5176yTCutmL._SX331_BO1,204,203,200_Segnaliamo una lettera indirizzata a Eretica  uscita su  Abbatto i muri  perché mostra un percorso di crescita, di acquisizione di consapevolezza che dipende anche  dalla responsabilità di tutt* noi.

Cara Eretica,
seguo la tua pagina ormai da quasi un anno, e veder comparire i post della tua pagina in mezzo al mare di sciocchezze che Facebook propina mi riempie il cuore ogni volta. Certo molte volte si tratta di storie tristi, di denunce piene di dolore e frustrazione, di racconti che mostrano come la nostra società continui a masticarci e sputarci via ogni volta che osiamo alzare la voce, esprimere dissenso, protestare per quello che non troviamo giusto. Insomma, non sempre è una lettura piacevole e leggera

Spesso ho pensato di scriverti per commentare e riflettere insieme e a te e alla comunità di Abbatto i Muri su alcuni temi che mi stanno a cuore, o che erano particolarmente discussi in un certo periodo. Invece lo faccio stasera, e questa email è diretta soprattutto a te.

Un po’ di contesto: sono una studentessa universitaria di vent’anni, e studio lingue. Uno dei miei corsi consiste in un laboratorio di francese in cui, per insegnarci a sostenere una conversazione con scioltezza e anche con un registro più alto, di settimana in settimana ci viene assegnato un argomento di cui discutere. Ogni volta veniamo divisi a caso tra “pro” e “contro” per evidenziare, secondo l’insegnante, il fatto che non ci stiamo concentrando sull’argomento in sé ma sulla costruzione di un discorso coeso e organizzato. A me sembra piuttosto stupido affrontare un tema, magari anche importante, quasi “per scherzo”, ma per passare gli esami stiamo tutti al gioco.

Il tema su cui ho dovuto fare ricerche per questa settimana è l’aborto, e sono capitata tra i contro. Io sono pro-choice fino al midollo, ma trattandosi appunto di “scelta” e non di “dogma” ho deciso di prenderla con filosofia e guardare cosa dice “l’altro lato della barricata”.

Flashback a non molti anni fa. Fino a sedici anni sono stata quasi totalmente disinteressata a questo tipo di problematiche, a ogni discorso sui diritti civili, a qualsiasi cosa che non facesse parte del mio mondo di ragazzina bianca ed etero privilegiata. Sì, uomini e donne dovevano essere uguali, e pure i bianchi e i neri, e non vedevo niente di strano nei gay, ma sostanzialmente ignoravo qualsiasi problema reale e mi fermavo alla divisione “buoni contro cattivi”, in cui i razzisti e gli omofobi erano persone lontane, quasi inesistenti. La mia famiglia è piuttosto aperta e non avevo quasi mai avuto a che fare con adulti esplicitamente sessisti, razzisti eccetera. Nel frattempo, però, non vedevo problemi nei miei compagni che usavano “fr**o” come insulto e così via.

Il primo contatto che ho avuto col mondo fuori dalla mia bolla di beata(??) ignoranza è stato quando ho smesso di usare internet per vedere video di gatti e ho cominciato a incontrare, sempre per caso, le opinioni della gente su argomenti di attualità. Avevo le mie opinioni schematiche su cosa fosse il bene e cosa fosse il male, e mi sono avviata nella direzione di ciò che mi sembrava più giusto. Quasi per fortuna sono capitata su alcuni blog che mi hanno aiutata a costruire un vivo interesse per i problemi di chi mi circonda (e i miei, come donna, che avevo sempre accettato passivamente), per poi arrivare a giornali e fonti più “serie”, tramite i quali ho imparato a distinguere tra le opinioni buttate a caso su internet e a conoscere ciò che io per prima ritenevo giusto.

Torniamo a stasera. Ho passato le ultime due ore a leggere argomentazioni di persone che additano i pro-choice come oppressori che obbligano le donne ad abortire, che paragonano l’aborto agli sterminii portati avanti da Hitler, che additano le femministe come pazze isteriche che impongono la loro visione sul prossimo, portando a sostegno delle loro tesi citazioni e dati estrapolati dal contesto ma ponendosi con quell’aura di scientificità e quel tocco di sarcasmo che fa credere a chi legge che l’altro deva aver per forza ragione.

Allora ho iniziato a pensare a cosa sarebbe successo se avessi letto una cosa del genere tempo fa. La me di quattro o cinque anni fa, forse, avrebbe creduto davvero alle cose che ho letto e che non vale la pena di ripetere perché, immagino, tu le abbia lette e sentite già centinaia di volte. La verità è che sono stata molto fortunata. Il caso ha voluto che iniziassi a informarmi (perché lo ammetto, la me di quindici anni non l’avrebbe mai fatto volontariamente) e non sono più riuscita a chiudere gli occhi. Ho molta strada da fare, come chiunque altro, ma mi sento sulla strada giusta.

Perdona la lunghezza dell’email, arrivo subito al punto. Volevo dirti grazie per l’attività che svolgi, per come ti impegni a offrire una piattaforma aperta e sicura sul web, sul modo in cui esprimi le tue opinioni, sugli spunti di riflessione che dai, e soprattutto per il modo in cui lotti per diffondere le idee che “femminismo” non è una bestemmia, “gender” non è una parolaccia e tutte le altre cose che non sto qui a riassumere perché sono veramente tante, e sono contenta che lo siano.

Un grazie particolare dalla me di quindici anni che avrebbe tanto voluto trovare uno spazio come Abbatto i Muri in cui imparare come si sostiene una conversazione e un’opinione senza calpestare il pensiero e la libertà degli altri. Grazie per organizzare eventi che puntano a risvegliare l’interesse delle persone per queste tematiche, grazie per non fermarti davanti alle tante persone che vedono te e tutte noi come delle streghe controllate dai loro uteri che devono solo tornare in cucina.

Ma soprattutto grazie perché la persona che mi ha consigliato la tua pagina è mia sorella, di quattro anni più piccola di me, che è di sicuro una persona molto più aperta e impegnata di quanto non fossi io alla sua età. Se sono fiera di lei, credo sia anche grazie a te.

Pur sapendo che la lotta è ancora lunga, e forse anche per questo, grazie.
Ch.

PS: Ho deciso di scriverti solo dopo aver visto ciò che è successo con il liceo Castelnuovo ed aver letto il loro comunicato stampa che nasconde dietro stereotipi e parole confuse un semplice messaggio: non vogliamo parlare con chi ci risulta scomodo. So già che delle persone che mettono “femminicidi” tra virgolette non meritano la tua attenzione, ma credo che avere un minimo di riconoscimento dopo una cosa del genere faccia bene.

pubblico questa lettera non per autoreferenzialità ma perché mostra un percorso di crescita, di acquisizione di consapevolezza che dipende dalla responsabilità di tutte le persone senzienti. Io sono soltanto una tra le tantissime che ama condividere i saperi appresi sulla propria pelle prima che dalle teorie d’accademia. Abbatto i Muri è composta da un gruppo numeroso di persone che si dedicano, con altrettanta energia e con altrettanti saperi da condividere, a fare in modo che lo spazio di cui lei parla sia quel che è invece che un luogo fatto di risse e di assenza di discussioni civili. Grazie a loro possiamo tutt* nutrirci di traduzioni, campagne di comunicazione, iniziative, altri saperi, altre descrizioni ed è grazie a voi, alle vostre vite sintetizzate con grande fatica, perché ogni dettaglio è importante, che lo spazio di Abbatto i Muri è quel che è. Una fabbrica di intelligenze. Facciamo del nostro meglio, ecco. Questa lettera mi/ci gratifica e mi/ci responsabilizza ancora di più. Perché parlarsi è utile, dopotutto. Un abbraccio a lei e alla sua consapevole sorella e a chiunque stia iniziando – o lo fa già da tempo – a guardare il mondo con occhi diversi. Perché le piccole grandi pillole di pensiero critico sono lì da sempre. Basta solo guardarle con occhi diversi ed è così che scopriamo quanto siano evidenti. – Eretica –