La libreria Feltrinelli, inaugurata qualche mese fa a Catania, ospita un pomeriggio al mese gli incontri organizzati dall’Associazione Città Felice intitolati “Alla ricerca delle artiste ritrovate”. A tenere gli incontri {{Anna Di Salvo}}, femminista storica del movimento catanese e docente di storia dell’arte, con la collaborazione di {{Mirella Clausi}}.

Filo conduttore che lega le opere di {{artiste dal Medioevo a oggi}}, il desiderio primario di affermazione della propria identità, il bisogno di lasciare traccia di sé e sfuggire all’anonimato a cui molte altre artiste sono state condannate. Numerosissimi sono infatti i casi di artiste che, dimenticando di firmare le proprie opere o “derubate” dai loro stessi maestri, con cui era usuale che istaurassero relazioni sentimentali, non ci hanno lasciato traccia di sé. Lo studio di{{ Anna Di Salvo}}, inoltre, si pone l’obiettivo di rintracciare nelle diverse opere tutta la simbologia legata ai rapporti tra donne: in famiglia, tra amiche, tra maestra e allieva.

L’incontro di marzo è stato dedicato all’Ottocento e all’inizio del Novecento e al cuore delle Avanguardie Storiche, esaminando le vite e le opere, tra le altre, di {{Berthe Morisot, Susanne Valadon, Mary Cassat, Camille Claudiel, Sonia Delaunay, Tamara De Lempicka e Frida Khalo. }}
Un’occasione per avvicinarsi ad opere spesso poco conosciute, ma anche per confrontarsi su temi attuali che le artiste hanno in qualche modo sviscerato: è il caso di {{Kathe Kollwitz}} e delle sue opere {{contro la guerra}}. “Qualche anno fa ne realizzammo delle riproduzioni enormi e le portammo, naturalmente in segno di protesta, {{davanti alla base militare di Sigonella per ribadire il nostro no categorico a qualsiasi conflitto armato}}” ha ricordato {{Anna Di Salvo}}, invitando intenzionalmente a riflettere sull’attualità di quel gesto proprio in questi giorni che Sigonella ospita gli aerei che compiono i raid sulla Libia.

Particolari le ripetute opere in cui si riconosce la presenza di {{uno specchio}} utilizzato dalle artiste per ritrarsi. Strumento per una conoscenza altra di sé. E l’amore e la ricchezza con cui viene ritratta{{ la vecchiaia}}, i cui segni sul corpo delle donne sono regali preziosi della vita.

A colpire forse più degli altri un quadro di {{Suzanne Valadon}} in cui è ritratta una madre insieme alla figlia, appena diventata donna, che getta la sua bambola per terra tra emozione e disperazione. Un tema inusuale per l’arte, ma che avvicina l’artista al mondo interiore di ogni donna e che solo una donna avrebbe potuto raffigurare con tanta intensità.

Prossimo appuntamento per il pubblico numeroso di “Alla ricerca delle artiste ritrovate” e per chiunque volesse aggregarsi, ad aprile.

immagine: {{Kathe Kollwitz}}, {The survivors}, 1923