Un 25 novembre senza clamori quest’anno, manifestazioni non oceaniche, notiziari scarni, quasi la costrizione a rispettare un rito. Di donne stuprate , violentate, assassinate si parla ogni giorno in TV…

La frammentazione è l’immagine del clima vigente; ormai è più facile scrivere ciò che singolarmente si pensa ( facebook, twitter, anche le mail cominciano a diventare un impegno gravoso..). Insomma, in piazza sì , ma con chi ci fa piacere .
A Roma il 25 novembre ha visto numerose iniziative, alcune addirittura in orari coincidenti: denominatore comune- è ovvio- la lotta contro la violenza sulle donne .
Ma per me questo 25 novembre ha significato un’ emozione nuova, che non avrei immaginato. Me l’ha regalata la bellissima iniziativa delle donne dell’UDI di Monteverde che il giorno 24 ci hanno invitato al Ponte Mazzini a lanciare nel Tevere un fiore per Carla Capponi.

Come ricorderete, Carla Capponi, medaglia d’oro , una delle protagoniste della Resistenza romana, morta ormai da oltre 10 anni, non aveva ancora ottenuto una degna sepoltura in città tanto da indurre la figlia esacerbata dalla vana attesa a disperdere nel mese di settembre le ceneri della madre e del padre nelle acque del Tevere, secondo una loro espressa volontà nel caso in cui non si fosse resa possibile la sepoltura da loro auspicata.

Ci siamo riunite sul ponte nel pomeriggio. Molte di noi Carla l’avevano conosciuta, altre ci chiedevano particolari su di lei. Tante teste grigie.
Alcune avevano tra le mani oltre al fiore un foglietto coi canti partigiani. E si è cantato. I bei canti della Resistenza, con le nostre voci non più giovani, un po’ tremanti ma forti e decise nei punti più commoventi del canto. Pensavo che eravamo ancora lì, fisicamente presenti, in quel gruppetto sul ponte, noi -quasi tutte che da giovani ragazze o da bambine – dei ricordi diretti di quegli anni li avevamo nel nostro cuore e nella nostra mente. Mentre cantavamo pensavo a quei versi di Ungaretti “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Sì, come d’autunno, le nostre teste grigie….E poi i fiori, giù nei gorghi del fiume, rose rosse, fiori di campo come piacevano a Carla.

Una volta tanto non piangevamo una donna “vittima” , ma ci emozionavamo nel ricordo di una donna che aveva saputo battersi col coraggio e l’intraprendenza delle donne forti che la storia ci ha consegnato.

Ho voluto continuare, a non piangere, ma a trovare nel mondo di oggi, in mondi da noi lontani , immagini di donne in lotta per diritti non ancora riconosciuti; così tra le varie iniziative romane il giorno 25 ho scelto la presentazione del libro “Invisibili?” di Laura Fano– donne latinoamericane contro il neoliberismo. Eravamo un gruppo numeroso nella libreria.

Mi ha emozionato vivere un 25 novembre ” in positivo”, evocando il filo che continua a congiungere le lotte per la libertà degli anni della dittatura nazifascista con le lotte quotidiane di queste donne, fatte di ribellione per l emancipazione da un sistema economico di sfruttamento, in patria come nei paesi dove emigrano.. e da un patriarcato che le rende invisibili…