L’autrice, Laura Rainieri, poeta e prosatrice, regala con quest’ultima sua
fatica pagine di raffinata letteratura. Un libro molto bello questo {Angelo pazzo}, coinvolgente e sconvolgente nella sfaccettata realtà che racconta in pagine che “trattengono l’eco di una felicità perduta non dimenticata, come una speranza disarmata che, pur debolmente, sostiene che la vita potrebbe anche non essere così” (dalla nota di {{Rossana Roberti}}).

{{La casa editrice prescelta}} è di quelle, rare, che propongono voci, in
questo caso non nuove, ma fuori dal coro, quindi a rischio di silenzio.
Pagine quindi ancora più interessanti perché sorrette dal circuito
virtuoso di un’attenta lettura, d’una attraente edizione e di un percorso
pieno d’ironia, che rende intriganti e pieni di sensazioni le dieci storie
e personalissimo lo stile.

{{Tra i racconti più folgoranti}}, {Callura}, fatto quasi di niente.
Callura è un paese dove si vive solo di notte. Lo raggiunge una
diciottenne, sacco in spalla, attratta dall’anomalia. La seguiamo, siamo
lei, mentre s’inerpica “nell’ora mattutina” su una strada asfaltata che
diventa sempre più stretta “fino a umiliarsi in un sentiero ricurvo e
campagnolo”; con lei aneliamo “l’oasi rugiadosa”, l’attesa del tramonto.

A Callura {{si vive solo di notte}} perché il giorno è proprietà d’un caldo
atroce, che attanaglia e dissecca, spinge l’avventurosa, e noi, alla
disperazione, la/ci preme, dopo inutili assetate fughe, nell’unico
pezzetto d’ombra “d’una costruzione scura, una stamberga abbandonata”, accanto a “un respiro affannato” d’un gatto, un cane o altra creatura. {{In quella terra dove non piove mai,}} le case non hanno grondaie, le foglie “si rizzano al sole” per esporsi il meno possibile, i rintocchi a martello segnalano lo scorrere delle irrespirabili ore vissute nell’immobilità allucinata – “Il calore, dissi, ha uno spessore. Io il caldo lo vedevo, come una cosa. non perché scalda le cose ma come entità a sé” – la diciottenne e noi sperimenta/sperimentiamo il costo dei svagati sogni, il prezzo dell’anomalia, dell’alterità.

Sopravvive. sopravviviamo. “Zaino in spalla, veloce gazzella. Alla prima
fonte bevvi e bevvi oltre ogni visione”, ci confida la ragazza mentre
scende di corsa la strada, alle 10 di sera, appena i raggi infuocati,
declinanti, le permettono di sfuggire a quella notte e alla sua alba.

{{Rainieri Laura}}, {Angelo Pazzo e altri racconti}. Milano: exCogita, 2007; Isbn 978-88-89727-37-9