L’appello della Wilpf – Lega Internazionale di donne per la pace e la libertà al vertice dei leaders dell’Europa del 24 ottobre 2013
Lampedusa, 3 Ottobre 2013:una agghiacciante tragedia che non deve ripetersi

E’ il {{sistema economico mondiale}} che costringe i popoli a fuggire da guerre, miseria, carestie, disastri ambientali, dittature, cercando reali opportunità di un lavoro dignitoso e di uno sviluppo personale, affrontando un viaggio della speranza carico di sogni per sé e per le proprie famiglie verso l’Europa, che si trasforma in viaggio della morte o della delusione.

E’ la{{ lentezza dell’Europa}} nel trovare soluzioni a causare la morte, un’Europa che sembra aver perso la coscienza di cosa sia la drammaticità della guerra, delle dittature e della povertà estrema. Non a caso già nel Novembre 2012, dopo due tragedie recenti, in occasione dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace il sindaco di Lampedusa e di Linosa Giusi Nicolini scriveva all’Europa chiedendo delle soluzioni.

L’attuazione dell’accordo di Schengen, le misure introdotte nell’ambito del regime dei visti e dei controlli delle frontiere esterne, i meccanismi di sorveglianza estesi ai territori dei Paesi terzi, le sanzioni ai vettori, l’attuazione delle attività di FRONTEX in “aree sensibili”, l’applicazione del regolamento di Dublino I e II, il respingimento indiscriminato dei migranti e dei richiedenti asilo verso i Paesi di origine o di transito, i centri di detenzione temporanea, hanno{{ limitato fortemente il diritto di asilo}}.

{{In Italia }} la Legge 189/2002 Bossi-Fini, che prevede nel suo articolo 12 il reato di “clandestinità” imponendo l’immediata espulsione amministrativa dalle frontiere italiane e il “pacchetto sicurezza” Legge 94/2009 art. 10 bis, che ha introdotto il reato di clandestinità, di ingresso e di soggiorno illegale nel territorio italiano, hanno impedito ai pescatori siciliani di prestare soccorso ai migranti e di agire secondo il loro codice, come ricordato a Lampedusa dalla Presidente della Camera {{Laura Boldrini,}} ex funzionaria del HCNUR.

Non si può penalizzare il ricorso a chi specula economicamente organizzando il traffico di esseri umani se questi avventurieri sono l’unico vettore disponibile per espatriare nell’emergenza. Intercettare “la nave madre” che trasporta le imbarcazioni piene di emigrati può scoraggiare questa pirateria ma non certo risolvere la questione dell’accesso sicuro all’Europa.

Anche se l’Italia dal luglio 2012 ha rinunciato alla politica scellerata dei respingimenti e anche se il Consiglio d’Europa, la Commissione delle Comunità europee e il Parlamento europeo hanno fatto progressi rispetto al sistema europeo comune di asilo con {{Cecilia Malstrom}} e nella dimensione esterna della politica migratoria, adottando programmi si cooperazione con Governi, organizzazioni della società civile, organizzazioni non governative di Paesi Terzi di transito, stimolando la ratifica della Convenzione di Ginevra, rinforzando le capacità istituzionali in materia di asilo e di protezione internazionale, stimolando l’elaborazione legislativa, la registrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo per la protezione, l’accoglienza e l’integrazione nei Paesi di primo rifugio, l’ultima tragedia impone una accelerazione del meccanismo della protezione in due direzioni.

Da una parte è imperativo adottare e attuare i suggerimenti individuati da tanti organismi specializzati come la creazione di canali legali, sicuri e protetti per la presentazione di domande d’asilo, come le rappresentanze diplomatiche in Paesi Terzi o itinerari organizzati ad hocverso postazioni di frontiera attrezzate. In questo modo si sottraggono i migranti alle reti dei trafficanti e alle insidie del mare, senza il dispendioso ricorso a mezzi militari di contrapposizione.

Dall’altra, nell’attesa di una pronta attuazione delle nuove procedure, tutti gli sforzi devono essere dispiegati nel proteggere coloro che continuano, in mancanza di alternative, a fuggire affidandosi a viaggi di fortuna.

La logica del soccorso in mare deve prendere il sopravvento in FRONTEX (Agenzia di controllo dei flussi) e in EUROSUR (sistema di sorveglianza militare attraverso navi, aerei, droni e attrezzature radar).

L’emergenza profughi non può giustificare pratiche militari presentate come interventi umanitari di prevenzione, sorveglianza, monitoraggio del flusso migratorio nel Mediterraneo.

{{Chiediamo al Governo Italiano}}, alla vigilia del semestre di Presidenza europea, di adottare una legge organica o un Testo unico per il diritto di asilo con riferimento all’art. 10 della Costituzione; l’abolizione dei Centri di Identificazione e di Espulsione (C.I.E.), che hanno rappresentato una espansione delle forme di penalità come i centri di detenzione finanziati i Libia hanno rappresentato un’estensione all’estero del nostro sistema penitenziario; la revisione in questo senso del Trattato di amicizia italo-libico; l’abrogazione della Legge 189/2002 Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza Legge 94/2009; il rafforzamento del sistema dell’accoglienza e dell’integrazione ( in questi giorni molte cooperative che gestiscono centri di accoglienza per richiedenti asilo – C.A.R.A.- a Roma protestano per il mancato rinnovo delle convenzioni da parte del Comune di Roma).
{{
Chiediamo all’Unione Europea }} di seguire con attenzione i Paesi esportatori di richiedenti asilo in Europa, di incrementare la cooperazione con l’Unione del Maghreb Arabo, l’Organizzazione per l’Unità Africana e la Lega Araba, per il superamento dei conflitti in corso nel rispetto del diritto internazionale e delle Nazioni Unite.

{{L’investimento economico dell’Europa}} deve essere canalizzato per gestire l’accoglienza, la formazione e il lavoro dei rifugiati e dei beneficiari di protezione internazionale; per progetti di sviluppo economico nei Paesi di origine dei migranti e per un’autentica politica di Pace che includa lo sviluppo dell’integrazione culturale attraverso percorsi scolastici interculturali e il rispetto della filosofia dei diritti umani, che viene continuamente sbandierata e pretesa come precondizione per l’ingresso nell’Unione Europea.Il prossimo 24 Ottobre si svolgerà il vertice dei leaders dell’Europa.

Facciamo giungere prontamente il nostro{{ Appello alla coscienza dei politici.}}

La morte di oltre 360 esseri umani e tra loro di moltissimi bambini dev’essere ricordata. I sopravvissuti e i famigliari rimarranno segnati a vita dall’agghiacciante dramma subito. Proponiamo di erigere {{un monumento alla memoria }} con i nomi dei morti e dei dispersi, in un mare che si è trasformato in un cimitero di esseri umani e dei loro sogni.
{
P.S La Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha disposto che
copia dell’appello inviatole fosse trasmessa alla Commissione parlamentare competente, affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed
assumere le iniziative che riterranno appropriate.}