Pubblichiamo il testo di una lettera aperta dell’Associazione Sos infertilità rivolta in
particolare alla Senatrice Binetti che dalle pagine del Corriere della Sera del 3 luglio ci informa che “non è vero che la legge non ha funzionato perché non è possibile legare gli effetti a quella causa”.E’ mirabile davvero il coraggio di negare realtà alla realtà di 1041 gravidanze in meno, del 26,4% di aborti e parti finiti male.
_ A nostro parere, non solo {{questi gravi effetti sono legati alla causa-legge 40}}, e chi lo nega non ha fatti per farlo, ma questi dati sono addirittura eccessivamente filtrati: non tengono conto, non possono farlo, di tutti i casi più gravi, quelli di serissima infertilità maschile, quelli di coppie con alle spalle molti fallimenti, quelli di donne con più di 35 anni, tutti casi volati all’estero che avrebbero, se fossero restati qui, invece di passare le ferie in sala operatoria a Bruxelles o a Brno spendendo in impegno per la genitorialità quei soldi che altri spendono per vacanze di lusso, abbassato ulteriormente le statistiche.

La Senatrice {{Binetti}} afferma che “il Ministro assume una posizione in difesa della Legge”.
_ A noi par di no, visto che {{Livia Turco}} invita a “continuare a riflettere sulla legge a partire dagli esiti dell’applicazione delle tecniche al fine di garantire alle donne e alle coppie la miglior efficacia e sicurezza” e sottolinea la necessità di “dati scorporati che evidenzino la criticità dei casi più gravi” (dati che sarebbero ben più fallimentari di quelli attualmente presentati ovviamente: e il ministro lo sa), oltre ad invitare a tener conto del crescente ricorso ai centri esteri : se il Ministro volesse realmente difendere la Legge, che bisogno ci sarebbe di continuare a rifletterci sopra?

{{Binetti}} ci informa anche che, in realtà, la colpa dei dati negativi è dei centri “che non sono abbastanza qualificati”.
_ No, la colpa è della legge, ma, Senatrice ci pare giusta la sua attenzione alla qualità delle cure. Di centri dove si fanno cure approssimative è piena l’Italia dei {{300 centri}} ({{in Finlandia ce ne sono 10}}): lavorate, bene, su questo, se volete tutelare anche noi, embrioni ormai cresciuti, sul monitoraggio serio dell’attività delle cliniche e restituite ai medici italiani tutti i loro legittimi strumenti, la {{crioconservazione degli embrioni}}, la possibilità di fecondare tutti gli ovociti che una donna faticosamente (a suon di punture sulla pancia e ritenzione idrica) produce, per non parlare della sacrosanta {{diagnosi preimpianto}} e della {{donazione di gameti}} nei casi più gravi (magari controllata da una rigorosa commissione), strumenti che tutti i loro colleghi europei hanno il permesso di usare.

Ci risulta infine difficile da capire la sua affermazione in chiusura di intervista: “Lo sa di chi è la responsabilità dei tanti viaggi nei centri esteri? Di chi si è scagliato contro questa legge.”
_ Noi pensiamo invece che, per fortuna, gli italiani si sono dimostrati in grado di decidere e di controinformarsi. Benedetto internet, anche.
_ Grazie, per chiudere, del consiglio di prevenire l’infertilità e di non fare figli troppo tardi.
_ Sul primo punto, noi Associazioni lavoriamo molto e aspettiamo un vostro sostegno per farlo sempre meglio.

Sul secondo, le parlo di me: pur avendo iniziato a cercare figli a 28 anni, a causa di una grave infertilità maschile (causa del 40% delle infertilità), sono riuscita ad averli solo a 37.
_ E come me tanti, mi creda.
Oltre quindi all’{{attuale organizzazione sociale, che quasi obbliga a cercar figli tardi}} (studi, lavoro, casa e via dicendo), ci sono anni persi in procedure diagnostiche e tentativi andati male.
I dati sono questi, chiari e parlano forte di una {{necessità di modifica della Legge}}.

Non leggeteli con la lente deformante delle necessità partitiche, ma, per una volta, pensate all’interesse dei cittadini che vi hanno eletti.