foto di Pierpaolo Metelli

L’8 novembre ha chiuso, a Perugia, la Quinta edizione di Art Monsters contaminazioni aliene nell’Umbria contemporanea,  al Museo civico di Palazzo della Penna (Pg), promossa dall’Associazione culturale “Art Monsters” in collaborazione con il Comune di Perugia – Assessorato alla Cultura, con il sostegno di Oasi-Gruppo Gabrielli e HandmadeCafè-Perugia. In calendario da aprile 2020,  sospesa per normativa anticovid, era stata inaugurata ad agosto.

Sullo spunto del40° anniversario dell’incontro fra Alberto Burri (1915-1995) e Joseph Beuys (1921-1986), nella Rocca Paolina (3 aprile 1980) – origine di una collaborazione artistica che regalò, tra l’altro, le “sei lavagne”in esposizione permanente nel Museo perugino – il curatore, Matteo Pacini,  ha realizzato un evento di respiro nazionale e internazionale, apportando “grande vitalità e contaminazioni per lo sviluppo del tessuto culturale umbro”; favorendo “nuove contaminazioni artistiche all’insegna della fusione di elementi di diversa natura”; sollecitando la riflessione “che solo l’arte e la cultura sono in grado di innescare, in un momento storico complesso in cui le relazioni e gli scambi tra esseri umani sembrano più a rischio che mai”.

Art Monster s“simboleggia quanto di più eterogeneo e di più affine al concetto di alieno possa proporre il panorama artistico contemporaneo”. L’ibridismo di linguaggi artistici, con rimandi letterari, filosofici, poetici e storici, viene esaltato dall’allestimento “circolare” che facilita, sui due piani dell’esposizione, lo sguardo, l’avvicinamento, la comprensione dell’opera.

Tra i materiali usati nel gioco di pesi, forme e colori: legno, terracotta, marmo, carta e cartone, gesso, foglie, materiali plastici e alimentari (es. statue di pane cotto), fotografie stampate su tela, gesso.

In esposizione: opere di Alessandro Kokocinski (1948-2017) la cui Fondazione Tuscania, 2008), valorizza la creatività di artist* giovani, di ogni nazionalità, coniniziative a breve e lungo termine; del tedesco Wolfgang A. Kossuth (1947-2009), scultore, pittore, violinista e direttore di orchestra; di Sauro Cardinali, già Docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti “P. Vannucci” (Pg) e di cui Piazza Augusto Imperatore a Roma porta il segno, vincitore del concorso per idee per la sistemazione dell’area (2001). Altre opere di noti artisti (Graziano Carotti, Edoardo Cialfi, Mario Consiglio, Nicola Fumo Frattegiani, Massimiliano Poggioni, David Pompili, Fabio Viale), si alternano a quelle della veneta Giulia Filippi che collabora anche con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e con Viaindustriae di Foligno; di Neil Moore, di origini inglesi e che si è formato in Australia, terra natale di Virginia Ryan, grande esperta nell’ibridare stili e materiali diversi; di Francesca De Mai (vedi nota). Allaprima esperienza espositiva, in Umbria: Matteo Lucca, Cristiana Palandri, Giuseppe BarilaroeLuca Centola.

L’Assessore alla Cultura del Comune di Perugia, LeonardoVarasano, ha più volte ribadito il pregio, la cura, l’interesse mediatico e di pubblico di Art Monsters, che ha arricchito il territorio el’orizzonte espositivo in generale, dimostrando quanto la felice disponibilità delle/degli artist* e la collaborazione fra loro e con le istituzioni, realizzi percorsi virtuosi su progetti eccellenti.

Nota: Francesca De Mai vive e lavora a Foligno. Allieva di Sauro Cardinali, si diploma all’Accademia di Belle Arti “P. Vannucci”nel 2005.

Nel 2003, l’incontro amicale con Cristina Donà le permette la stampa di un disegno di tartaruga sul cd Dove sei tu” della nota cantautrice.

La condivisione è un tratto essenziale della sua vita artistica: “l’arte col suo essere un linguaggio primordiale permette di comprenderci e connetterci in tutti i sensi. In questo momento storico lo reputo di vitale importanza” asserisce, e con uguale intendimento, esplora e “fonde” campi diversi: incisione, stampa, musica, poesia, editoria.

Co-fonda il Centro anime lente meticolosamente amanti (C.a.l.m.a.), e, nel 2007, co-fonda con Micaela Mariani il Progetto Semiserie – le immagini che salvano il mondo: “laboratorio tipografico di fantasia che attraverso l’uso spesso improprio, di macchinari tipografici, ha seminato giocose idee cartotecniche, muovendosi tra fiere di piccola editoria e collaborazioni di varia natura. Cessata la collaborazione nel 2014, De Mai prosegue nella ricerca artistica inerente antiche tecniche di stampa con i caratteri mobili a computer grafica: dal piombo al bluetooth.

Realizza immagini su matrici fisiche o digitali, es. la linea t-shirt bio ingredienti: “disegni di vegetali su cotone biologico che lanciano motti esistenziali, mescolando il disegno a messaggi ironici e assonanti.”