Come si può ad Aleppo, tra un bombardamento e un altro, mettersi alla caccia di bambini da far sorridere e stringere intorno a sè con un sorriso? Anas al Basha c’è riuscito per anni ma il suo “Spazio per la speranza” è stato chiuso da una bomba che l’ha ucciso martedì 29 novembre: aveva 24 anni e si era sposato da 2 mesi.
Così portava Anas il suo aiuto umanitario, con Space of hope, organizzazione non governativa locale impegnata nel fornire aiuti umanitari, perché quelli materiali non riescono a passare da mesi: “Spazio per la Speranza” gestisce 12 scuole e quattro centri di sostegno psico-sociale per 365 bambini rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori.
Il fratello Mahmoud al-Basha, ha scritto in un post su Facebook: “…Anas non è un terrorista! Lui fa parte della società civile che ha lavorato giorni e notti per portare un sorriso ai bambini siriani. Hai vissuto per far ridere i bambini e donare felicità nel luogo più pericoloso e buio del mondo.Così può dare l’ultimo addio anche la mia famiglia, perché la città di Aleppo è sotto assedio da 112 giorni. Sono fiero di te fratello mio, ciao caro e che tu possa riposare in pace in un mondo crudele.”
Aleppo est ha visto nell’ultimo raid sulle case ad Habbet Qubba, morire gli sfollati, cercare di salvarsi con la fuga. E tra loro c’era anche lui, tra i morti qualunque, morti civili per mano incivile.
Anas al Basha è un nostro figlio che possiamo solo rimpiangere, sperando che altre e altri raccolgano la sua testimonianza di pace e amore.
Doriana Goracci