Ad Aminata Traoré, militante “altermondialista”, ex ministra della cultura del Mali e porta-bandiera del [manifesto->https://www.womenews.net/spip3/spip.php?article11095] per il “ No all’intervento militare straniero in Mali” , è stato negato il visto d’ingresso nei paesi dell’area Schengen su richiesta della Francia.* La redazione di Cameroonvoice.com l’ha intervistata il 25 aprile subito dopo la notizia.{{Abbiamo appreso con stupore che le autorità francesi hanno rifiutato di accordarle un visto d’ingresso in Francia per partecipare a una riunione pubblica il 22 aprile. Può confermare questa notizia?}}
_ In effetti, sono stata invitata da Die Linke, partito della sinistra tedesca, e da militanti francesi. Dovevo fare un giro a Berlino e, successivamente, una conferenza a Parigi e Lione. Avevo un visto di circolazione nell’area Schengen di 4 anni, scaduto nel mese di febbraio. Quando mi sono recata all’ambasciata tedesca per sollecitare un diritto d’ingresso nello Spazio Schengen, mi hanno accordato un visto di tre giorni unicamente per il loro paese notificandomi che la Francia ha dato istruzioni perché nessun paese dell’area Schengen mi accordi un visto.

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C’era dunque una interdizione di circolazione nell’area Schengen che la riguardava, di cui lei ignorava completamente l’esistenza?}}
_ No, non me l’avevano notificata prima, io l’ho saputo in occasione di questo viaggio. Io sono stata autorizzata ad andare in Germania e a tornare in Mali senza toccare il suolo dell’area Schengen esclusa la Germania. Non so se questa era una eccezione tedesca, o se gli altri paesi dell’area Schengen potranno accordarmi lo stesso “favore”. La mia libertà di circolazione è ora ristretta. I consolati europei si scambiano fra loro delle liste di ”personæ-non-grata» e le disposizioni variano a seconda del reato “fra virgolette”.
_ Per quanto mi riguarda, non so cosa mi si rimproveri. Nel mio caso ho avuto l’occasione di questa apertura da parte della Germania, il mio compatriota Oumar Mariko non ha potuto viaggiare.

{{La sua presa di posizione contro l’intervento militare di forze straniere in Mali ed in particolare di quella francese, potrebbe essere la causa di questa interdizione?}}
_ Certamente, se no non capisco perché la Francia e soprattutto i membri di questo governo di sinistra, che mi hanno ricevuta e mi conoscono perfettamente, lo farebbero. All’origine, noi condividiamo le stesse idee. Salvo che la Francia considera il suo intervento in Mali come un successo politico e militare, è il primo ministro Jean-Marc Ayrault che l’ha detto, e questa {success story} dal loro punto di vista esige sicuramente “una chiusura a catenaccio”, che non ci siano critiche, dal momento che l’unanimità è riuscita così bene! Ricordate bene che tutte le risoluzioni riguardanti questa guerra sono state adottate all’unanimità al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite e l’altro ieri (23 aprile) hanno appena votato all’unanimità all’Assemblea nazionale e al Senato francese per il prolungamento dell’Operazione Serval in Mali.

{{Il potere politico è passato di mano in Francia appena un anno fa e ora si può constatare con questa operazione che la politica africana della Francia resta sempre la stessa}}
_ Resta immutata e non ce lo si nasconde. Il Generale De Gaulle l’ha detto: « la Francia non ha amici ma interessi ». Può darsi che noi ci facessimo delle illusioni, François Hollande l’ha recentemente ripetuto parlando di “dossier Centroafricain” quando François Bozizé l’ha chiamato in aiuto. Gli ha fatto sapere che la Francia difendeva i suoi interessi e le sue spettanze.
_ Noi può darsi impariamo a nostre spese, perché si diceva anche che i tempi sono cambiati e che loro si trovano nelle stesse difficoltà come noi, legate allo stesso contesto economico internazionale, con le questioni di contributi, disoccupazione, povertà ecc. Ma alla luce di quanto accade, c’è una griglia di lettura che si applica all’Africa, si è considerati come paesi in fallimento, senza stati, senza forze armate, essi possono fare il bello e cattivo tempo e non tollerano voci discordanti,

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Non tollerano voci discordanti, tuttavia si proclamano cantori della libertà d’espressione. Questa interdizione territoriale può essere interpretata come un impedimento della libertà d’espressione, dato che lei ha un punto di vista discordante? }}
_ Si! Tuttavia io non ho cambiato idea, tutti quelli che mi seguono sanno che dopo io non ho cambiato gli interventi, veicolo le stesse idee. Io non faccio attacchi ad personam, condanno molto semplicemente un sistema economico mondiale cinico e la guerra fa parte di questo sistema . Oggi la militarizzazione per il controllo delle risorse dellìAfrica fa parte dell’agenda. Questo è quel che dico e quello che essi stessi riconoscono!
Allora, io maliana perché non ho il diritto di avere questo punto di vista sulle realtà del mio paese in guerra !!!

{{Come vede il futuro del Mali e della sotto-regione a seguito di questo intervento militare francese, appoggiato da truppe africane ? }}
_ Penso che le truppe africane sono d’appoggio, e come ho detto nel mio manifesto non è la nostra guerra, noi siamo entrati in una fase della globalizzazione che comporta la diplomazia economico-offensiva e la militarizzazione.
_ Non solo, Al Qaida è una realtà e allo stesso tempo una occasione insperata, permette ai dirigenti africani che hanno mal governato di dire ora che la priorità è la lotta contro il terrorismo e alle potenze straniere di dire facciamo causa comune, lottamo innanzitutto contro il terrorismo.
_ Ed io dico che il vero terrorismo è la miseria, le ingiustizie, perché io so che una buona parte dei combattenti jihadisti sono prima di tutto giovani disperati senza lavoro, non hanno visti e si fanno reclutare di volta in volta dai narcotrafficanti e dai jihadisti. E’ questa la realtà che dobbiamo ora guardare da vicino.

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Quale lezione dobbiamo ora trarre dalla situazione del Mali e da ciò che tocca a lei ? }}
_ Io mi auguro che i Maliani e gli Africani aprano bene gli occhi e si dicano che in realtà non c’è un caso maliano. Ciò che succede oggi in Mali è la rappresentazione di una nuova tappa della politica di manomissione delle risorse del continente, in particolare le risorse energetiche senza le quali l’uscita dalla crisi, la crescita e la competitività non sono prevedibili da parte dell’Occidente.
_ Invece di giocare a carte scoperte sul tavolo e cambiare le regole del gioco si preferisce raccontarci un’altra storia, umiliarci, colpevolizzarci. Con tutto ciò che accade io ritengo che il Mali è umiliato, e non c’è alcuna ragione di aggiungerci dell’altro mantenendo il silenzio, ed è ciò che tutto il mondo fa, e gli occidentali lo sanno a ragione.
_ Ragione per cui oggi io mi rallegro di questo sostegno internazionale perché c’è un gran numero di persone che non capiscono, qualunque sia la differenza di lettura del perchè mi sia riservato tale trattamento.
_ C’è dunque una nuova fase della decolonizzazione e spetta a noi stessi di vedere quali sono le reali sfide.

*{{ndr}} – {La convenzione di Schengen, elaborata fra il 1985 e il 1995, è stata via via ratificata da 29 stati europei (compresi in via indiretta Monaco, repubblica di San marino, Vaticano) che costituiscono il cosiddetto {Spazio Schengen}. Stabilita la libera circolazione fra i paesi europei, la convenzione prevede che il non gradimento d’ingresso di una persona straniera da parte di uno dei paesi firmatari venga trasmesso a tutti gli altri paesi che di conseguenza applicano questo divieto d’ingresso anche nei loro confini. }

{Fonte} :[Autre presse-> http://www.maliweb.net/news/nation/2013/04/27/article,142674.html]
{diffusione}: [Terra-Quotidien->http://www.reseau-terra.eu]
xsegnalazione di [marginalia ->http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/ ]

{Traduzione per il paese delle donne on line}: Giovanna Romualdi