“Le mogli saudite saranno informate dell’avvenuto divorzio via sms”, questa è in sintesi la recente notizia più rilanciata dai media proveniente dall’Arabia Saudita.

Chi segue l’attualità della vita nel regno wahabita nei mesi scorsi ha registrato:

  • Le donne possono guidare l’auto
  • Le donne votano alle elezioni amministrative per la prima volta
  • per la prima volta una giornalista presenta il notiziario sul canale d’informazione nazionale (è Waem Al Dakheel, il 23 settembre 2018)
  • le donne accompagnate da familiari maschi potranno assistere a eventi sportivi negli stadi (a proposito: qualcuno ci spiega perché due italianissime squadre di calcio di Milano e di Torino giocheranno a Gedda una  importante partita il 16 gennaio? Basta la risposta per soldi, tanti, tanti soldi? A proposito di sport e ‘recinti’ per le donne negli stadi, è magnifica l’iniziativa delle giocatrici e spettatrici del volley che a Cremona nel corso di una importante partita della Samsung Volley Cup di serie A con un flashmob sugli spalti hanno fatto vedere che le donne, le sportive in questo caso, non si rinchiudono in nessun recinto!)
  • il 6 gennaio il Ministero della Giustizia saudita con un suo provvedimento ha introdotto l’informativa via sms alle mogli del divorzio richiesto e già operativo da parte del marito.

Ma c’è molto di più di cui parlare.

Per essere dalla parte delle donne saudite è opportuno meno orientalismo d’accatto, meno ricorso a stereotipi novecenteschi e più interrogativi di base.

1 – Dove è il rispetto per i diritti umani (delle donne, dei migranti ridotti spesso in schiavitù anche sessuale, delle minoranze religiose)?

Ricordiamo che ancora oggi nei tribunali del regno la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo, è previsto l’obbligo del consenso dei parenti stretti di sesso maschile per interventi chirurgici sulle donne, molte professioni sono precluse alle donne spesso con formazione d’eccellenza rispetto ai corrispondenti ‘concorrenti’ maschi …)

2 – Come è rispettata la libertà di stampa e di opinione?

Centinaia i giornalisti sotto il controllo di una censura capillare, nel paese e all’estero, decine gli arrestati di cui spesso si perdono le tracce per mesi, fino all’efferato assassinio del giornalista Jamal Khassogi, tre mesi fa nel consolato saudita a Istanbul.

3 – Dove finiscono le armi (anche di produzione e provenienza italiana) che i giovani rampolli della dinastia saudita possono permettersi di continuare a comprare in quantità inverosimili?

Sono le armi che stanno facendo strage di civili e riducono alla fame migliaia di bambini in Yemen (l’ONU stima ad oggi 85.000 vittime).

4 – Come interpretare campagne pubblicitarie in cui sessismo, maschilismo e paternalismo imperversano, utilizzate anche da grandi marchi internazionali: detersivo Persil della tedesca Henkel (“Tutte le cose finiscono tranne l’amore per la famiglia e il bucato”), detersivo Tide dell’americana Procter Gamble (“Non crederai di trovare marito se non sai usare la lavatrice!”) , mobili della svedese IKEA che ha cancellato dai suo catalogo destinato all’Arabia Saudita ogni immagine e riferimento alle donne.

Per completezza di documentazione riportiamo la traduzione e sintesi di alcuni articoli riportati da varie testate occidentali sul caso della notifica del divorzio per via telematica.

Nel 2019 in Arabia Saudita si può divorziare via sms. Lo ha reso possibile un provvedimento (presentato come‘riforma’) del 6 gennaio del Ministero della Giustizia, che vuole ‘condizionare’ i mariti che mettono fine al loro matrimonio all’insaputa della moglie, pratica tuttora legale e di ampio uso da parte dei sauditi per la quale il divorzio viene decretato su semplice dichiarazione/richiesta del marito.

Finalmente le donne con un messaggio telefonico a cura del Ministero (che dedica al servizio una parte del suo sito online) saranno aggiornate del loro stato matrimoniale e quindi potranno avanzare richieste relative agli alimenti, ad altre forme di assistenza e alla assegnazione dei figli. Non in automatico, solo con l’apertura di una apposita procedura presso uffici e sedi competenti.

Mediterranea a cura carlapecis@tiscali.it