scene dal film 7 minuti

Da questa sera alle ore 21 nel salone del castello Manservisi,  Romano Milani ( Sindacato Nazionale Giornalisti Critici Cinematografici)  presenta la rassegna cinematografica che da anni accompagna le estati al Castello. Da oggi 1 agosto fino al  3 agosto saranno proiettati tre film sui diritti civili :

Il primo film ad eseere proiettato è  7 MINUTI uscito nel 2016 per la regia di Michele Placido. Le attrici: Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini, Ottavia Piccolo, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Clémence Poésy, Sabine Timoteo, Anne Consigny

 

 

L’incertezza del futuro appesa a 7 minuti. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie. Undici caratteri, per una riflessione sulla possibilità concreta di opporre resistenza e di reagire all’incertezza del futuro, tra caos, logica e giustizia.
I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda. A poco a poco il dibattito si accende, ad emergere prima del voto finale saranno le loro storie, fatte di speranza e ricordi. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie.

Placido mette in scena undici figure femminili dalle storie molto diverse, affidando la guida carismatica all’unica attrice presente anche nella versione teatrale, la stessa Piccolo. La struttura ricorda La parola ai giurati, così come le discussioni che portano a cambiare continuamente il risultato delle votazioni. Qui la disperazione è acuita dal fatto che la decisione non solo deciderà delle loro vite professionali, in periodo di grande crisi e difficoltà nella riconversione, ma anche quella delle altre trecento dipendenti. Ci sono alcune straniere, donne più anziane o giovani, alcune abituate a un regime di tutele conquistato negli anni dei successi del movimento operaio, altre che per mantenere il posto di lavoro farebbero di tutto, cedendo senza pensarci: soprattutto le più giovani e chi viene da paesi a minor tutela.

Uno spaccato rappresentativo della società contemporanea al femminile. Proprio in questo affidarsi eccessivamente meccanico agli archetipi risiede uno dei difetti principali del film, gravato da un didascalismo che appesantisce una dinamica già di suo grondante potenza drammaturgica. Molto più convincente è il lavoro sulle interpretazioni, sanguigne e sincere, come una sorprendente Fiorella Mannoia, all’esordio come attrice.

7 minuti rivendica il suo essere fuori dal tempo, ostinatamente morale e riflessivo, così come chiede la loro portavoce: non fermarsi alle apparenze di una lotta sindacale ormai sclerotizzata e concentrata sul breve, se non brevissimo periodo. Impone una strategia più ampia, rivendica il valore del dialogo guardandosi negli occhi, trovando nella forza aggregante del gruppo il coraggio di superare la paura individuale.