Si chiude il 6 febbraio, Giornata internazionale per l’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili la raccolta firme a sostegno
della campagna END FGM, promossa da una rete di organizzazioni non governative europee e lanciata in Italia da AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, in collaborazione con Amnesty International Sezione Italiana, e coordinata a livello europeo da Amnesty International Irlanda.In questa giornata
scendono in campo le associazioni di migranti di origine africana, tra cui il
Coordinamento stranieri di Vicenza, l’ Associazione Eziokwu Bu Ndu
(Nigeria) di Padova le Opere Riunite
Buon Pastore di Venezia, l’Associazione
Donne a Colori Onlus di Roma, l’Associazione
Medici volontari per lavoratori stranieri Tolbà di
Matera e Associazione Casa Fai da Te del Veneto, gli enti locali tra
cui la Regione Campania e la Provincia di Napoli, e numerosi/e mediatori e mediatrici
culturali di origine africana che hanno coinvolto le proprie comunità a
sostegno delle richieste rivolte dalla [campagna END FGM->http://www.endfgm.eu] alle Istituzioni
Europee: Consiglio dell’Unione Europea, Commissione e Parlamento europei.

Si
aprirà così la seconda fase della campagna: portare il messaggio che arriva
dalla società civile italiana ed europea ai rappresentanti di queste
istituzioni, cui la campagna END FGM chiede di adottare una strategia in 5
punti:

– raccolta dati a livello europeo per
mappare l’incidenza del fenomeno e misurare i progressi verso l’abbandono della
pratica;

– inserimento
della prevenzione delle MGF nelle iniziative europee sulla violenza contro le donne;

– adeguata assistenza sanitaria e psico-sociale
per le donne che hanno subito MGF, con un orientamento alla prevenzione per le
bambine di origine africana residenti in Europa;

– inserimento
delle MGF come persecuzione di genere nelle politiche europee sul diritto d’asilo
attualmente in
discussione;

– inserimento della prevenzione delle MGF nel dialogo politico e nelle iniziative
di cooperazione allo sviluppo
dell’Unione Europea in Africa.

“L’abbandono
delle mutilazioni dei genitali femminili, una tradizione sulla quale si fonda
la costruzione dell’identità di genere in numerosi paesi africani, e che è
ancora percepita come essenziale per assicurare il matrimonio e dunque la
maternità, elementi imprescindibili nella vita di una donna in queste
culture – sostiene Daniela Colombo, presidente di AIDOS, – è innanzitutto
una scelta – non facile – che le donne, gli uomini, le famiglie devono fare”.

Obiettivo
della campagna END FGM è costruire intorno alle famiglie di origine
africana residenti in Europa, che si trovano a decidere se rispettare la
tradizione oppure no, risparmiando le proprie figlie al coltello e correndo per
questo il rischio di una emarginazione dalle comunità
d’origine, un quadro di misure legali, di politiche e di servizi in grado di
sostenere la scelta di abbandonare la pratica e che sia omogeneo a livello
europeo, anche in considerazione della mobilità dei/lle
migranti nel territorio dell’Unione Europea.

Per
promuovere l’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili non
occorre, fa notare ancora Daniela Colombo, inasprire ulteriormente
le misure penali, in Italia già molto severe, attraverso la soppressione della potestà genitoriale e della tutela dei minori per i genitori di bambine africane sottoposte a mutilazioni dei genitali femminili, come proposto recentemente dal Ministero delle Pari opportunità, una misura che danneggia ulteriormente
le bambine che oltre a essere private del clitoride, finirebbero anche mutilate dell’affetto essenziale dei propri genitori.

La logica che governa questa norma sociale è
quella di garantire un beneficio per le bambine, una volta superato il dolore e
diventate donne. La comunità internazionale, e in particolare l’Unione Europea, può
accelerare l’abbandono della pratica se il matrimonio e la maternità
smetteranno di essere l’unica strada che una ragazza africana vede davanti a sé
per realizzarsi come donna.

Importante
perciò “continuare sulla strada dell’informazione e della prevenzione,
come prevista dal primo capitolo della legge italiana n. 7/2006 sulla
prevenzione e il contrasto delle mutilazioni dei genitali femminili”,
conclude Colombo, “e fare in modo che le misure proposte dalla campagna
END FGM entrino in una Direttiva europea sulle mutilazioni dei genitali
femminili, che la campagna END FGM proporrà di adottare, alla Commissaria per
la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza Viviane
Reding e al Parlamento Europeo sostenuta dalle
migliaia di firme raccolte da tutti i partner della campagna”.

{{È
ancora possibile firmare a sostegno della campagna END FGM}}:

– a {{Matera}} in Piazza del Sedile, il 4 febbraio dalle 16.30 alle 20.30, coordina
l’Associazione
Medici volontari per lavoratori stranieri Tolbà di
Matera;

– a {{Napoli}} in Piazza Garibali, il 6 febbraio dalle
10.30 alle 13.00, coordina la Consigliera Regionale Anita Sala e le donne
dell’Italia dei Valori;

oppure rivolgendosi alle Associazioni:

– Coordinamento stranieri di Vicenza, Associazione
Eziokwu Bu Ndu (Nigeria) di Padova, Opere Riunite Buon Pastore di Venezia,

– Associazione
Donne a Colori Onlus di Roma, Associazione Casa Fai da Te del
Veneto, e alla Provincia di Napoli.

{{Per informazioni}}: AIDOS – tel. 06 6873214/196