Le dichiarazioni di voto di Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, nella seduta del 26 marzo che ha concluso il dibattito in Senato.[…] questo disegno di legge è fondato sul tradimento e su parole ingannevoli. Il suo titolo parla di disposizioni in materia di dichiarazioni di volontà anticipate e ciascun italiano e ciascuna italiana è portata a credere che se esprimerà una propria volontà sarà rispettata, sia essa quella che chiede di essere mantenuta in vita il più a lungo possibile, sia quella di finire naturalmente la propria vita. Non è così. {{Quelle dichiarazioni di volontà non sono vincolanti, potranno essere disattese e il tradimento arriverà nel momento della maggior debolezza, quando non ci sarà più la possibilità di dire sì o no.}}

C’è una straordinaria violenza in questo. Voi {{vi state arrogando il diritto di sostituirvi a ciascun uomo, di scambiare la sua volontà}} {{con la vostra}} e nessuno, niente, in realtà, vi autorizza, salvo la vostra prepotenza. […] Non vi autorizza la Costituzione, che state tradendo allo stesso modo e non vi rendete conto, proprio voi che vi chiamate Popolo della Libertà (immagino la vostra), di quanto {{il pensiero cattolico democratico in quell’articolo 32 della Costituzione seppe difendere la libertà e la dignità umana}}, così intimamente connesse da non poter essere scisse, contro l’orrore e la violenza della volontà di Stato nell’imposizione di pratiche sanitarie sui corpi. Quindi, perdete. Inoltre, qui si capisce {{quanto fragile sia la vostra concezione della libertà e dignità dell’uomo}}, della sua volontà libera di tornare naturalmente, per chi crede, creatura di Dio tra le braccia del Padre o, per chi non crede, di finire dignitosamente, come è naturale che accada, sperando di aver lasciato segni, affetti, esempi nel mondo.

Tornare naturalmente, presidente Gasparri, {{che c’entra l’eutanasia?}} Perché dobbiamo inquinare questa discussione? Il Partito Democratico è contrario all’eutanasia. […]. Sì, sottosegretario Roccella, {{le parole possono essere spade}} (non “le parole sono pietre”, quello era Carlo Levi e quel titolo significa un’altra cosa) e voi avete brandito {{come spade le parole vita e morte facendo un gran fracasso}}, qui, dove era il tempo del raccoglimento e della parola pesata, dove il vostro fracasso voleva nascondere che ciò di cui si stava parlando era altro: era {{la scelta, appunto, tra la vita mantenuta artificialmente e la morte naturale}}. Si trattava, come dire, di un altro tema che avete voluto ignorare, perché – ancora – avreste dovuto fare i conti con un’altra grande questione, quella della modernità, seria e inquietante, e cioè di come si ricollochi la dignità della persona umana di fronte al progredire della scienza, se vi possa essere una prepotenza della scienza che travolge il senso dell’esistenza umana e se la dignitosa libertà dell’uomo possa essere, rispetto a questo, un argine.

Io non vi capisco e forse, se riflettete, non lo capite neanche voi: perché in molti sostengono (peraltro lo stabilisce una legge dello Stato, quella sulla fecondazione assistita) che non è legittimo manipolare la vita per evitare malattie e malformazioni e, invece, {{secondo voi è legittimo manipolare la morte}} e costringere un corpo per mesi e anni su un letto, attaccato a macchine, a tubi e a cannule in un’ossessione che è vostra, ma che non era la volontà di quell’uomo e di quella donna che possiedono quel corpo, perché la loro volontà era di finire naturalmente, come è normale che accada per chiunque nasca al mondo? (Applausi dal Gruppo PD). Noi vogliamo garantire il diritto di quella scelta, solo questo.

Ho ascoltato i vostri interventi sul diritto alla vita con molta attenzione e non mi hanno convinto, come giurista innanzitutto. {{Non c’è infatti un diritto che vive fuori dal soggetto che ne dispone e che lo esercita}}: io ho diritto alla vita e lo Stato deve garantire che io possa esercitarlo. Non può disporre della inviolabilità del mio corpo; ce l’ho perché sono una donna o un uomo che vive in un Paese democratico con questa Costituzione e ho diritto a non vedere praticati sul mio corpo trattamenti sanitari che non voglio e lo Stato deve garantire questo diritto.

Abbiamo provato a spiegarvelo. Abbiamo, in ogni maniera consentita, cercato di trasferire nel testo la netta affermazione della sacralità della vita, della sua intangibilità, ma anche della conseguente impossibilità di disporne da parte di alcun soggetto istituzionale, perché è questo il punto. {{Quello che vi sfugge è che la Costituzione non crea diritti, la Costituzione li riconosce, perché essi appartengono a uomini che nascono liberi e uguali.}} […] E il patto tra gli uomini, la Costituzione democratica, è che lo Stato quei diritti li rispetti, li garantisca nel loro esercizio, promuova ogni condizione perché si possano esplicare, perché lo Stato limiti la propria forza di fronte a quei diritti, non perché trasformi ogni campo in un esercizio del monopolio della forza da parte dello Stato.

Il punto centrale è il rapporto tra individuo e Stato, {{tra libertà e autorità}}. Lo era nel ’48, perché uscivamo da uno Stato totalitario che disponeva dei corpi, e avrebbe voluto disporre anche delle menti, e perché altrove, in quel momento, con i regimi comunisti si radicavano altri regimi totalitari. Voi sembrate ignorare questo, benché vi chiamiate Popolo della Libertà.

Vorrei aggiungere un’altra cosa, e parlo come presidente del mio Gruppo ma anche come persona. Ho imparato davvero molto dal dibattito interno al mio Gruppo, dal confronto così serrato, anche difficile, con sensibilità diverse dalla mia su tale questione. {{Ho imparato a dubitare delle mie certezze, della mia pretesa razionalità e anche del cartesianesimo delle mie convinzioni.}} Io ho dubitato. […] E’ stato un privilegio, mi ha fatto molto male e mi è costato anche tanto! Ma credo che con Franco Marini, Bosone, Soliani, Rutelli, Scanu – dovrei nominarli uno per uno – io ho potuto farlo, ho potuto affrontare un confronto così duro, difficile e ricco e poi decidere, rispettandoci di più e di più comprendendoci, perché non abbiamo avuto paura di farlo. E io per prima ho sperimentato, mentre infuriavano e ancora infurieranno le polemiche su di noi e le ricostruzioni, anche grottesche e così spesso ingenerose, di questo lavoro, che esso poteva essere fatto soltanto perché siamo stati capaci di partire dal riconoscimento pieno e senza condizioni dell’a priori della libertà di ciascuno e di ciascuna. E la straordinaria bellezza di questo percorso, il suo straordinario valore sono il nostro contributo politico.

Da parte vostra ho visto paura e sordità, non un segno, uno solo, che eravate disponibili ad ascoltare, a comprendere, a dubitare. Eppure molte sono state le occasioni che con sforzo sincero vi sono state offerte dai nostri senatori e dalle nostre senatrici. E sono forte di tutto questo, nell’annunciare il voto contrario del Gruppo del Partito Democratico a questo testo mentre, come è inevitabile, tra pochi minuti, tra i vostri scroscianti applausi, {{morirà la libertà e la dignità dell’uomo, così come nell’articolo 32, secondo comma, della Costituzione la scrisse Aldo Moro}}.