Il mondo e’ seduto sopra una bomba a orologeria sociale, politica ed
economica, innescata da una crisi dei diritti umani: e’ quanto afferma
Amnesty International, presentando a Londra, Roma e in altre capitali
il proprio Rapporto annuale 2009 che analizza la situazione dei diritti umani in 157 paesi e territori nell’anno precedente.’Dietro alla crisi economica si cela un’esplosiva crisi dei diritti umani’
– ha dichiarato {{Christine Weise}}, presidente della Sezione Italiana di
Amnesty International nel corso della conferenza stampa di Roma. ‘La
recessione ha aggravato le violazioni dei diritti umani, distolto
l’attenzione da esse e creato nuovi problemi.
_ {{Prima, i diritti umani erano
messi in secondo piano in nome della sicurezza, ora in nome della crisi
economica}}’.

‘Il mondo ha bisogno di un nuovo tipo di leadership, di {{un new deal
dedicato ai diritti umani}}: ha bisogno non di promesse di carta ma di
azioni e impegni concreti per disinnescare la bomba a orologeria, di
investire nei diritti umani quanto s’investe nell’economia.
_ Miliardi di
persone sono private di sicurezza, giustizia e dignita’.
_ La crisi che le
colpisce ha a che fare con la mancanza di cibo, di lavoro, di acqua
potabile, di terra e di alloggio ma anche con l’aumento di disuguaglianza,
xenofobia, razzismo, violenza e repressione’ – ha sottolineato Weise.

Tra gli esempi piu’ evidenti di questa crisi, Weise ha citato:

– {{la negazione alle comunita’ indigene}} del diritto fondamentale a una vita
dignitosa, nonostante la crescita economica in paesi come Brasile, Messico
e India;
– {{gli sgomberi forzati di centinaia di migliaia di persone}} da
insediamenti abitativi precari o terreni agricoli, in nome dello sviluppo
economico;
– {{il vertiginoso aumento dei prezzi}}, che ha provocato altra fame e altre
malattie e, in paesi come Corea del Nord, Myanmar e Zimbabwe, l’uso del
cibo come arma politica;
– {{il persistere della violenza e della discriminazione nei confronti delle
donne}};
-{{ la reazione alla pressione migratoria}} da parte dei paesi di destinazione
e di transito, che hanno adottato politiche ancora piu’ restrittive, con
l’Europa a indicare il cammino in collusione con governi come Mauritania,
Marocco e Libia.

‘Osserviamo nel mondo crescenti segnali di rivolta e violenza politica. {{Il
rischio e’ che la recessione porti con se’ maggiore repressione}}.
_ Lo
abbiamo gia’ visto in Tunisia, Egitto, Camerun e altri paesi africani,
quando i governi hanno stroncato duramente le proteste contro la
situazione economica, sociale e politica.
_ L’impunita’ della polizia e
delle forze di sicurezza e’ risultata dominante.
_ La Cina e la Russia sono
la prova che all’apertura dei mercati non e’ corrisposta l’apertura delle
societa’.
_ Attivisti per i diritti umani, giornalisti, avvocati,
sindacalisti sono stati intimiditi, minacciati, aggrediti, incriminati o
uccisi in ogni parte del mondo’ – ha affermato Weise.

Mentre si concentrano sui tentativi di rianimare l’economia globale, i
leader del mondo trascurano quei conflitti mortali che producono
violazioni dei diritti umani di massa.

‘Da Gaza al Darfur, dall’est della Repubblica Democratica del Congo al
nord dello Sri Lanka, {{il costo umano dei conflitti e’ risultato orrendo}} e
la blanda risposta della comunita’ internazionale e’ stata scioccante.
_ Le
operazioni militari in Afghanistan e Pakistan sono aumentate, tenendo in
scarso conto le implicazioni dal punto di vista dei diritti umani. Le
crisi sono interconnesse tra loro: ignorarne una per concentrarsi su
un’altra non fa altro che aggravarle entrambe.
_ {{La ripresa dell’economia
non sara’ equa e non durera’ a lungo}} se i governi non porranno fine alle
violazioni dei diritti umani che creano e acuiscono la poverta’ e se non
fermeranno i conflitti armati che generano nuove violazioni’ – ha
puntualizzato Weise.

‘I paesi del G20 si stanno presentando alla ribalta internazionale come un
soggetto nuovo, portatore di istanze e soluzioni e che rivendica un peso
politico maggiore.
_ Tuttavia, in tema di diritti umani, questo gruppo
dimostra di avere un approccio vecchio e fallimentare fatto di violazioni,
retorica priva di azione, promozione dei diritti all’estero e negazione in
casa propria, copertura politica degli alleati.
_ {{Il new deal che abbiamo in
mente deve evitare tanto gli approcci selettivi quanto i doppi standard in
materia di diritti umani}}’ – ha osservato Weise.

‘Abbiamo apprezzato la decisione del presidente Obama di chiudere
Guantánamo e denunciare la tortura. Assumere la responsabilita’ per quanto
accaduto nella ‘guerra al terrore’ e chiamare a rispondere i responsabili
delle violazioni dei diritti umani commesse nel suo contesto, accrescera’
tanto la sicurezza globale quanto l’autorita’ morale degli Stati Uniti’ –
ha precisato Weise.

Sottolineando come la crisi economica abbia creato un urgente bisogno di
cambiamento, Weise ha annunciato il {{lancio di una nuova campagna globale
di Amnesty International}}, che intende affrontare e fermare le violazioni
dei diritti umani che creano e acuiscono la poverta’. In Italia, la
campagna si chiamera’ “[Io pretendo dignita->http://www.amnesty.it/io-pretendo-dignita.html]’”.

‘La poverta’ e’ caratterizzata da privazione, disuguaglianza, ingiustizia,
insicurezza e oppressione, cioe’ da una serie di fattori che insieme
erodono il primo dei diritti umani: la dignita’ di ogni essere umano.
_ Per
questo, la dignita’ e’ al centro di questa nuova campagna.

{{Non e’ una
semplice coincidenza il fatto che la maggior parte dei poveri del mondo
siano donne, migranti e appartenenti a minoranze etniche o religiose}}.

Quasi 50 anni fa, Amnesty International venne creata per chiedere il
rilascio dei prigionieri di coscienza. Oggi noi {{pretendiamo dignita’ per i
prigionieri della poverta’}}, affinche’ possano cambiare la loro vita. La
nostra campagna portera’ i diritti umani al centro del dibattito sulla
poverta’ e, quello che c’interessa ancora di piu’, al centro delle
soluzioni per contrastare la poverta’ e per restituire la dignita’ a ogni
essere umano’ – ha concluso Weise.

– Il [Rapporto Annuale 2009->http://www.amnesty.it/Rapporto-Annuale-2009.html], che analizza la situazione dei diritti umani in 157 paesi e territori nell’anno precedente, è pubblicato in Italia da EGA Editore ed è disponibile sul sito di Amnesty international

{{ {Estratto video del Rapporto Annuale 2009} }}