Dopo la morte di Gjelina Markajl Cospe Firenze e la Casa della donna di Pisa, ai quali ci associamo, esprimono solidarietà al Centro Donna “Passi Leggeri” di Scutari e chiedono al governo albanese una legislazione più efficace e risorse adeguate a sostegno del lavoro delle associazioni di donne contro la violenza domestica.{{Gjelina Markaj}} aveva 36 anni e viveva a Scutari, una città nel nord dell’Albania. Era madre di tre figli, due maschi e una femmina, e da anni,
da quando era iniziato il suo matrimonio 17 anni fa, era vittima di violenza domestica. Oltre a quotidiani maltrattamenti e violenze fisiche che spesso l’hanno costretta a ricoveri in ospedale, veniva chiusa in casa con i figli per mesi interi senza poter mai uscire.
{{Aveva deciso di divorziare dal marito}} lo scorso settembre e
di lottare per ottenere la custodia dei figli. E c’era riuscita grazie anche al
sostegno del {{Centro Donna “Passi Leggeri”}} che con lei si era impegnata per vincere una battaglia in nome del diritto ad una vita dignitosa e senza violenza. Nonostante
la corruzione del sistema giudiziario, nonostante le continue minacce da parte del
marito e del figlio maggiore.

Ma siamo costrette a parlare al passato perché {{Gjelina
Markaj è stata uccisa lo scorso 8 gennaio da suo figlio sedicenne}} con cinque colpi
di postola in una delle strade principali di Scutari in pieno giorno. Uccisa dal
figlio più grande che come il padre mai aveva accettato l’allontanamento della madre
e soprattutto mai aveva accettato la possibilità che la madre potesse rifarsi una
vita autonoma portandosi via anche un figlio maschio.

Gjelina era riuscita ad
ottenere lo scorso 22 dicembre l’affidamento temporaneo dei due figli più piccoli e
avrebbe ottenuto il divorzio il prossimo 19 gennaio. Da pochi giorni aveva trovato
anche una casa in affitto dove poter tentare una nuova vita. Era consapevole di
poter morire ma voleva provarci per sé e per i due figli più piccoli.

{{Il Centro Donna “Passi Leggeri”}} ha voluto lanciare una campagna di informazione e
denuncia perché Gjelina purtroppo non è la prima donna a morire per mano della
violenza degli uomini in Albania e perché troppe volte la violenza maschile nei
confronti delle donne passa impunita. Pensiamo anche che questa morte ci riguardi
tutte e tutti indipendentemente dal fatto che è avvenuta in Albania. Sono note ormai
le recenti statistiche che dicono che la prima causa di morte delle donne in Europa
è la violenza degli uomini e sono ancora i centri anti-violenza delle donne a dirci
che anche in Italia sono in aumento gli omicidi di donne da parte di mariti,
fidanzati, conviventi che non accettano di essere lasciati, che non accettano la
libertà femminile.

Il Cospe, Firenze
La Casa della Donna, Pisa

Per informazioni: Debora Angeli, angeli@cospe-fi.it