Da Bologna, il documento di Collettivo Clitoristrix femministe e lesbiche,
Quelle che non ci stanno.
Fuoricampo Lesbian Group,
Altra Città lista civica di donne Siamo donne, femministe e lesbiche che da numerosi anni si incontrano
con l’obiettivo di creare, per se stesse e per le altre, nuovi contesti
di libertà e autonomia e per difendere quelli già esistenti.

Nell’arco degli anni abbiamo visto sempre più {{la bava di stato
mescolarsi alla bava del “popolo”}}. Una bava che incolla fra loro gli
uomini in una riconfermata solidarietà e che gli fa riprendere un po’ di
fiato dopo lo spavento della “crisi del maschio”.

Abbiamo visto ogni giorno {{la violenza delle istituzioni e quella
domestica intrecciarsi indissolubilmente}} , da un lato primi ministri,
ispettori dei CIE, super-sindaci,movimenti per la vita, medici
obiettori, dall’altra i maschi violenti della vita quotidiana.
Maschi anche quelli critici, credibili in questo momento meno che mai,
maschi preoccupati per la deriva della dignità femminile che non sentono
il bisogno-neanche per un istante- di interrogarsi o difendere quella
del genere maschile, maschi che vogliono solidarizzare e schierarsi
dietro le donne perbene contro le donne permale. Ma a chi la danno a
bere?

Abbiamo quindi visto, un vecchio che detiene il potere mediatico,
economico e politico e il suo entourage di pezzenti e lacchè, usare,
ridicolizzare, sfruttare, scambiare, ignorare, affamare condannare le
donne

Il tutto{{ in maniera plateale, solidale e trionfale da “Io me ne
infischio”}}, potenziando e facendo riemergere ed emergere (voilà
splendidi modelli per le nuove generazioni!) un immaginario nel quale le
donne possono essere spostate come marionette a seconda dei bisogni e
delle esigenze maschili.

Questo immaginario in proliferazione e putrefazione scomposta ha
{{ conseguenze concrete sulle nostre vite}} e ce le complica notevolmente.
Riconosciamo i governi Berlusconi responsabili di attacchi continuati
alle donne: si vedano leggi come la Legge 40 sulla procreazione
medicalmente assistita, l’impedimento dell’accesso alla ru 486, la legge
Gelmini che colpisce le donne come lavoratrici e come madri, le leggi e
le ordinanze contro la prostituzione, il decreto Maroni sulla sicurezza
che nasce strumentalizzando il corpo delle donne e rende la vita
impossibile a tante provenienti da altri paesi ed ancora innumerevoli
provvedimenti maschilisti.

Sappiamo bene che i governi a seguire non risolveranno e forse neanche
affronteranno le questioni che poniamo
In ogni caso {{Noi, non vogliamo ripartire da zero}}.
Non vogliamo che sugli autobus le ragazze di 15 anni debbano combattere
per scrollarsi di dosso persino i vecchi di 70anni e noi, che abbiamo
gli strumenti per non farci palpeggiare sugli autobus, non vogliamo
vivere in trincea.

Vogliamo che questa accozzaglia di mafiosi maiali corruttori e corrotti
vada a casa!

Non vogliamo che le donne muoiano ammazzate
_ Non vogliamo che le donne muoianio di fatica
_ Non vogliamo che le donne muoiano di esclusione
_ Non vogliamo che le donne vengano deportate
_ Non vogliamo dover combattere battaglie già combattute
_ Non vogliamo essere espulse o ulteriormente penalizzate nel lavoro né
tantomeno vogliamo che il mercato della prostituzione o della
pornografia ci venga prospettato come unica possibilità professionale.
_ Non vogliamo che ci venga imposta una famiglia.
_ Non vogliamo essere merce di baratto per scambi politici tra uomini
_ Vogliamo dire basta al Femminicidio.

Per questo scendiamo in piazza come donne e lesbiche, rivendicando le
nostre pratiche di presenza sul territorio, l’una a fianco all’altra,
per parlare e rilanciare l’unità, la solidarietà, la complicità, il
sostegno, la forza e la lotta, consapevoli che la nostra rivincita non
può essere a discapito di nessuna, né ora né mai e che la solidarietà
tra donne è l’arma più appuntita che ci possiamo giocare