Una carnevalata, per di più isterica, i cui autori sono persone
irrispettose. Questa l’opinione dell’Osservatore romano sulla
manifestazione di sabato sui Dico. Io c’ero, ed avevo anche uno di quei cappelli “isterici” e “offensivi” con la scritta NO VAT in capo… E’ stato un modo perchè fosse visibile che, secondo il coordinamento
Facciamo Breccia di cui faccio parte, il Vaticano vuol imporre al
parlamento italiano la propria opinione non tanto sulle questioni di fede,
ma soprattutto sulle questioni riguardanti l’organizzazione
politico-sociale.

Meno Vaticano o -meglio- NO VAT, rappresenterebbe in Italia meno
incitamento alla violenza contro gay, lesbiche, trans, donne e uomini non
conformi al modello di vita proposto da quella chiesa. E una normativa che
punisca gli insulti a causa dell’orientamento sessuale dovrebbe essere
inserita nel codice italiano prima ancora di eventuali norme sulle unioni
civili. Chissà, dovessero cominciare a pagare, magari ci penserebbero due
volte… Visto che al soldo attaccati sono (vedi ICI, acqua che vien loro
pagata dai/dalle cittadini/e di Roma, contributi alle loro scuole, alle
loro radio, 8 per mille…)

Nell’articolo, l’Osservatore rileva che “erano in molti, fra l’altro, i
manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei
bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate
all’estero. Bambini – scrive il quotidiano del Papa – la cui presenza è
stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l’immagine, che vorrebbe
essere rassicurante, di una famiglia da tutelare.”

Ero “mascherata”? Ho utilizzato i bambini presenti?

Mascherata mi ha il Vaticano quando a sette anni mi travestì da sposina…
E continua a mascherare da sposine anche oggi le bambine di quell’età.
Almeno io la mitra in capo l’ho messa a me stessa, non certo ai bambini
che erano in piazza…
_ {{Carnevalate?}} E le loro processioni? Mai vista Sant’Agata a Catania? Nulla
contro il carnevale ma, per favore, usiamo lo stesso metro…

{{E sul rispetto dei bambini}}, un po’ di umile silenzio (non è la loro
specialità?) da parte di chi, come Ratzinger, è uscito da un processo
negli Stati Uniti, dov’era imputato per favoreggiamento della pedofilia,
per il solo fatto di essere diventato capo di stato, da parte di chi sta
chiudendo delle diocesi all’estero perché in fallimento a causa dei danni
che si trovano a pagare per le violenze sessuali perpetrate dai loro
sacerdoti.

{{Il Vaticano si deve rassegnare ad un fatto}}: se interviene direttamente in
politica sarà trattato né più né meno che come un potere politico e, come
ogni potere politico, contro di lui saranno usate le armi dell’ironia da
parte di chi quel potere subisce. Semplicemente questo è accaduto sabato
in piazza: non più uomini mascherati da donne (troppo facile…), ma donne
ed uomini che mettevano alla berlina i loro copricapo e i loro vezzi,
quelli di un potere esclusivamente maschile che pretende di governare le
nostre vite.

Certo, {{i partiti di governo}} –tutti– non avrebbero voluto la nostra
presenza, perché in Italia, senza l’appoggio del Vaticano, delle sue
banche, delle sue scuole, del suo potere, è difficile rimanere al governo:
era però proprio diretto a loro il nostro messaggio che, evidentemente, era
condiviso dalla piazza più della posizione dell’organizzazione (non è
sfuggito il forfait di Cecchi Paone invitato pressantemente a “non parlar
male” del Vaticano).

{{Il messaggio era}}: vi hanno eletti i/le cittadini/e italiani/e,
cattolici/che e non, ed è a loro che dovete rendere i conti. Ha ragione
chi dice che per un ministro italiano ha poco senso andare in piazza: se
ha bisogno di farlo significa che non è in grado di portare avanti le
medesime istanze nelle stanze dei bottoni, controllate –evidentemente- da
emissari di poteri che di democratico hanno ben poco (Andreotti per
esempio, lui sì davvero maschera di se stesso, ha ben altri padrini e
padroni…)

{{Era una manifestazione pro o contro il governo?}}

Personalmente {{non definisco questo un governo di centro-sinistra, ma un
governo di unità nazionale}} (fatta eccezione per l’UDC, tutti i partiti
costituzionali sono al governo: Forza Italia non è democratica al proprio
interno, la Lega è secessionista e AN proviene dal partito fascista). Non
sono contraria a priori ad un governo di unità nazionale, visto che
effettivamente in Italia si corre il rischio di un regime totalitario, ma
è necessario averne consapevolezza, e soprattutto, è necessario che tale
governo rivendichi la sovranità dello stato.

{{Questa è la vera emergenza, oggi, in Italia}}: la democrazia, attaccata
continuamente da un regime totalitario come quello d’oltre tevere, che
sicuramente non parla la lingua della democrazia, visto che si rappresenta
attraverso un sovrano assoluto.

E sia chiaro che non ho parlato di religione in un solo rigo di quanto ho
scritto.

{{Ho parlato però di etica, di etica laica della politica}}, senza la quale
davvero non c’è nulla da trasmettere ai/alle giovani, di qualsiasi tipo di
famiglia siano parte.
_ Etica della politica, educazione alla democrazia e alla legalità, di cui
troppo spesso si parla a vanvera, onestà intellettuale, politica non più
usata per il proprio tornaconto personale, uomini e donne politici/che
abili non tanto ad occupare poltrone, quanto piuttosto a creare spazi di
civiltà e di dibattito, ad occuparsi dell’emergenza famiglia, emergenza
non perché attaccata dai gay, dalle lesbiche e dai trans, ma perché minata
al proprio interno dalla violenza sulle donne, incapace di trasmettere
valori, valori che i mezzi di comunicazione, in mano a piccoli uomini
graditi al potere, non sanno riconoscere, diventando così mezzo di
amplificazione di un vuoto riempito da “tette-vallette-sfruttatori” più o
meno legali. E quando di altro si parla, in questo caso di omosessualità,
quelli sono gli strumenti che, purtroppo, accomunano nell’ignoranza maghi
e apprendisti dello schermo e della politica.

{{E’ di un’altra politica che abbiamo bisogno}}, di una politica coraggiosa,
di persone intelligenti, che usino un linguaggio comprensibile, che
parlino di ciò che conoscono e che sappiano ascoltare per conoscere ciò da
cui sono lontani.
_ {{Lo stesso movimento gay e lesbico si è dimostrato poco coraggioso}} nel
momento in cui ha creduto di poter rivendicare la propria dignità senza
dar fastidio a nessuno: abbiamo dato fastidio noi con i nostri poco
ortodossi cappelli, ma ancor più hanno dato fastidio i gay e le lesbiche
che, senza chiasso né ironia, hanno portato i loro figli in piazza.
E proprio questi ultimi si sono sentiti dire che i loro figli sarebbero
cresciuti meglio in una tribù africana (sperando che il Vaticano smetta di
impedire l’unica difesa contro l’AIDS per i paesi -e non le tribù-
africani…)

{{Sono partita dalle carnevalate per giungere più lontano}}, ma quel cappello
in capo con la scritta NO VAT ha rappresentato semplicemente l’unico modo
in cui rendere visibile una richiesta mia – e non solo mia – di spazio
civico, di dibattito vero, la mia legittima pretesa di non essere più
chiamata deviante, offesa, ridicolizzata, esposta alle violenze del bullo
di turno, ma di essere considerata a tutti gli effetti un soggetto
politico.

Non è grave il fatto che io mi sia messa una mitra in testa, è grave
piuttosto il fatto che io sia stata costretta a farlo.