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Sabato 17 maggio, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 17 alle 20
, giornata arcobaleno all’Infoshop di Fano. Servizio libreria Lgbt, mostre (Towanda! con le vignette di Maureen Lister, Bollettina del Cli), materiale A.Ge.d O., “The Campaign of Hate” (Usa 2014)  sulla omofobia in Russia, gli opuscoli “Educare alla diversità a scuola” censurati dal Governo, aperitivo in sostegno dell’Infoshop, a cura di Femminismi.

La giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia non è una giornata per la semplice tolleranza ma per il diritto a vivere da pari cittadini  e la ricchezza delle differenze.
“Il mondo è bello perché è vario”, si dice, ma sembra proprio che in alcuni paesi, compreso il nostro, ci sia gente che mira a stabilire una uniformità artificiosa nella politica, nei media, nell’arte, cancellando le differenze con il sospetto e la paura. La campagna di odio e sospetto verso gay, lesbiche, transessuali, bisex, transgender, i quali, vivaddio, sono pur sempre una minoranza ma circa il 10% della popolazione, è partita dalle destre estreme e dai cattolici fanatici ma è sostenuta da dittatori, politici maneggioni in cerca di alleanze.
Non si tratta solo della strategia pro-ortodossia di Putin, che copre le sue magagne ergendosi a difensore di una moralità che non ha in quanto pseudo-dittatore, non si tratta solamente del vescovo ugandese che strilla dal pulpito contro i ragazzini colpevoli secondo lui di essere gay, il pericolo corre sul filo delle alleanze anche in Italia:
paese in cui non esiste ancora una legislazione che condanni l’omofobia, per cui chiunque aggredisca una persona col pretesto che questa è omosessuale non subisce alcuna aggravante. La diffusione dell’odio quindi è concessa, è la propoganda antiomosessuale, quindi razzista e intrinsecamente violenta, permessa. Viene censurata invece l’educazione alla differenza di genere e di orientamento sessuale, col ritiro degli opuscoli Unar (l’ufficio antidiscriminazioni del Ministero Pari Opportunità)  che avrebbero dovuto essere uno strumento per gli insegnanti.
Il fenomeno delle persone che guardano in terra è emblematico: in alcune città d’Italia si sono esibiti gruppetti di persone detti “Le sentinelle”, gente che guarda un libro con la testa chinata, in piedi, su sagrati o piazze, perché vuole manifestare contro il diritto delle persone omosessuali di sposarsi come qualsiasi altra coppia. Dicono ipocritamente di voler proteggere la famiglia “naturale”, eppure non ci pare che manifestazioni del genere le abbiano fatte in piazza San Pietro quando si parlava (e se ne parla ancora) dei casi di pedofilia nelle sacrestie, nelle famiglie cattoliche, nelle scuole primarie religiose e nei seminari.
Trattano l’omosessualità come se fosse “contagiosa” o come “impurità” sociale, e quindi la criminalizzano, non vogliono rendersi conto che l’orientamento sessuale è naturale e non si sceglie né si contagia. E il trattare la differenza come “contagio” e “impurità” è stato tipico del nazismo e del fascismo. I risultati di quella triste epoca sono state le deportazioni, gli assassini a tappeto, le torture, una società distrutta.
Non è poco quindi se ci indignamo per le dichiarazioni di Putin e se rabbrividiamo di fronte alle “zone di libertà di parola” istituite a Mosca, angoli di terreno dove a qualcuno è consentito “parlare liberamente contro il governo”, ma che sono state negate anche quest’anno agli attivisti gay russi.
La morale è sempre quella: la differenza, le persone differenti dalla maggioranza, dovrebbero stare nascoste per non turbare il fragile equilibrio psichico di chi evidentemente la normalità la sente come un peso o la usa per coprire ben altro.
L’illogica convinzione che i diritti delle famiglie omosessuali mettano” in pericolo” le famiglie eterosessuali nasconde l’ignoranza: quella di chi dice che un bambino ha “diritto ad avere un padre ed una madre” è anche assurda storicamente, perché sono sempre esistiti figli cresciuti da un solo genitore o da genitori diversi da quelli naturali, e spesso cresciuti meglio di quelli “normali”.
A prescindere comunque dalla libertà di ognuno di avere le proprie convinzioni, quando queste mettono in pericolo la serenità e l’incolumità di altre persone, “colpevoli” di esistere, i possessori di queste opinioni vanno caldamente invitati a tenersele per sé e a confrontarsi con la realtà.

Francesca Palazzi Arduini.

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