Recentemente, nella VI circoscrizione a Verona si è dibattuto sul nuovo regolamento degli asili nido comunali che verrà discusso in consiglio comunale probabilmente entro il 5 maggio.
Proposto dall’assessore Benetti, “il paladino della famiglia Tradizionale e Cattolica”, il nuovo regolamento ha suscitato la reazione di “alcune famiglie irregolari” che hanno firmato e distribuito nella stessa circoscrizione il volantino che segue.

{{Bambini a perdere.}}

Il nuovo regolamento per gli asili nido comunali sta tutto in questa splendida dichiarazione:
«I figli nati in un contesto familiare regolare hanno un canale preferenziale rispetto agli altri”.

Così nella graduatoria di accesso agli asili nido 20 punti vengono assegnati ai figli di vedove/i, 15 punti ai bambini di coppie regolarmente sposate, 10 punti a quelli riconosciuti da un solo genitore (nella stragrande maggioranza i figli di ragazze madri), 8 ai bambini di separati e solo 7 punti ai figli di coppie conviventi ma non coniugate, le terribili famiglie
di fatto.

Il perché ce lo spiega il consigliere di FI Mario Rossi (un nome, un programma):

{{“La famiglia e la sposa vedova}} con il bambino sono una istituzione riconosciuta come famiglia dalla costituzione, mentre la ragazza madre con il bambino per il suo status non ha avuto un rapporto istituzionalizzato con la società, come lo ha chi ha legame di matrimonio».

Dunque {{una graduatoria della moralità e della conformità al modello di Famiglia,}} quella con la maiuscola, unica e sola riconosciuta. E i bambini?
Ma chi se ne importa! E le madri, le donne, la fatica che fanno a gestire situazioni difficili? Sono colpevoli di non avere “un rapporto istituzionalizzato con la società” e quindi..

Se un pregio ce l’ha questo regolamento è di {{svelare come la pensano veramente i paladini della Famiglia}}. C’è qui un furore ideologico, una gelida rabbia non tanto a difesa della famiglia ma contro tutte/i quelle/i che dentro quella Famiglia, per i più diversi motivi, non ci stanno.
Una furia che rivela come anche le campagne contro l’aborto non siano a favore di eventuali bambini che potrebbero nascere ma ancora una volta contro le donne colpevoli di non essere sottomesse e conformi.
Viene fuori un pensiero unico spaventosamente ottuso e irreale che vorrebbe restaurare a suon di leggi e regolamenti quello che, per fortuna, nella società non esiste più.

I tanti e diversi modi di stare insieme, a volte scelti, a volte subiti, stanno intorno a noi, veri e vicini, a ricordare che {{la vita delle persone è un’altra cosa.}} E allora a colpi di clava puniamo i cattivi anzi le cattive e premiamo la Famiglia consacrata dal matrimonio.

Ma chiediamo di nuovo:{{ e i bambini?}} I bambini si usano mica si difendono. In genere si usano contro le madri. Così il figlio di genitori separati o di una ragazza madre o di chi vive insieme ma non si è sposato vale meno del figlio della famiglia del mulino bianco (quella famiglia comunque in cui le cronache ci dicono si consumano le peggiori nefandezze).

Bambini marchiati dal fatto di essere figli di madri, di {{genitori “cattivi”,}} bambini che valgono meno, bambini a perdere. Bambini per i quali forse ci sarà un po’ di carità pelosa, erogata caso per caso, dopo aver valutato tutto, ma proprio tutto.. Trasformati già così piccoli in diversi, in casi sociali tollerati a fatica ma non inclusi nella scintillante e perfetta società delle Famiglie regolari.

fonte: mailing list [sommosse]