Mantova: a proposito della proposta di favorire l’integrazione insegnando agli immigrati il dialetto e la storia locale.Spesso basta un titolo per definire un brano, per comprendere le intenzioni comunicative del giornalista.

E’ questo il caso di un articolo, apparso sulla {Voce di Mantova}, che illustra la proposta del capogruppo della Lega Nord, {{Luca De Marchi}}, di favorire l’integrazione insegnando agli immigrati il dialetto mantovano e la storia locale: {Il marocchino impari} “{{la vaca att’ha fat}}” (8/9).

Al di là della discutibilità della proposta, vista la scarsa diffusione del dialetto mantovano sul territorio nazionale, è il titolo dell’articolo a fornirci {{la cifra esatta del tipo di integrazione auspicata}}.

L’immigrato dovrebbe conoscere storia, costumi e tradizioni locali, a condizione che l’italiano medio possa rimanere ignorante della storia altrui non distinguendo nemmeno le diverse provenienze: sono tutti ”marocchini”. Inoltre, pur non essendo mantovana, non mi risulta che l’espressione dialettale usata nel titolo sia la sintesi migliore della cultura e della storia di questa città.

E meno male che gli immigrati specie se di fede islamica, sono spesso accusati di essere portatori di una cultura del disprezzo delle donne: da noi {{il dileggio del genere femminile}} è a tal punto parte dei modi di dire delle persone che nemmeno ce ne accorgiamo.
{{Chi deve imparare da chi? }}