So per certo che l’8 marzo a Roma ci sarà un corteo da concludere a Piazza Navona, come espresso bene nel sito del Nazionale Cgil che “vedrà la partecipazione dei Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, di rappresentanti dei sindacati internazionali nonché dalle testimonianze di donne lavoratrici e pensionate”. Bene, dice {nonchè}.E’stato stabilito già tutto nei minimi particolari, il palco al femminile e i saluti dei leader sindacali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, unici uomini a parlare.
_ Si aggiunge che: “L’evento sarà caratterizzato dalla partecipazione dei Segretari generali di CGIL, CISL e UIL, di rappresentanti dei sindacati internazionali nonché dalle testimonianze di donne lavoratrici e pensionate. Al più presto vi sarà inviato il file del manifesto che provvederete a riprodurre e collocare nelle città e nei luoghi di lavoro.Certi dell’impegno di tutte le strutture nel garantire una
massiccia presenza rispettando gli obiettivi di partecipazione allegati, porgiamo fraterni saluti”.

Il nonchè i saluti fraterni la massiccia presenza che si chiede, questa volta sono richiesti da CGIL CISL UIL, firma di Carla Cantone Antonino Sorgi Carmelo Barbagallo Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La FLC CGIL nel suo {Informa} 2008 non va tanto per il sottile e manda questo invito direttamente ai maschi: “Se sei interessato a partecipare alla Manifestazione nazionale a Roma puoi prenotarti con la Flc Cgil, che organizza un autobus con partenza da Firenze intorno alle ore 9,00…”

Ho voluto fare una {{panoramica di questo inusitato 8 marzo}} con tanta solidarietà maschile e diciamo anche col fiato sul collo di genere maschile, pensando alle notizie che mi sono appena arrivate dalla Turchia tramite il sito [www.kurdish-info.net->http://www.kurdish-info.net] che racconta delle migliaia di donne che hanno introdotto la data dell’8 marzo oggi, 5 marzo, manifestando a Urfa-Suruc, a migliaia provenienti da tutte le regioni turche con uno slogan “Stop alla guerra, alla violenza,
alla privazione di identità, diciamo basta!” e dissuadendo con megafoni e proteste gli uomini che hanno tentato più volte di raggiungere le donne, ma data la protesta unanime, si sono accontentati di rimanere alla coda, dichiarando la loro solidarietà. Tutto è stato accompagnato da musica turca, curda ed armena.

Per il momento leggere tutto ciò in merito alle donne turche è una gran gioia, perchè in questa data sono sempre state represse le dimostrazioni di donne e di associazioni di donne, anche attaccando quelle che apparivano le più deboli , come le “{{madri del Sabato}},” quelle degli scomparsi curdi e non, solamente tali, che per anni hanno protestato ogni fine settimana nella Piazza di Galata Sarai a Istanbul e per anni sono state regolarmente arrestate e picchiate.
_ Nè si può scordare l'{{8 marzo del 2005 in Turchia}} quando vennero arrestate almeno una sessantina di manifestanti che chiedevano il rispetto dei loro diritti. Rifiutarono di muoversi , lì in piazza Beyazit e furono caricate con inaudita violenza.
Chissà se in Turchia, che sembrano così affettuosamente vicini alle donne, c’è ancora il cosiddetto {{test della verginità}} a cui sono sottoposte le detenute e quelle che fanno domanda per i lavori statali?

Da noi invece registro questo interesse “centenario” maschile, al punto che tale {{Paolo Costa}} invita oggi a leggere {Passi affrettati} di Dacia Maraini, con un suo articolo in cui conclude: “Così si diffondono le idee in Rete. Così si promuovono efficacemente principi, politiche, campagne. Così si favorisce l’educazione sociale di uomini e donne. E mi sembra che, nell’approssimarsi di questo 8 marzo, Internet stia mostrando tutta la sua valenza in tal senso. La decisione di una testata online autorevole e sorvegliata come Donnamoderna.com di aprire la porta ai contenuti
esterni, a sostegno dell’iniziativa di Fondazione Pangea Onlus contro la violenza alle donne, mi sembra sintomatica di questo atteggiamento nuovo. Il magazine diventa nodo di una rete più vasta, in cui si incontrano giornalisti della carta stampata, blogger più o meno famosi, semplici lettrici e lettori. Abituiamoci, perché l’informazione si farà sempre più spesso così”.
Di questa ruffiana rivista femminile, ho poco da dire, va letta per capire.

L’autore dell’articolo ha titolato il suo pezzo “Smettere di fuggire”: avete letto bene. Tutte adorate rincorse assediate in quel di Piazza Navona, per cento anni di amore, in cui siamo fuggite…
_ Lo scorso anno a proposito, il Tribunale turco ordinò il blocco di YouTube, popolare sito di video-sharing, a causa di un filmato che offendeva il padre fondatore del Paese, Mustafa Kemal, noto come “Ataturk”.

La nostra Turco si offese per meno, quando alla manifestazione del 24 novembre, fu rimossa la sua presenza da un palco, sempre a Piazza Navona, adibito alle telecamere La7 e non alle onorevoli, per
quanto donne.Si rifarà l’8 marzo.
_ Dicono che tra donne ci s’intende: è vero, ma non così fan tutte.

Per concludere che davvero mi sono dilungata, ho letto che a Roma dal 3 marzo, per la città e nella metropolitana, sono affissi i manifesti con le 10 migliori frasi scelte tra le migliaia, dicono loro, di cartoline arrivate al Comune con i pensieri delle ragazze dai 14 ai 18 anni, che hanno completato la frase: “Sono felice di essere donna perché…” L’ultimo regalo di Walter?
Beata innocenza…