Organizzato dalla Rete italiana delle Donne in Nero, il 15 febbraio si terrà a Roma, presso la Casa Internazionale delle donne (via della Lungara, 19), il convegno

“La verità delle donne. Percorsi e pratiche di giustizia con un approccio femminista”

Interverranno:
·       Kelly Echeverry Alzate, attivista della Ruta Pacifica de las Mujeres colombianas, tra le promotrici della Commissione verità e giustizia delle donne colombiane, ha collaborato alla realizzazione del libro La verità delle donne. Vittime del conflitto armato in Colombia, tradotto e pubblicato dalla Rete italiana delle Donne in Nero;
·       Staša Zajović, delle Donne in Nero di Belgrado, tra le fondatrici del Tribunale delle Donne della ex Jugoslavia, e coautrice  del libro Il Tribunale delle Donne. Un approccio     femminista alla giustizia, tradotto e pubblicato dalla Rete italiana delle Donne in Nero;
·       Maria Acierno, giudice della Corte di Cassazione, esperta dei diritti delle persone;
·       Ilaria Boiano, avvocata, associazione Differenza Donna ONG;
·       Anna Lorenzetti, ricercatrice di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Bergamo.

Ruta Pacifica de las Mujeres, La verità delle donne. Vittime del conflitto armato in Colombia. Rapporto sintetico

Il libro, tradotto e pubblicato nell’agosto 2019 dalla Rete italiana delle Donne in Nero, è la sintesi di un documento di grande importanza, La Verità delle donne. Vittime del conflitto armato in Colombia, elaborato dalla Ruta Pacifica de las Mujeres 1), una rete femminista e pacifista attiva da molti anni nelle diverse regioni del Paese latinoamericano e capace di riunire oggi più di 350 organizzazioni di donne.

Della Ruta Pacifica de las Mujeres fanno parte le Donne in Nero della Colombia. Per una conoscenza più approfondita dell’associazione si veda Ruta Pacifica: le donne colombiane contro la violenza.
Intervista a Alejandra Miller Restepo, a cura di Andrew Garcés Willis, in Donne Esuli Deportate (DEP, rivista on-line), n. 12, 2010.

Il libro, edito a Bogotà nel 2013, è nato dall’esigenza di raccogliere la memoria delle vittime di un conflitto che per oltre cinquant’anni ha insanguinato la Colombia, di dare risposta alla loro richiesta di giustizia, di ricostruire una verità da affermare nella scena pubblica in relazione alla violazione dei diritti umani.

Questo sforzo è stato compiuto significativamente dalle donne, grazie ad un progetto  finalizzato alla costituzione della Comisión de Verdad y Memoria de Mujeres 2), coordinata dalla Ruta Pacifica, che in tre anni di lavoro di investigazione ha raccolto le testimonianze di oltre mille donne vittime delle ostilità interne.

Il conflitto armato in Colombia si è caratterizzato per una violenza estesa e brutale inflitta alla popolazione civile, ma di violenza contro le donne si è iniziato a parlare molto tardi, grazie alle inchieste e alle denunce messe in atto con straordinaria determinazione da numerosi movimenti e associazioni femminili che hanno saputo utilizzare un approccio di genere nell’analisi di questo fenomeno. Nonostante la violenza sulle donne sia stata presa in considerazione anche dalla Comición Nacional de Reparación y Reconciliación (istituita in Colombia nel 2005, nel momento in cui si abbozzava un faticoso processo di transizione e pacificazione nel Paese), la specificità dei vissuti femminili durante la guerra faticava ad emergere e ad essere riconosciuta.

La violenza sulle donne presenta infatti peculiarità rilevanti, soprattutto se agita in un contesto di scontro armato e di militarizzazione di un’intera società. La logica della guerra inasprisce la subordinazione delle donne e legittima il dominio patriarcale sulla loro vita e sui loro corpi, restringendo la loro libertà e autonomia in tutti gli spazi in cui vivono, si relazionano e si muovono.

Le donne della Ruta Pacifica parlano di un continuum di violenze che si esplicita tanto nell’ambito domestico che in quello pubblico e contempla brutalità fisiche e psicologiche, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni, abbandono obbligato delle proprie case, rappresaglie, persecuzioni contro attiviste, violenza sessuale declinata nelle sue tante manifestazioni, dalla violazione della persona alla prostituzione forzata e alla schiavitù domestica. Una violenza, questa, che mostra in forma evidente come il controllo del corpo delle donne sia un obiettivo fondamentale del potere.

Il dossier della Ruta Pacifica è il frutto di un lavoro collettivo, di un progetto nato dal basso, indirizzato a raccontare la violenza attraverso la parola delle donne. Le donne intervistate, di differenti età e luoghi di provenienza, meticce, afro-discendenti, indigene e di altre identità etniche, con la loro testimonianza e la rivisitazione del proprio percorso di vita, danno forma a una memoria collettiva e delineano una verità che a pieno titolo pretende di essere accolta e riconosciuta nella storia recente del paese.

La parola delle donne non è solo espressione di una sofferenza iscritta nei corpi, è anche segno di fiducia e affidamento reciproco, di solidarietà, di mutuo soccorso. Nella dimensione della pluralità e della condivisione, la parola delle donne crea soggettività politica, trasforma le vittime in protagoniste della realtà sociale, consente percorsi collettivi di resistenza, di messa in discussione dei ruoli sessuali preordinati, di cambiamento delle relazioni di subordinazione che la cultura patriarcale ha imposto. Attraverso i percorsi della memoria femminile emerge una verità che condanna la violenza politica in Colombia, chiede riparazione, impegno delle istituzioni per il disarmo e il superamento del conflitto armato e l’avvio di un processo di pace che consenta alle persone nuove condizioni di esistenza. Un percorso di trasformazione del paese di cui le donne sono principali interpreti.

Mentre il conflitto armato era in pieno svolgimento e gli accordi di pace ancora lontani, “La Ruta si è dimostrata capace di mobilitare centinaia di migliaia di donne su tutte le strade della Colombia per risvegliare, teatralizzare, denunciare, sostenere, resistere, insistere, persistere, cantare, ballare, marciare per la giustizia, l’appoggio e la dignità delle donne che in ogni angolo del paese” pativano “la vittimizzazione per mano di tutti i gruppi armati”.


1) Della Ruta Pacifica de las Mujeres fanno parte le Donne in Nero della Colombia. Per una conoscenza più approfondita dell’associazione si veda Ruta Pacifica: le donne colombiane contro la violenza. Intervista a Alejandra Miller Restepo, a cura di Andrew Garcés Willis, in Donne Esuli Deportate (DEP, rivista on-line), n. 12, 2010.

2) Carla Alfonso, Carlos Martin Beristain, Ruta Pacífica de las Mujeres (a cura di), Memoria para la vida, Hegoa, Bogotá 2013, consultabile e scaricabile liberamente all’indirizzo: http://publicaciones.hegoa.ehu.es/publications/290.