Questi manifesti hanno tapezzato i muri di Modena e di molte altre città. Una vera violenza contro quelle donne che si sono trovate a dover affrontare un aborto. Una campagna appoggiata da una cultura di odio e intolleranza. L’autodeterminazione è un principio inviolabile.

A proposito di vita nascente e donne già nate

Modena, domenica scorsa,  ha ospitato  una manifestazione del movimento pro vita  che, nazionalmente,  sta raccogliendo firme  per una proposta di legge,  affinchè alle donne che chiedono un’interruzione di gravidanza sia obbligatorio dare informazioni sulla nocività che tale pratica avrebbe sulla loro psiche e sulla loro vita

E poi, diciamolo, ci sono sempre quelle confortevoli case famiglia, ospizi, centri accoglienza vari, spesso gestiti proprio dalla multiforme rete pro life  che invita le donne a rinunziare all’aborto e poi eventualmente abbandonare il bambino o la bambina. Ci sarà sempre qualcuno che se ne occupa.

 Questo movimento fondamentalista cattolico domenica ha umiliato la città di Modena con un manifesto che le autorità cittadine avrebbero dovuto far togliere immediatamente, come è stato fatto  a Roma per la gigantografia di un feto  con la scritta “ ero così prima che tu mi abortissi”.  Il manifesto modenese, scritto a mano,  ma a caratteri cubitali e ben leggibile, era ancora peggio, se possibile, perché accusava le donne  di ogni male (d’altra parte chi ha dato la mela ad Adamo?),  affermando che  non ci potrà mai essere la pace nel mondo se le madri possono uccidere i loro bambini.

Sia chiaro che tutto ciò non accade per caso: a 40 anni dalla legge 194 qualcuno ha pensato di sferrare il colpo finale,  ma non ci devono essere dubbi sulla matrice illiberale, misogina, violenta e razzista  di questi attacchi. A Roma Forza Nuova ha gettato volantini dentro la Casa Internazionale delle donne ed ha appeso sul muro esterno uno striscione con la scritta: 194 assassinio di stato. Così le donne di razza bianca che si rifiutano di dare figli alla patria e osano ribellarsi alla ragion di stato, sono sistemate.

Quel manifesto, a Modena, andava rimosso perché, in sintesi, la legge 194 non ammazza  nessun bambino ed è una legge dello stato.  Un tempo le donne  “particolari” venivano bruciate sul rogo come streghe, in seguito la violenza patriarcale le ha messe nei manicomi,  ora, se dicono di no ad una maternità indesiderata,  esige che si pentano a priori e, soprattutto sappiano a che cosa vanno incontro! Dunque ancora pazze, incoscienti da ammonire, impaurire, minacciare, in definitiva.

Si possono minacciare impunemente e pubblicamente  le donne di questa città e di questo paese?

Lo chiediamo  a chi di dovere.