Sono contenta che Maroni faccia una sanatoria per le badanti e le colf, avendole sempre rinfacciate a noi nella materia dell’ immigrazione, mentre Berlusconi era famoso per le sanatorie sulle tasse non pagate. [articolo da mailing list Luciano Martocchia – Pescara, ndr.]
Ma -ciò detto- questa sanatoria è schifosa e continua {{una tendenza tipica verso le donne}} che sono sempre trattate marginalmente e senza che possano invocare la legalità generale.

{{ La cosa è cominciata da decenni ad essere discussa tra le femministe e in particolare da femministe nere USA}}, che hanno spesso rimproverato alle femministe bianche di assumere donne nere in nero e senza garanzie, in particolare poi erano sotto accusa le femministe europee per assumere badanti che vengono da lontani paesi senza curarsi se i loro bambini che sono spesso piccolissimi stanno anni con le nonne o con donne ancora più povere delle loro mamme e non stanno certo bene . Avevo proposto che fosse obbligatorio per chi assume una badante, di ospitare anche i suoi bambini, quando non sono al nido o alla materna, mi è stato risposto che allora non vi è più convenienza, ma che noi siamo “padrone buone”, frase che a me fa venire il vomito.

Nel femminismo italiano l’origine di questo argomento è lontana. Avendo constatato che le donne nelle carceri italiane non sono mai più del 10% dei detenuti, si era diffusa l’opinione che noi siamo più “buone”, non siamo “criminali”, non siamo violente ecc.

Chi fece cadere scientificamente questo stupido pregiudizio fu {{Tamar Pitch,}} una grande sociologa femminista che ci spiegò che in carcere non ci sono i delinquenti, ma i poveri e i marginali e gli oppressi che delinquono, i ricchi e ben posizionati socialmente, certo delinquono, ma non vanno in carcere, cosa ormai anche troppo nota. {{Le donne in quanto marginali e oppresse sono a loro volta recluse a domicilio}}, diceva Tamar e un po’ ci sembrava una provocazione, ma lei argomentava che la casa era tradizionalmente un luogo protetto, ma anche escludente dalle relazioni sociali e dalla conoscenza delle opportunità anche di violare la legge, sicchè quella “bontà” era solo il riflesso ideologico -nel senso cattivo del termine- del ruolo marginale messo addosso alle donne. Anche nei grandi eventi le donne ci sono, ma essendo relegate ai soliti lavori (cucina bambini malati e vecchi) (Kueche Kinder Kranken Kirche diceva Bismarck) non si vedono e restano ai margini dell’evento.

Anche come migranti occupano lavori tradizionali, badanti colf e prostitute e solo in quest’ultimo ruolo vengono stigmatizzate, ma comunque meno dei viados, la prostituzione maschile fa più scandalo.

Che cosa voglio dire? che le “comprensioni” pelose sono offensive e le relazioni e le prestazioni intrise di buoni sentimenti, invece che di diritti, pure.

Molti anni fa in un capitolo intitolato “{Scienza della vita quotidiana}” di un mio libro avevo detto che il lavoro di domestica è avvilente, anche e persino di più se la padrona è “buona” e regala i suoi abiti smessi e il panettone avanzato a Natale, ma non paga i contributi e non si sogna di versare la tredicesima. Meglio sarebbe per i lavori pesanti (vetri pavimenti stiratura dispensa) che ci fossero {{piccole cooperative di donne che si organizzano come lavoratrici}} ecc.

Per i{{ lavori detti più propriamente “di cura”}} questo non va bene e allora bisogna preparare {{una cultura della casa di riposo pubblica}} e accessibile e anche non marginalizzata, e anche altre soluzioni fino a che si è autosufficienti, ad esempio di dividere la casa con una o uno studente universitario, che scambia un affitto modesto con qualche lavoro e garantisce la presenza notturna. Queste soluzioni sono in uso in molti paesi e consentono alle persone anziane di restare nel loro quartiere e nella loro casa e non di trasferirsi e morire in luoghi ignoti e non percorribili. Le soluzioni sono molte e già applicate in molti paesi e consistono essenzialmente nel riorganizzare quella cultura del buon vicinato che è anche il fondamento di una buona politica della sicurezza.