Una burocrazia senza scienza e senza coscienza è la barriera che la Sindaca Virginia Raggi, assente ancora una volta, ha interposto tra sé e le tante donne che oggi hanno manifestato davanti al Campidoglio per dire “La Casa internazionale delle donne non si tocca!”

La prima donna a ricoprire la carica di Sindaca di Roma, Virginia Raggi, non solo non ha sentito la necessità di ascoltare le donne della sua città ma neanche quella di delegare qualche sua assessora o segretaria ad ascoltare la protesta che ha preso voce sotto al suo “Palazzo”, il Campidoglio.

Una protesta alla quale tutte, anche da fuori Roma, possiamo partecipare, grazie alla diretta Facebook,.

Ma andiamo con ordine……

Questa mattina, la Casa internazionale delle donne e la sua presidente Maura Cossutta hanno chiamato cittadine e cittadini di Roma a manifestare il sostegno ad un’esperienza che – sempre grazie a una precisa volontà politica che si serve di un’ottusa burocrazia – rischia la propria esistenza.

Si è diffusa nei giorni scorsi, infatti, l’intenzione di alcune delle assessore della Giunta capitolina di mettere a bando il palazzo dell’ex Buon Pastore, da decenni sede della Casa che, inascoltata, chiede da tempo il rinnovo della convenzione. La convenzione è il doveroso riconoscimento del valore politico e sociale non solo della Casa ma anche di tutte le esperienze di Case delle donne sparse in Italia, sostenute e no dagli enti locali e dalle istituzioni.

Molti degli interventi svolti in piazza, oggi, hanno ricordato che altre istituzioni, e tra queste la Regione Lazio e il Parlamento italiano, hanno riconosciuto questo valore. Il Parlamento ha stanziato, a ottobre 2020, 900mila euro per consentire il saldo del “debito pregresso” con il Comune di Roma. Un debito – è importante ricordarlo, come ha fatto Maura Cossutta – accumulatosi per un canone di affitto di ben 90mila euro l’anno che grava sulle spalle di associazioni che da oltre trenta anni rendono alle donne della città e di Italia un servizio insostituibile, tenendo aperto un luogo di libertà, produzione politica e culturale, di offerta, di ascolto. Ciò anche durante – e rispettando il “distanziamento” – la pandemia.

In piazza hanno parlato, oltre a Maura Cossutta, presidente della Casa, parlamentari, consigliere regionali e politiche, sindacaliste della CGIL Lazio, donne che operano nei servizi offerti dalla Casa, associazioni nazionali, come l’UDI, donne dei movimenti come Non Una di Meno… insomma, una rappresentanza, numerosa e viva, delle soggettività femministe, singolari e plurali, che credono nella necessità di preservare i luoghi di libertà e autodeterminazione delle donne.

E quale è stata, oggi, la risposta?

In questi mesi, la Sindaca Raggi ha opposto un ostinato silenzio alle richieste di confronto avanzate dalla Casa, ma ora, forse, ha superato se stessa.

La mobilitazione prevedeva, in conclusione, la consegna alla Sindaca del libro “La città della Dea Perenna” di Maria Paola Fiorensoli (edizioni CGIL FP Roma Lazio, 2020) che ricostruisce la storia della popolazione femminile a Roma, dalla Controriforma al femminismo, con la ricostruzione della vita anche amministrativa del palazzo dell’ex Buon Pastore, oggi Casa internazionale delle donne.

“Dovete consegnare il libro al protocollo” così ha detto il vigile urbano, dopo aver consultato la Sindaca, a un’allibita – e quasi divertita – Maura Cossutta che recava il libro impacchettato con un bel nastro rosa. “Non siamo in pace, ma portiamo solo un libro…” ha risposto Cossutta al vigile urbano. L’intenzione era “educativa”: spiegare alla Sindaca Raggi “la storia delle donne, la storia di Roma, la storia della Casa internazionale delle donne, perché impari a riconoscere e rispettare i diritti e le libertà delle donne, di tutte le donne.”

Per chi vuole sapere di più del libro “La città della Dea Perenna”:

l’intervista all’autrice su YouTube

la presentazione alla Casa

la recensione

il film da cui il libro è tratto, in tre parti, da poco sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne