Pia Pera

Cristina Palomba, editor dal 2000 di Ponte alle Grazie del Gruppo Mauri Spagnol , con la quale Pia Pera  ha pubblicato  Al giardino ancora non l’ho detto , scrive di aver intuito  nella scrittrice  molti dubbi, soprattutto sull’opportunità di dare alle stampe un testo che con storie di malattia e morte avrebbe sicuramente rattristato i lettori.  Eppure, nonostante l’avanzare della malattia o, forse, proprio anche attraverso questa, l’autrice si è concessa la libertà di entrare  nel cuore dell’enigma vivendo gli ultimi mesi nell’attesa dell’invisibile.

Opera intelligente, lucida, operazione straordinaria del   guardare il mondo capo all’ingiù. Un testamento lasciato a se stessa, sospeso fra  un interrogarsi sommesso  ed un palpitare di lucidissima razionalità, intriso della tenerezza del silenzio e della pensosità della contemplazione. Prosa profonda , presente a ciò che è   flebile e dissonante, brivido  di creature vegetali che diventano  compagne di viaggio  con cui fare famiglia.

Giorno dopo giorno Pia Pera incontra lo stupore delle sorprese buone, i tradimenti nel proprio corpo , ascolta le voci  del suo giardino e ne racconta in modo  delicato, quasi intimo, la vita, continuando ad assaporare, quasi in un fermo immagine, i frutti della gioia .

In certe giornate  d’aprile si guarda al cielo, lo si sbircia attraverso la fioritura dei ciliegi, si accarezzano* con lo sguardo  le grandi nuvole  d’erba smeraldina ricamata di fiori di campo, assorti nella girandola* di  nuvole che ondeggiano forse al soffio, ora gentile, ora prepotente, del vento.

Penetrante in ogni dettaglio , il testo non è il semplice  diario di bordo di una malattia che coglie alla sprovvista , come   temporale di inusitata violenza o  tempesta , che sorprende in mare aperto.

E’  sussurro, porta a far affiorare in superficie l’ombra della notte, è  invito , intercetta il cuore della gioia ,  anche quando  la sabbia finissima del poco tempo rimasto scivola veloce fra le dita.

Viaggio a ritroso per tornare a ricordare,   liberata l’autrice dalla zavorra terribile del futuro, indifferente al cruccio del passato, immersa nell’attimo presente, ma ancora parte di un mondo che fluttua ed è in grado di trasformarci.

Cenni bibliografici

www.poesie.reportonline.it/poesie-di-emily-dickinson/poesia letto il 19 luglio2018

Io non l’ho detto ancora al mio giardino/per non perdermi d’animo./E non mi sento ancora tanto forte/da rivelarlo all’ape./Non ne farò parola nella strada,/perfino le botteghe stupirebbero ch’io/timida ed ignorante come sono,/abbia l’audacia di morire./Non devono saperlo le colline/dove tanto ho vagato,/né posso dire ai miei boschi diletti/il giorno dell’addio./Né mormorarlo a tavola,/né sventata accennare per la via/che oggi stesso entrerò/nel cuore dell’enigma!

P.Pera, Il ricordo di chi ha lavorato al suo ultimo libro, di Cristina Palomba, in www.illibraio.it/pia-pera-ricordo-381889 letto il 14 luglio

*nota inserita dall’autrice della recensione