarebbe stato complesso per deontologia e rispetto e mai avrebbe potuto essere completo senza le sue mani, così abili e affusolate. Così Doppelgaenger ha deciso che d’estate, e ogni anno, ricorderà Chiara Fumai con un progetto a lei dedicato, nella speranza che lei, ovunque sia, ne sia contenta”.

LA PRIMA EDIZIONE   Tocca a due donne, Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied (1975) e Eleonora Chiari (1971)),amiche e colleghe della Fumai, inaugurare la prima edizione del progetto con una mostra da titolo Secret Eyes Only. Il titolo fa riferimento al timbro con cui vennero bollati i documenti redatti dopo lo scandalo del Watergate, secondo una direttiva dell’allora direttore della CIA che ordinava agli alti ufficiali di nascondere le operazioni illecite dei servizi segreti. Secret Eyes Only è anche il titolo del video in mostra dove le mani della ballerina Henriette Wallberg danzano su una base di velluto a ritmo del suono di un codice morse che ripete ossessivamente “stay behind”. Il video realizzato a sei mani in collaborazione con l’artista e coreografa svedese Lotta Melin fu esposto nel 2012 a Stoccolma e sarà per la prima volta in mostra in Italia. Goldschmied & Chiari, dal 2014, si ispirano per le loro opere a fatti storici accaduti nel ventesimo secolo. Il ruolo dei servizi segreti nella difesa degli Stati, e la loro ingerenza nelle scelte politiche, economiche, militari e sociali, è il tema centrale di questa mostra. Nelle intenzioni dei galleristi di Doppelgaenger c’è la volontà di far diventare il progetto Il tesoro della città delle donne,un appuntamento annuale fisso.

Così, dopo la sua morte a soli 39 anni la ricorda Antonella Marino su la Repubblica.it

“Credo che vivere l’opera d’arte in maniera totale – quindi anche su un piano realmente autobiografico – sia un modo intenso e generoso di stare al mondo”. Quel dichiarato confine tra arte e vita Chiara Fumai purtroppo lo ha varcato. L’artista barese affermata in ambito internazionale – 39 anni e una carriera artistica ricca di prestigiosi riconoscimenti – è stata trovata morta nella galleria Doppelgaenger, in cui era ospite.

Da qualche tempo i fantasmi che popolavano le sue potentissime performance, quei personaggi a cui lei dava voce con efficacia sorprendente, sembravano essere affiorati, irrompendo dalla storicità visionaria del mondo da cui li aveva pescati nella realtà vera dei suoi incubi quotidiani. Chiara non era soltanto un’artista di eccessivo talento. Era anche un’amica che avevo seguito fin dagli esordi. L’ambiguità tra realtà e finzione, la difficoltà di scindere il documento dalla sua interpretazione, l’aspetto scientifico e razionale e quello immaginifico o addirittura magico, erano parte integrante e motivo di fascino nella sua ricerca.

Addio all'artista 39enne Chiara Fumai: da Bari a New York, era conosciuta in tutto il mondo

Per Chiara non si trattava di una semplice interpretazione, ma di una forma quasi occultistica di reincarnazione. Come nel caso della ‘donna barbuta’ Allen Jones, che leggeva le lettere dei suoi ammiratori in una vetrina di Palazzo Mincuzzi a Bari, nel 2010. O della medium ottocentesca Eusapia Palladino, evocata con oggetti e filmati che riaprivano il caso sull’autenticità dei suoi poteri paranormali in un’ambientazione per il Premio Lum nel Teatro Margherita, sempre a Bari l’anno dopo. O ancora dell’anonima terrorista italiana anni Settanta che faceva irruzione, esprimendo rabbia e violenza con il linguaggio dei segni, durante una sua visita guidata alla collezione Querini Stampalia di Venezia. E della terrorista tedesca Ulrike Marie Meinhof, che aveva interferito in una mostra al Museion di Bolzano.

Ma anche di controverse anti eroine: come Zalumma Agra, a sua volta fenomeno da Circo Barnum vittoriano, apparsa durante ‘Documenta’ a Kassel 2012. In compagnia di altre figure femminili, quali l’attivista anarchica Valerie Solanas (che legge il suo Scum Manifesto per l’eliminazione del maschio in un video vincitore del Premio Furla 2013). Oppure, unico uomo, il mago Houdini, in un’installazione sonora nella barese galleria Murat122. Alla fine queste identità fittizie pare però che abbiano avuto il sopravvento. Eppure Chiara, tornata per a Bari a fine gennaio da New York, dove aveva vinto un’importante residenza, proprio per curarsi da alcune brutte crisi, sembrava si stesse riprendendo. Era impegnatissima nel preparare la sua prossima grande mostra a novembre nella galleria di Guido Costa a Torino.

Non più performance, ma a sorpresa anche dipinti e oggetti manuali. Mi aveva invitata

a seguirne l’iter, era entusiasta. E appena tre settimane fa mi aveva chiesto di accompagnarla per portare un piccolo uccello ferito all’oasi faunistica regionale di Sannicandro. In quell’occasione avevamo palato a lungo: diceva di sentirsi meglio, stava comprando casa a Bruxelles nella prospettiva di trasferirsi lì a fine anno. Propositiva, piena di progetti. Ma per qualche motivo incomprensibile, e soprattutto inaccettabile, i suoi fantasmi sono ricomparsi, sconfiggendola.