“È certamente vero che la donna abbia bisogno – più che di ‘consigli frettolosi’- di tutto il sostegno ed aiuto possibile per affrontare una decisione così difficile come quella di un eventuale aborto.  Sarebbe forse bene che il Papa e chi la pensa come lui, invece di dare dell’assassina alla donna che decide di abortire, riflettessero su come alcune delle politiche da loro sostenute abbiano proprio l’effetto di isolare la donna e di aumentare il numero di aborti. In particolare, l’ottusa resistenza alla contraccezione e l’opposizione alla diagnosi genetica pre-impianto hanno come unico effetto di impedire alla donna di utilizzare proprio quegli strumenti che le consentirebbero di non trovarsi nella condizione di una gravidanza indesiderata o non sicura. Alla Ministra Giulia Grillo abbiamo chiesto che le indagini diagnostiche preimpianto sull’embrione siano inserite nei Livelli essenziali di assistenza e che siano considerate a tutti gli effetti parte integrante delle diagnosi prenatale. Parlando di numeri, ricordiamo che solo nel 2016 grazie a queste tecniche sono nati 599 bambini che altrimenti non sarebbero mai venuti al mondo.”, dichiara Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.

 Filomena Gallo rinnova così l’appello lanciato alla Ministra Grillo durante il XV Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, svoltosi a Milano dal 5 al 7 ottobre. L’Associazione infatti chiede l’inserimento nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza del Ministero della salute) della diagnosi preimpianto per le coppie che ricorrono alle tecniche di fecondazione assistita, soluzione che aiuterebbe a evitare molti aborti terapeutici.