Pressenza è un’agenzia di stampa internazionale per la pace, l’umanesimo, la non violenza, i diritti umani e l’ambiente, creata nel 2008, a Milano durante il Simposio Internazionale del Centro Mondiale di Studi Umanisti (Argentina) in relazione all’allora futura prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.

Formata da attivist* che s’impegnano a titolo gratuito, Pressenza s’avvale di redazioni, autonome, in vari paesi e ha contatti con centinaia di media tramite attivist*.

Partecipa a vari movimenti. Ad esempio, ad I can”- International Campaign to Abolish Nuclear Weapon che punta a un Trattato che vieti, preventivamente, la ricerca e l’uso del Killer Robot (a tema, intervista a Shirin Jurder, coordinatrice per il Medio Oriente della Women’s International League for Peace and Freedom (Wilpf) e attivista della Campain to Stop Killer Robots (paesedelledonne-on line- rivista, 7 ottobre). La Wilpf è tra le molte associazioni che scambiano con Pressenza informazioni e sostegno internazionale.

Pressenza ha organizzato per il 5 e 6 ottobre, ad Attigliano (Tr), nel Parco di studi e riflessioni del movimento Umanista, l’incontro della rete medioattivista, partecipata da giornalist* indipendenti e attivist* appartenenti a movimenti e attività sociali diverse.

In merito all’incontro, proponiamo due interviste (a. Anna Polo, co-organizzatrice Pressenza; b. Giovanna Procacci, Comitato per Lucano e Riace), relative ai lavori di sabato 5; seguono appunti sul giorno 6 e sintesi degli impegni finali.

 

Anna Polo (Pressenza):

Sabato, primo giorno di riunione, è stato molto interessante perché abbiamo fatto un primo giro sulle aspettative dei presenti; su come avrebbero voluto uscire dalla riunione e non solo rispetto a concreti progetti da portare avanti insieme, progetti sui social, ma su come si sentivano: con maggior conoscenza reciproca, più speranza e più forza.

Quello che stiamo facendo non è facile ma è molto importante. Stiamo costruendo un’informazione indipendente, una rete che copre ambiti diversi e in cui la gente si sente accolta e appoggiata.

La rete è il frutto di molti mesi di lavoro, iniziati con gli “incontri di città”, in Italia, lanciati da Pressenza: il primo a Milano, il 20 gennaio scorso, seguito da quelli di Roma, Firenze e Napoli.

Abbiamo poi organizzato un incontro nazionale, in aprile, vicino a Verona, da cui è stata tratta anche una mailing list che conta, a oggi, più di cento persone, tra attivist* e sostenitor*, estesa su quasi tutto il territorio nazionale: si potrebbe dire, da Torino a Trapani.

La partecipazione è mista per sesso e per età, con prevalenza di giornalist* e attivist* di molta esperienza.

In lista, presenze collettive – es. Italia che cambia, Agenzia Dire – e singole persone, specie giornalist* che aderiscono personalmente, non per conto di una testata; molte anche le presenze associative provenienti da vari tipi di movimenti. L’interessante, per noi, è proprio la compresenza, la co-azione.

Sabato 5 abbiamo avuto la grande fortuna di ascoltare interessanti testimonianze dirette e, via skipe, Veronica Alfonsi di Open arms.

(ndr. Proactiva Open Arms, ong spagnola fondata nel 2015 da Òscar Camps, finalizzata alla ricerca e al soccorso in mare, con base operativa a Lesbo [Grecia], solo nella notte del 7 c. m., ha salvato, nella zona Sar maltese, 40 persone nel mentre avveniva, davanti a Lampedusa, l’ennesimo letale naufragio. “Così è #Med, O vita o morte” twitta Open Arms, che posta il video del salvataggio).

Veronica Alfonsi (prosegue Anna Polo) ci ha raccontato la situazione attuale del salvataggio in mare; ci ha parlato del nuovo accordo tra Italia e Malta e del fatto che, in sostanza, il nuovo governo ha attenuato i toni ma ha la stessa politica del precedente.

Pressenza sostiene la campagna d’informazione e sensibilizzazione La giusta rotta, lanciata da Open Arms, Sea-Watch e Mediterranean Hope.

 

Tutte le testimonianze sono state molto interessanti. Giovanna Zuccacci ci ha parlato di Riace; Andrea Sformiconi (in collegamento skipe), ci ha informato d’iniziative bellissime, positive, in Toscana, in tema d’accoglienza, di scuole per migranti.

La nostra pagina f.b, “medioattivisti” è uno dei passi con cui vogliamo camminare e costruire iniziative in comune; tenere i contatti con altri siti e agenzie e aiutarci, scambiarci le informazioni.

Ad esempio, come Pressenza abbiamo intervistato Marco Bertaglia, coordinatore italiano di Extinction Rebellion (XR), di cui è qui con noi un attivista. Noi l’abbiamo segnalato e altri siti l’hanno ripresa.

Noi cerchiamo di estendere sempre di più la rete, al momento italiana ma aspiriamo a renderla europea con l’aiuto, in altri Paesi, di attivisti e altre redazioni.

Tra i progetti lanciati e che, oltre i propositi di questi due giorni, si realizzeranno, c’è il VI Forum Umanista Europeo in programma a Roma nel giugno del 2020 (ndr. la Dichiarazione finale del V Forum Umanista Europeo è su Pressenza Italia, You Tube-16 maggio 2018).

L’appuntamento romano sarà un momento di forte convergenza di tanti movimenti; noi, come Pressenza Italia, vorremmo formare all’interno del Forum un’area tematica sulla rete medioattivista, su giornalist* indipendenti e attivist* e stiamo già lavorando a questo.

 

Giovanna Procacci:

Sono un’attivista di Libera, la rete nata ne 1995 “contro le mafie” cui aderisce la società civile, scuole, sindacati, organizzazioni cattoliche, gruppi scout, parrocchie, altr*, coinvolti in un impegno continuato, propositivo e corresponsabile per combattere “contro le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta. Aderiscono al network di Libera Internazionale, 35 Paesi d’Europa, Africa e America Latina.

Il mio impegno nel volontariato s’estende anche ad altre organizzazioni della società civile e, nel caso specifico di questo incontro ad Attigliano, sono venuta a testimoniare l’attività del Comitato per Lucano e per Riace.

(ndr. il Comitato, costituitosi del presidio, a Milano, nel giorno d’apertura del processo, a Locri, intentato a Mimmo Lucano e Riace, conta più di 70 adesioni di enti, movimenti e gruppi e singol* della società civile, con l’obiettivo di difenderli e di difendere un’esperienza d’accoglienza e integrazione che ha fatto scuola.)

Sto facendo (prosegue Giovanna Procacci), un monitoraggio di cittadinanza di quel processo perché penso che sia un processo politico molto importante, dove si giocano le libertà di tutt*.

Per pubblicare questo monitoraggio, per diffonderlo, per la prima volta in vita mia ho avuto bisogno di una agenzia stampa, di giornalist*, di questa rete medioattivista.

L’incontro è stato molto interessante perché si è discusso di come ci si può aiutare tra attivist* e giornalist* che sono vicini alle nostre battaglie. Abbiamo esaminato anche sul piano tecnico varie modalità per incrementare il contributo della stampa alle nostre campagne e, da parte nostra, il contributo a Pressenza, perché l’agenzia vada avanti.

Ieri abbiamo avuto due collegamenti skipe: quello con Open Arms ha aiutato ad approfondire il tema dei soccorsi in mare, del modello d’accoglienza di Riace, e del processo a Lucano. Il secondo collegamento, ha testimoniato una splendida esperienza, in Toscana, con migranti; un lavoro continuo e stringente, che si potrebbe definire corpo a corpo, sia sul piano didattico che del supporto alla vita, all’alloggio, ecc. per i/le migranti.

(ndr. Pressenza ha ribadito anche il sostegno alle iniziative della Fondazione “E’ stato il vento, nata da esperienze artistiche spontanee a Riace e presentata a Caulonia il 12 maggio c. a., “creata per rilanciare, senza fondi pubblici, i progetti, in progress, di Riace; progetti da rilanciare ma che abbisognano di un grosso sostegno.)

Nella seconda giornata d’incontro, domenica 6, il collegamento skipe è stato con Cristina Mirra, dell’associazione a Promozione Sociale Metaeducazione, creata nel luglio 2012 per offrire un punto d’incontro, di supporto, di scambio e riflessione con particolare attenzione al mondo della scuola e della genitorialità, e con progettualità di sostegno a studenti in difficoltà con programmi innovativi e motivazionali, l’opposto della didattica corrente.

Cristina Mirra, ha parlato di progetti di geopolitica nelle scuole, progetti di pace e anche di progetti su orti sinergici. Da marzo è in Pressenza, contribuendovi con scritti suoi e di bambin*.

In tema, nella mattinata, un più stringente esame della rete stessa, di come si coordina, con che mezzi mediatici si esprime oggi e quali dovrà prediligere un domani. Si è parlato quindi anche di produzione non solo on line ma in carta stampata – un giornale gratuito da diffondere su scala nazionale – per rettificare la descrizione corrente degli eventi ritenuti, dalla rete medioattivista, parziali, inadeguati alla descrizione vera del mondo e dei suoi attori e delle sue attrici, e soprattutto di una narrazione catastrofica, per titoli, che non approfondisce, indicando nella propria esperienza un metodo per superarla; metodo condiviso da giornalist* e non.

Tema rimasto sospeso è appunto quello dei maggiori strumenti (anche video) e finanziamenti di cui la rete vuole dotarsi, sempre tenendo come faro la volontà e lo scopo del collegamento tra persone e soggetti professionali o no, d’informazione.

Si è anche parlato di Articolo Zero, di trasmissioni di sapere fondati su pensieri diversi da quello corrente e di come la rete medioattivista possa interagire e trasformare la comunicazione.

Di ritorno, sul tema immigrazione, è stata riportata la proposta di Raffaella Ganci di fare dei Murales a Lampedusa, ciascun artista partendo da una scena dei video girati durante i naufragi, un po’ sulla linea di Matite per Riace (Mostra promossa dal Gruppo Abele, a Torino, il 20 dicembre scorso) e le cui opere sono andate all’asta, il ricavato versato alla Rete dei Comuni Solidali (RE.CO.SOL, #iostoconRiace, per sostenerne obiettivi futuri.

La proposta dell’artista Ganci, è stata, né poteva essere diversamente, valutata molto positivamente, da sostenere, ma qualche problematica l’ha sollevata l’idea di proiettare spezzoni di quelle tragedie che ispirano orrore, nella mente e nel cuore, come è stato detto da alcun* presenti, senza bisogno del rammento video.

A sua volta, Massimo Leoncini, ha parlato del bisogno di cambiamento, di paradigma, anche rispetto all’economia che deve diventare globalmente sostenibile, introducendo il tema dell’attivismo ambientalista e ricordando i grandi movimenti attuali che, sul pianeta, cercano di interagire e di interpretare l’oggi per salvaguardare il futuro alle prossime generazioni.

In merito, sono stati ricordati gli studi economici (in traduzione), di Jason Nardi.

Oltre all’appoggio alla seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Non violenza, partita il 2 ottobre da Madrid e che toccherà anche Nuova Dheli, dove, nel 2020, si celebra il 150° della nascita del Mahatma Gandhi, “Padre dell’India” (www.theworldmarch.org), Pressenza ha dato pieno appoggio ai due movimenti di Fridays for Future, ed Extinction Rebellion, presente un attivista, già in rete medioattivista.

Il primo, il celebre “Venerdì per il futuro” o “sciopero scolastico per il clima”, adottato in molte nazioni, è un movimento non violento nato dalle individuali e per molto tempo solitarie proteste della giovane svedese Greta Thunberg, che l’ha portata all’Onu dopo una rapidissima espansione, certamente favorita dall’era digitale e dalle intelligenze artificiali, ma che interpretato un sentire comune, tra i/le minori, che hanno la sensazione, se non la certezza, di “perdita di futuro”, superando in un baleno qualsiasi ostacolo geografico o lungaggine informativa.

Nella manifestazione internazionale dello scorso 29 settembre, il numero dei partecipanti, ha avuto un numero di molti e molti zeri, coinvolgendo non solo studenti, ma gente di ogni età e provenienza, attivista o appassionatasi alla causa, in 125 paesi.

Il pianeta e i suoi abitanti, umani, animali e vegetali, è cambiato tante volte, ma la rapidità e l’irreversibilità che sembra connotare l’attuale fase, di cui l’essere umano è un attore decisivo, ha un ruolo fondamentale, semina inquietudini che i movimenti ambientalisti e non violenti denunciano da tempo, trovando sempre nuove forme.

Il movimento socio-politico non violento Extinction Rebellion, ha dato il via a due settimane di proteste in tutto il mondo che, il giorno 7 c.m., ha visto più di mille attivisti, insieme ai gilet gialli, bloccare Pont au Change che porta all’Ile e la Cité, e un bel tratto di riva della Senna, mentre a Londra altre migliaia di persone bloccavano Westminster. Molti gli arresti, che comunque il movimento mette nel conto, anche a Sydney e a Berlino, ma non a Roma dove l’adesione è stata molto più scarna.

Fondato, a maggio 2018, nel Regno Unito, da un centinaio di accademic* al triplice scopo di evitare i cambiamenti climatici, fermare la perdita della biodiversità, e ridurre al minimo il rischio di estinzione umana per collasso ecologico, Extinction Rebellion chiede ai governi la dichiarazione di “emergenza climatica ed ecologica” con provvedimenti immediati e chiede la formazione di assemblee cittadine con poteri deliberanti, che legiferino sul clima e attuino le scelte prima del 2025. I criteri selettivi di tali assemblee, descritti nell’incontro di Attigliano, sono casuali, e l’incarico durerebbe 30 settimane.

Dall’inizio delle azioni di disobbedienza civile, a Londra, ottobre 2018, con il sostegno di attivist* della campagna Rising Up!, il movimento Extinction Rebellion ha accettato, appunto, lo scontro con la polizia ma senza criminalizzarla, vedendo in questo un superamento delle posizioni di altri movimenti, e appunto accettando l’arresto come forma esplicita di non-violenza, nel solco dell’insegnamento del Mahatma Gandhi: figura di riferimento per movimenti non violenti e rivendicazionisti delle libertà, autonomie e diritti civili che, tra i più famosi contano quello rivendicazionista inglese (soprannominato suffragista); dei diritti civili e politici dei/delle Ner* con riferimento Martin Luther King [Medaglia d’oro del Congresso]; e di tre movimenti di liberazione e di giustizia civile, rappresentati da altrettanti Premi Nobel per la Pace: Nelson Mandela, primo Presidente nero del Sud Africa; Rigoberta Menchù Tum, che ha lavorato per la riconciliazione etno-culturale in Guatemala”; Aung San Suu Kyi, anima della lotta in Birmania).

Il logo di Extinction Rebellion è un cerchio che racchiude una clessidra alludente alla fine del tempo utile a cambiare le cose, ma anche fine dell’esperienza umana sul pianeta.

In ultimo, l’incontro di Attigliano si è concluso con le seguenti riflessioni: La Rete serve, è un elemento di  ricchezza che valorizza la diversità; occorre migliorare gli strumenti di lavoro: uso di Slack da affiancare alla mailing list come mezzo di interscambio e lavorare creando gruppi specifici su temi specifici (giornale cartaceo, video, blog e pagina FB di Medioattivisti; la Rete continua ad appoggiare le iniziative sociali e le nuove iniziative di cui di volta in volta viene a conoscenza; occorre organizzare incontri periodici per città per interscambio, costruzione di azioni comuni, coperture congiunte di eventi, ecc.; dare spazio e fare coperture congiunte, informative e di sostegno, durante il passaggio della Seconda Marcia Mondiale della Pace in Italia (febbraio 2020); realizzare altre task force (es. giornalist*, attivist*, fotograf*, videomaker della Rete) per coprire iniziative ed eventi fatti dalla Rete Medioattivista o congiuntamente ad altre Reti e movimenti e/o soggetti della società civile (da una breve della Rete).