Siamo immerse in scenari di guerra. Dovunque volgiamo il nostro sguardo la guerra e la militarizzazione sono diventate paesaggio urbano e dimensione internazionale.
Ma tutto questo non è dovuto al Fato, ad una particolare congiuntura, a personaggi particolarmente malvagi…..bensì non è altro che lo stadio di maturazione del Capitale.
Il neoliberismo è la dimensione politico-ideologica a cui è giunto il capitalismo nella sua necessità di espandersi e di distruggere ogni altra configurazione economica, marginale nei paesi occidentali, di sussistenza nei paesi del terzo mondo che ostacoli il suo processo di crescita. La così detta crisi non è altro che lo strumento per la ridefinizione dei rapporti di forza tra Stati e multinazionali e con le oppresse e gli oppressi tutte/i.
E, in questo procedere, la guerra è strumento di potere e assoggettamento e, allo stesso tempo, momento di crescita economica e di sfruttamento. Non a caso è tornato prepotentemente sullo scenario internazionale il colonialismo, mascherato non più sotto la veste di una superiore civiltà da portare ai popoli del terzo mondo, bensì sotto quella della tutela dei diritti umani, di quelli delle donne e delle diversità e dell’autodeterminazione dei popoli.
In questo processo di ridefinizione degli assetti su fronti interni e fronti esterni, gli Stati Uniti si pongono come Stato del capitale, rivendicando a sé il ruolo guida e mettendolo sistematicamente in atto con la Nato diventata esercito di aggressione e polizia internazionale.
Gli Usa, con l’alleata Inghilterra e con gli Stati vassalli, stanno procedendo ad una sistematica destabilizzazione di tutte le aree, i governi, gli stati, che sono asimmetrici rispetto ai loro interessi….dalla Jugoslavia passando per l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria ed ora l’Ucraina, oggetto di un vero e proprio colpo di stato nazista in funzione anti russa. L’Ucraina è per gli Stati Uniti il terreno su cui piegare la Russia, altrimenti sarà la guerra con tutto ciò che un conflitto mondiale può esprimere ora.
La Francia e la Germania si barcamenano .strette tra la necessità di piegarsi agli interessi statunitensi e quella di tutelare i loro interessi economici che sarebbero ben altri.
L’Italia è asservita agli Usa, i governi riformisti e a guida PD sono semplicemente dei funzionari statunitensi.
In questo quadro il femminismo si trova di fronte alla necessità imprescindibile di fare chiarezza politica, di collocarsi e di scegliere da che parte stare. Le posizioni neutrali non esistono, non esistono più orticelli privati da coltivare o giardini protetti.
Si devono necessariamente smascherare i meccanismi che vengono posti in atto per perpetuare la nostra oppressione sotto le mentite spoglie di un’attenzione pelosa e attraverso la promozione sociale di donne che si prestano all’asservimento di tutte le altre donne e degli oppressi tutti/e. Il loro compito è di fornire un paravento dietro il quale la società patriarcale e neoliberista può nascondere i propri obiettivi reali quali l’inasprimento della disoccupazione, la precarizzazione della vita, le crescenti diseguaglianze, le guerre umanitarie, il ruolo di cura da cui dicono di essere affrancate e in cui viene prepotentemente confermata la stragrande maggioranza delle altre donne. Poiché questi obiettivi sono inconfessabili, si veicolano come emancipazione, come transizione, che dovrebbe condurre alla nostra liberazione così come nella società il neoliberismo viene presentato come “moderno” e dovrebbe condurre alla crescita, alla piena occupazione, alla giustizia sociale e, nei paesi del terzo mondo, alla democrazia.
L’uso strumentale della nostra oppressione, qui da noi, e nei riguardi del terzo mondo ci chiama direttamente in causa senza possibilità di appello.
Gli Usa nel loro processo di destabilizzazione dei paesi asimmetrici ai loro interessi hanno foraggiato, armato, addestrato, portato al potere… Talebani… integralisti musulmani di ogni tipo…..Isis… e, allo stesso tempo, usano lo spauracchio del terrorismo, marchio itinerante da affibbiare ad ogni piè sospinto, per avere mano libera negli interventi destabilizzanti, nella loro intromissione in qualsiasi Stato e a qualsiasi titolo ritengano opportuno.
Per fare questo hanno distrutto con i mercenari del Qatar, degli Emirati Arabi, del Bahrain, Stati laici dandoli in pasti agli integralisti musulmani e ora si pongono come paladini della difesa dell’occidente contro il terrorismo.
La strumentalizzazione dei diritti umani, l’uso del pinkwashing, l’uso della violenza sulle donne, sulle lesbiche, sulle diversità per attaccare e aggredire i paesi asimmetrici non lascia spazio a nessuna posizione neutrale. Lo sdoganamento degli integralisti musulmani ha distrutto ogni tentativo in medio oriente di società laica.
La resistenza delle donne curde nel Rojava e il percorso personale e politico che stanno attuando per contrastare e destrutturare il dominio patriarcale apre ad un internazionalismo e a legami femministi che fanno parte da sempre delle nostre pratiche e, allo stesso tempo, ci conferma che supportare la loro lotta significa per noi lottare qui e ora, nei luoghi dove, nella nostra società occidentale, si esplicano a tutto campo le oppressioni su di noi.
L’ordine patriarcale e la guerra del capitale camminano di pari passo.
Non esiste lotta femminista muta, è inutile ingannarla e manipolarla, non rimarremo in silenzio, non ci faremo imbavagliare, ricattare, usare.
La lotta batte ancora, viva, nelle vene del tempo presente.

DOMENICA 8 MARZO 2015 a ROMA
CORTEO

Appuntamento ore 10,30
via Ostiense 137-sede delle Cagne Sciolte

JIN, JIYAN, AZADI
DONNE, VITA, LIBERTA’
LOTTA FEMMINISTA SENZA CONFINI

Coordinamenta femminista e lesbica-Roma

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/02/24/8-marzo-2015-a-roma/