“100%pubblica” è un progetto artistico, realizzato nel 2008 a Venezia, città ideale sia per il suo peculiare rapporto con l’acqua sia per la sua identità di città turistica, ma si propone come format applicabile a diverse città italiane. Abbiamo chiesto a Giulia Gabrielli che ha realizzato il progetto insieme a Lorenza Cossutta e Isabella Sannipoli di raccontarci la sua esperienza.Il progetto è basato sulle strategie di marketing utilizzate dalle grandi marche dell’acqua, rielaborate per sponsorizzare l’acqua pubblica come bene comune.
_ Una campagna pubblicitaria ha preceduto la distribuzione gratuita di bottiglie vuote e mappe delle fontanelle pubbliche della città.
_ Sulla mappa, data in dotazione con la bottiglietta, sono segnate tutte le fontanelle pubbliche della città. Lo spazio della città viene valorizzato come spazio comune con risorse fruibili da chiunque, lontano dalle logiche commerciali. che nasce dalla volontà di riflettere sull’acqua come risorsa e come oggetto di marketing partendo dall’esperienza quotidiana.

Abbiamo chiesto a Giulia Gabrielli che ha realizzato il progetto insieme a Lorenza Cossutta e Isabella Sannipoli di raccontarci la sua esperienza.

[100%pubblica->http://100x100pubblica.blogspot.com/] è un progetto artistico che nasce dalla volontà di riflettere su un problema importante e globale come la privatizzazione dell’acqua partendo dalla nostra esperienza quotidiana. Gli italiani sono i primi consumatori al mondo di acqua in bottiglia, cosa che crea una spesa inutile e ingiustificata (le acque pubbliche italiane sono tra le migliori e più controllate) e un massiccio incremento dell’inquinamento dovuto alle bottiglie di plastica. È possibile riflettere criticamente su un atto, l’acquisto di acqua, per noi scontato e quotidiano? Le nostre abitudini sono una nostra scelta consapevole o sono frutto di schemi culturali proposti da altri?

Il progetto è basato sulle strategie di marketing utilizzate dalle grandi marche dell’acqua, rielaborate per sponsorizzare l’acqua pubblica come bene comune. Una campagna pubblicitaria ha preceduto la distribuzione gratuita di bottiglie vuote e mappe delle fontanelle pubbliche della città.

Abbiamo chiesto a Giulia Gabrielli di parlarci di quell’esperienza anche tenendo conto che è in atto la[raccolta di firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua->http://www.acquabenecomune.{{org/raccoltafirme/]}}

{{Come è nato il vostro progetto?}}

100%pubblica è nato all’interno di uno dei laboratori del corso in arti visive dello IUAV di Venezia.  
_ Il laboratorio, tenuto dall’artista Jorge Orta, prevedeva di sviluppare un progetto partendo da una tematica ambientale: dopo un breve brain-storming decidemmo che avremmo affrontato il tema dell’acqua.
_ Venezia è stata il nostro punto di partenza sia perché era il territorio dove lavoravamo, sia per il suo particolare rapporto con questo elemento.

{{Da cosa siete partite?}}

Dopo una prima fase di ricerca sulle dinamiche di recupero di acqua potabile nei secoli e sulla struttura dell’acquedotto attuale abbiamo approfondito lo studio della fruizione di massa che la città sta vivendo da qualche anno a questa parte.
_ Considerando i fenomeni di turismo e di pendolarismo è emerso il nucleo centrale del progetto, ovvero l’abitudine di consumare acqua in bottiglia e l’incredibile quantità di rifiuti che questo comporta. Una città come Venezia impegna consistenti finanziamenti per lo smaltimento della spazzatura e specialmente nel periodo estivo non è raro notare bottiglie vuote che galleggiano nei canali. 
_ Analizzando il problema a un livello più generale, diciamo a cannocchiale rovesciato, da Venezia siamo passate alla situazione nazionale, per scoprire che gli italiani sono i primi consumatori al mondo di acqua in bottiglia. Da questo ultimo dato la nostra attenzione si è spostata sulle dinamiche psicologiche che hanno radicato nell’italiano la convinzione che l’acqua imbottigliata fosse più sicura, buona e controllata, e il ruolo fondamentale giocato dalla comunicazione pubblicitaria, che dagli anni sessanta è riuscita ad imporre sulle nostre tavole bottiglie prima di vetro e poi di plastica.

{{Come avete lavorato?}}

La comunicazione è  stato quindi l’altro importante elemento su cui ci siamo trovate a riflettere. Pubblicità televisive, giornali, manifesti: tutto portava a credere che l’acqua in bottiglia fosse migliore. Di conseguenza è nata in noi la curiosità di verificare questo luogo comune: abbiamo quindi raccolto i dati dell’acquedotto, scoprendo che l’acqua di Venezia non solo è potabile, ma proviene dalla stessa fonte di un noto marchio di acqua in bottiglia.
_ Diciamo che siamo un team piuttosto curioso, e per renderci veramente conto di come l’acqua viene “prodotta” siamo persino riuscite ad andare in uno stabilimento dove l’acqua viene imbottigliata e stoccata. La raccolta dei dati è stata comunque piuttosto difficile, visto che nel 2006, all’inizio delle nostre ricerche, non vi erano ancora dati e informazioni sull’argomento, ora ampiamente trattato.
 
{{Come avete lavorato sul territorio?}}

A questo punto avevamo materiale per poter sostenere la nostra tesi: acqua pubblica qualitativamente competitiva, inquinamento, comunicazione pubblicitaria, abitudini radicate, territorio. Messi insieme questi punti rimaneva la parte più impegnativa, ovvero dare forma a un progetto, strutturarlo. Sono stati mesi intensi, soprattutto perché avevamo anche gli altri corsi universitari da seguire, ma era un’idea buona, quindi: come portarla al pubblico!? Il cannocchiale rovesciato si è riposizionato sulla città e sull’abitudine diffusa di chiedere dove è cosa con una cartina in mano. La mappa: ecco un perno importante di 100%pubblica, la mappa che ti dice dove andare a trovare le fontanelle.
_ Gambe in spalla abbiamo fatto il rilievo delle 122 fontanelle veneziane. 
Ed eccoci all’evento: come poter veicolare la nostra ricerca sul territorio? 
Possiamo convincere gli italiani che l’acqua è buona tramite un’operazione, falsa, di marketing!? 
_ Il progetto era pronto, dopo logo, cartina, recupero di bottigliette e qualche  finanziamento siamo riuscite a portare il nostro lavoro alla fase finale di performance. 
_ Possiamo dire che lo studio per questo progetto oltre a sensibilizzarci ha coinvolto attivamente amici e parenti per poi spostarsi al consenso dell’assessorato all’ambiente e della Coop adriatica che ne hanno permesso la realizzazione. Ora quasi sorridiamo a pensare alle fatiche della nostra inesperienza passata, e a quando ci trovammo di fronte l’Amministratore Delegato di una nota marca di acqua in bottiglia, che ci imputava un cambio di tendenza nelle abitudini degli italiani: il nostro obiettivo era stato raggiunto e ampiamente superato.

I vostri porgetti futuri?

Attualmente siamo sparse per l’Italia ed impegnate su differenti fronti ma stiamo prendendo in considerazione di ritornare con un possibile seguito di 100%pubblica.