Lo scorso 23 maggio, a Milano si è tenuto l’incontro Afghanistan, 7 anni e 7 mesi di guerra cui hanno partecipato la deputata afghana Malalai Joya e Vittorio Agnoletto: “Con le nuove regole d’ingaggio le truppe italiane saranno in una guerra totale. Ascoltiamo la voce delle donne della società civile: stop ai tributi di sangue e alla subalternità agli Usa”.“Le truppe straniere della missione in Afghanistan garantiscono il potere dei signori della guerra, del narcotraffico, e spingono indirettamente la popolazione verso i talebani. Il mio popolo vive una guerra, da sette anni, e {{la soluzione per uscirne non è quella che l’occidente ha scelto per noi}}: ascoltare le voci della gente, le richieste di aiuto e le proposte della società civile e di noi donne in particolare sarebbe il primo passo per superare questa situazione”.
_ Malalai Joya, deputata afgana pluripremiata per il suo impegno a difesa dei diritti umani, sospesa dal parlamento per aver denunciato la presenza di signori della guerra e narcotrafficanti, ha partecipato oggi, 23 maggio, a milano, ad una conferenza dal titolo “Afghanistan, 7 anni e 7 mesi di guerra”, con Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione comunista/Sinistra europea.

La testimonianza di Malalai Joya ha molto colpito i partecipanti all’incontro: “le condizioni di vita, anche se i media occidentale non lo dicono più, sono drammatiche. Viviamo senza elettricità, in un clima di paura e terrore. L’80 per cento delle donne subisce violenze sessuali in famiglia, nelle zone rurali il 95 per cento delle donne e dei bambini non ha accesso all’istruzione primaria e solo l’8 per cento degli studenti arriva alle scuole superiori”.

“Proprio ieri – dichiara Vittorio Agnoletto – Frattini ha annunciato la volontà di modificare le regole d’ingaggio delle nostre truppe. Se il governo dovesse confermare tale scelta saremo chiamati a contare i morti tra i militari italiani mandati a combattere per difendere gli interessi strategici deglu Usa e per garantire la sopravvivenza di un governo pieno di criminali di guerra.
_ Il movimento pacifista italiano torni a parlare di Afghanistan, torni a manifestare contro le scelte guerrafondaie del governo.
_ Come ha ripetuto Malalai Joya, la scelta in Afghanistan non è tra i talebani e i signori della guerra oggi al governo, ma tra tutti costoro da un lato, e la società civile, le organizzazioni e i partiti democratici come Hambastagi e le associazioni di donne come Rawa e Hawca dall’altra.
_ È necessario {{rilanciare l’impegno per ottenere il ritiro delle truppe occupanti}}, e l’invio di una missione Onu alla quale non partecipino né i Paesi occupanti, né gli Stati confinanti già coinvolti di fatto nella guerra, una missione cha abbia come primo obiettivo garantire la sicurezza e un miglioramento delle condizioni primarie di vita”.

– {{Fonte}}: mailing list donneafghane